Novità in casa Pellegrino. L’azienda vinicola siciliana ha finalmente lanciato la nuova annata del Tripudium di Nero d’Avola. Si tratta dell’offerta più pregiata delle Cantine Pellegrino, ottenuta attraverso il sapiente connubio tra le migliori uve, la tessitura argillosa dei vigneti e il clima mediterraneo, in particolare quello siciliano, estremamente favorevole per la coltivazione di vigneti. Il risultato è un grande vino del sud, che accompagna pranzi e cene di intenditori o di semplici appassionati dal 2001, anno della prima vendemmia del Tripudium, fino ad arrivare all’ultima, quella del 2014. L’amministratore delegato Benedetto Renda la definisce “un’annata indimenticabile”, favorita dalle migliori condizioni climatiche possibili per la maturazione dei vitigni, che così esprimono il massimo delle loro qualità.
Il tutto non si esaurisce qui, perché in una produzione del genere si percepisce il rapporto del territorio con la famiglia Pellegrino, che dal 1880, data di fondazione dell’azienda, ha saputo valorizzare territorio e paesaggio di generazione in generazione, a partire da Paolo Pellegrino, storico fondatore, che trasformò una piccola realtà a conduzione famigliare in una florida attività tra le più importanti della regione Sicilia, fino al giorno d’oggi; l’azienda infatti ha recentemente accolto nel direttivo dell’azienda la nuova generazione, la sesta per l’esattezza.
In mezzo ci sono tante storie, tanti volti che hanno rappresentato l’azienda, in particolare quello di Vincenzo Alagna, marito della figlia Agata Pellegrino e presidente della società fino al 1996. Si tratta di una storia ultracentenaria, fatta di passione, qualità e rapporto col territorio, ma anche di salvaguardia del tessuto economico locale e di tutela del paesaggio, con numerosi riconoscimenti – motivo di vanto per l’azienda che ha sempre fondato la propria filosofia su questi valori – per la valorizzazione sostenibile del territorio.
Oggi Cantine Pellegrino coinvolge numerose persone alla realizzazione dei propri prodotti, e la loro storia li ha resi polo d’attrazione per l’enoturismo, con esperienze di degustazione, ma anche di visite guidate attraverso le cantine, i luoghi e i paesaggi più rappresentativi o anche nel museo degli antichi attrezzi per la lavorazione delle uve, la ribattitura e la marchiatura delle botti. Una storia, dunque, che giorno dopo giorno ha creato, attorno all’attività principale del vino in senso stretto, un’importante sovrastruttura che offre al territorio e alla popolazione una realtà viva, che valorizza i prodotti del territorio arrivando a una produzione che supera i sei milioni di bottiglie annue.
Oggi Cantine Pellegrino è un punto di riferimento dell’enologia siciliana moderna; ha saputo infatti mantenere ciò che in passato è stato tramandato, in particolare dal fondatore Paolo, interpretando in maniera corretta i cambiamenti e sapendosi adattare alla modernità, risultando una presenza fissa del settore da più di 130 anni.
Al prezzo medio di 18 euro si può trovare il Tripudium della Pellegrino – annata 2014 – nelle principali enoteche italiane, tra cui la Sorsi e Morsi di via Washington a Milano, La Rosa di via Silvio D’Amico a Roma, o Il Contalitro di viale Campania a Palermo.