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I detenuti della Casa Circondariale di Genova di nuovo sul palco della Corte

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Il teatro in carcere si è mostrato un viatico consolidato per aprire le porte degli istituti di pena italiani, ed indubbiamente, tra mille difficoltà, traversie, successi e insuccessi, la pratica del teatro in carcere ad oggi è assurta a un livello strutturale e creativo altissimo. Dimostrazione lampante ed oramai consolidata quella dell’Associazione Culturale Teatro Necessario Onlus e la Compagnia Scatenati che comprende gli attori detenuti della Casa Circondariale di Genova Marassi che da anni fanno un lavoro egregio che fa bene in primis a loro stessi, ma anche a chi li va a vedere.

Quest’anno, dal 10 fino al 15 aprile, Fabrizio Gambineri e Sandro Baldacci portano sul palcoscenico del Teatro alla Corte di Genova (fuori abbonamento) lo spettacolo “Desdemona non deve morire”, liberamente tratto dall’Otello di William Shakespeare.

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Grande entusiasmo come sempre da parte del Direttore del Teatro Stabile di Genova che accoglie questa produzione: “Siamo contenti di questa collaborazione con Teatro Necessario che è nata tre anni fa e che finchè sarò io alla direzione resterà un punto fermo nel nostro programma stagionale -ha detto Angelo Pastore- mi sarebbe piaciuto seguire anche le prove, ma ahimè la burocrazia mi uccide e da tempo non riesco più a seguire neppure quelle che riguardano le nostre produzioni interne. Un vero peccato…”

Dello stesso parere la Direttrice della Casa Circondariale di Genova, Dott.ssa Milano: “Sono sempre emozionata quando si fa teatro in carcere, perchè è una cosa che a noi dà la forza di andare avanti anche quando tante altre cose non vanno come dovrebbero. Noi vorremmo che le camere detentive fossero tutte belle ed accoglienti come il teatro e che l’occasione di fare teatro non fosse concessa solo a 50 detenuti ma a tutti i più di 700 che sono rinchiusi nel nostro complesso. Certo, mi rendo conto che non tutti sarebbero n grado di applicarsi con l’impagno che comporta, ma certo il teatro è un’opportunità che fa bene, togliendo i reclusi dallo stare 24 ore a letto o davanti alla tv”.

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La sfida di fondo, infatti, quando si parla di teatro e carcere, è fare di un luogo di detenzione uno spazio aperto alla cultura, di ripensare il concetto di riabilitazione oltre quello della punizione.

Sandro Baldacci, regista di “Desdemona non deve morire”, spiega così il suo nuovo lavoro: “Questa volta abbiamo scelto di affrontare il tema della violenza di genere. In un contesto sociale in cui la violenza sulle donne occupa quotidianamente un posto di primo piano nella cronaca nera, questa rivisitazione visionaria di Otello, l’archetipo shakespeariano di tutte le gelosie, si prefigge lo scopo di scandagliare le deviazioni psicologiche che possono spingere un uomo a trasformare “il più bel sentimento del mondo” in un incubo atroce. Il tema è stato trasposto in ambiente militaresco, adattandolo in un presidio mediorientale attuale. Otello arriva in questa zona militare dove si svolgerà tutta la vicenda, saltando il primo atto della tragedia Shakespeariana. Abbiamo voluto dare molto spessore alla figura di Emilia, la moglie di Jago – continua il regista – che abbiamo deciso di fare sopravvivere. Sarà lei infatti nel monologo finale a palesare i crimini dei vari personaggi non salvandone nessuno”.

Otello che avrebbe dovuto essere uno dei detenuti, a causa di un infortunio (avuto giocando a pallone), sarà sostituito dall’attore Antonio Carli, che in una sola settimana ha dovuto prendere in mano la situazione imparando velocemente a memorizzare la parte che ancora sta provando assieme a tutta la compagnia. Gli altri attori professionisti impegnati nello spettacolo sono: Igor Chierici nel ruolo di Iago, Martina Limonta in quello di Desdemona e Cristina Pasino in quello di Emilia.

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La produzione ha visti impegnati anche gli studenti dell’Istuto Vittorio Emanuele di genova che hanno contribuito alla parte grafica del manifesto.

Orario spettacoli: ore 20.30 martedì, mercoledì, venerdì, sabato – ore 19.30 giovedì – ore 16 domenica

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