La prima grande mostra in Italia dedicata a John Ruskin a Venezia dal 10 marzo al 10 giugno. I Musei Civici celebrano un cantore della città.
L’eclettico genio di John Ruskin apre la stagione del MUVE (Fondazione dei Musei Civici di Venezia) con un grande evento internazionale. Palazzo Ducale è la sede che accoglierà 100 opere tra penna e acquarello dell’artista inglese. Si tratta di prestiti internazionali che ripercorrono il volto pittorico del poliedrico Ruskin e il suo tentativo di tradurre la realtà in immagine.
La città di Venezia, che tanto aveva lo affascinato, è la grande protagonista dell’esibizione. La città, l’architettura, il dialogo con i grandi maestri veneziani di cui riproduce le opere, il suo rapporto dolce amaro con la natura, la curiosità di esplorarla e l’immaginazione con cui ha restituito la sua essenza sul foglio.
Il legame con essa nasce quando l’artista ha soli 16 anni, si consolida in undici viaggi dal 1835 e 1888 e si declina in studi di nuvole, tramonti, pleniluni, scorci di natura e studi di grandi pittori come Veronese e Tintoretto. E poi la riscoperta ed esaltazione del gotico, per lui massima espressione dell’arte e dell’architettura.
Ruskin è stato in grado di celebrare la bellezza eterna di Venezia cogliendola nel suo afflato decadente. La mostra “Le pietre di Venezia” è un canto alla magnifica fragilità della città lagunare. Ne propone un’indagine descrittiva, analitica eppure straordinariamente visionaria. Teso fra istanze artistiche e sociali Ruskin pone in evidenza il valore assoluto di Venezia e con esso la strenua necessità di preservarla attivamente.
“Vorrei tentare di tracciare le linee di questa immagine prima che vada perduta per sempre, e di raccogliere, per quanto mi sia possibile, il monito che proviene da ognuna delle onde che battono inesorabili, simili ai rintocchi della campana a morto, contro le pietre di Venezia” (John Ruskin, The Stones of Venice)
La curatrice Anna Ottani Cavina cerca di non trascurare la straordinaria e trasversale attività che ha caratterizzato Ruskin. Sono continui i riferimenti all’opera letteraria “The Stones of Venice”, i contributi di taccuini, appunti, piante, misurazioni, spaccati, approfondimenti critici sulla città e sugli artisti che prima di lui l’avevano indagata.
Il suo apprezzamento per William Turner, pone le basi per un dialogo fra i due artisti. Due saranno le opere di Turner giunte a Venezia: “Venezia, Punta della Dogana e Santa Maria della Salute” prestata dalla National Gallery di Washington e “Venezia, cerimonia dello Sposalizio del mare” dalla Tate di Londra.
Una parte della mostra darà infine spazio agli acquarelli incentrati sul tema della montagna e dei paesaggi della penisola italiana, di cui Ruskin subì il fascino nel corso dei suoi viaggi.