Numero 32, 1949 di Jackson Pollock, presentata in occasione di Art Basel a Hong Kong questa settimana, andrà in asta da Sotheby’s a New York a maggio e potrebbe superare il record del maestro dell’Action Painting.
Una rara opera di Jackson Pollock (Cody, Wyoming, Stati Uniti, 1912 – Springs, Stato di New York, Stati Uniti, 1956), proveniente da una collezione newyorkese che l’ha conservata dal 1983, sarà in asta da Sotheby’s il prossimo 16 maggio 2018. Secondo Lisa Dennison, presidente di Sotheby’s Nord e Sud America, il lavoro –stimato tra 30 e 40 milioni di dollari– potrebbe “raggiungere o superare” il record dell’artista di 58,4 milioni di dollari, raggiunto dall’opera Numero 19 del 1948 venduto da Christie’s nel maggio 2013.
Numero 32, 1949 (1949) realizzata con la tecnica del dripping, è una vera rarità. Appartiene infatti a un sottogruppo di sole 16 opere su carta apposta su tela o su masonite. Delle versioni su masonite, solo la metà è realizzata con vernice di alluminio. Altre opere comparabili a questa sono conservate al Solomon R. Guggenheim Museum e al Munson-Williams Proctor Art Institute di Utica, a New York. Il Numero 32 è stato esposto alla Betty Parsons Gallery nel novembre del 1949 ed è in condizioni “notevoli”, dice Dennison, avendo viaggiato raramente dopo l’acquisto da parte dei proprietari dalla Galleria Robert Elkon.
«È un disegno molto completo, si estende da un bordo all’altro, il massimo che si può cercare in un Pollock. […] trasmette l’idea di infinito» afferma Dennison.
All’inizio di questo mese, tuttavia, il Numero 21 di Pollock (1950), un’opera quadrata di 22,2 pollici con smalto e vernice di alluminio su masonite, ha ottenuto un valore leggermente inferiore a 9.3 milioni di sterline (13 milioni di dollari) da Christie’s a Londra; ma secondo la Dennison l’opera in asta a maggio «ha una qualità superficiale molto diversa».
La scelta della casa d’aste di avviare il tour di opere in Asia, al Centro congressi ed esposizioni di Hong Kong (seguito da Los Angeles, Londra e New York), è stata una scelta ovvia, conclude Dennison. «C’è un’estetica nel lavoro di Pollock che attrae l’occhio asiatico. Art Basel ad Hong Kong attira un pubblico sempre più internazionale. Abbiamo pensato che questo dipinto avrebbe parlato proprio a quel gruppo di collezionisti. Ma abbiamo ritenuto che fosse giusto venderlo a New York».