Autore della scoperta è Deivis de Campos, studioso dell’Università federale di Scienze della salute di Porto Alegre, in Brasile. Con uno studio pubblicato sulla rivista Clinical Anatomy
Più che di autoritratto, gli studiosi parlano di “autocaricatura”: vista la postura inusitata con cui i veloci tratti di penna immortalano il personaggio. Eppure questi pochi centimetri di carta potrebbero avere una grande importanza per la storia dell’arte: visto che si tratterebbe di uno dei rarissimi casi in cui Michelangelo ritrae se stesso in una sua opera. Il disegno in questione è il ritratto di Vittoria Colonna, poetessa amica del genio rinascimentale, eseguito nel 1525 e oggi conservato al British Museum di Londra: ed autore della scoperta è Deivis de Campos, studioso dell’Università federale di Scienze della salute di Porto Alegre, in Brasile.
È lui l’autore dello studio pubblicato sulla rivista Clinical Anatomy, secondo il quale la piccola sagoma di un uomo intento a dipingere, che emerge osservando attentamente i tratti di penna che definiscono le pieghe dell’abito della nobildonna all’altezza dell’addome, sarebbe una piccola sagoma raffigurante lo stesso Michelangelo. Una sorta di “firma” nascosta dell’artista, che potrebbe fornire preziosi indizi riguardo la sua corporatura e lo stato di salute a quel tempo. A supportare le ipotesi di de Campos ci sono le simiglianze con un’altra “autocaricatura”, quella che l’artista aveva tratteggiato nel 1509 a lato di un sonetto dedicato all’amico Giovanni da Pistoia: in quel primo schizzo, Michelangelo si era disegnato in posizione eretta, nell’atto di dipingere la Cappella Sistina.