Il movimento del pensiero. Una mostra su Getulio Alviani (1939-2018), a solo un paio di mesi dalla scomparsa, inaugura la nuova sede espositiva milanese della Galleria Conceptual, in Via Mameli 46. La mostra, visitabile dal 19 aprile al 3 giugno 2018, seleziona un corpus di opere, tutte appartenenti agli anni sessanta-settanta, che trattano il movimento della luce nell’identificazione attraverso le sue matrici metalliche.
Si tratta delle celebri composizioni in acciaio o alluminio, lavorate secondo un processo di fresatura (superfici a testura vibratile) o di tornitura meccanica (superfici tornite).
La ricerca visiva di Getulio Alviani, attraverso un lucidissimo processo inventivo si può quasi considerare un’incunabolo agli studi sui temi della percezione e della visione nelle realtà tecnologiche e artistico-digitali contemporanee.
Rigore e precisione sono alla base di un evento estetico in cui l’ arte viene considerata come una necessità, in particolare design industriale e architettura, come paradigmi fondamentali alla risoluzione dei problemi legati all’esistenza dell’uomo.
L’Alviani, definito “geneticamente progettista”, esprime la problematicità dell’oggetto non tanto in quanto problema particolare legato alla fisica o alla geometria ma soprattutto come concetto in sé, “si tratta della problematicità stessa che trova una sua forma espressiva”.
Le opere di Getulio Alviani riescono a riprodurre visivamente lo strettissimo rapporto che esiste fra spazio e tempo, attraverso una progettazione quasi maniacale che coinvolge lo spettatore in prima persona come motore primario che, attraverso la propria percezione, attiva e realizza la vita dell’opera.
Una “fruizione dinamica”, quindi, né sensoriale né emotiva, bensì psicologica, in cui l’opera si delinea attraverso i celebri fattori teorizzati dall’artista: riflessione, fonte luminosa, angolazione visiva, movimento, vibratilità dell’oggetto, comportamento del fruitore.
Alviani ha sempre affermato che la sua arte è fatta per far pensare, e l’aspetto estetico non è da tenere in considerazione. La sua particolare poetica artistica, caratterizzata da una sintesi estrema della razionalità (che forse raggiunge il suo apice negli studi di grafica “Da 0 a 9” e “Da A a Z”) fa sì che l’opera non sia più un prodotto soggettivo della mano dell’artista, bensì risultato di un’indagine rivolta a problemi di ordine strutturale nel rapporto fra opera e spettatore, inaugurando così una nuova fase della grammatica dell’arte.
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Alviani, il movimento del pensiero
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