Print Friendly and PDF

Pompei al Madre. L’archeologia classica e la migliore ricerca contemporanea si incontrano a Napoli

Napoli, Pompei@Madre - Materia archeologica Pompei@Madre - Materia archeologica
Napoli, Pompei@Madre - Materia archeologica
Pompei@Madre – Materia archeologica

Il Madre -Museo d’arte contemporanea Donnaregina- di Napoli ospita fino al prossimo 30 aprile 2018 il primo capitolo di “Pompei@Madre“.

L’integrazione fra arte antica e moderna genera reazioni dagli esiti imprevedibili, di rifiuto e disapprovazione da una parte, di accettazione e di entusiasmo dall’altra. Partendo da questa constatazione, l’interessante mostra, “Pompei@Madre. Materia archeologica”, è allestita nelle sale del “Madre” di Napoli fino al 30 aprile 2018 per il primo capitolo; una seconda parte, invece, proseguirà fino al 24 settembre 2018.

Un progetto espositivo nato dalla sinergia del Parco Archeologico di Pompei e l’istituzione culturale partenopea, l’intento è di mettere a confronto, seguendo i rispettivi campi di ricerca, ambiti disciplinari e collezioni, le molteplici relazioni fra i reperti archeologici di provenienza pompeiana e le opere d’arte moderna e contemporanea. Con la definizione di “materia archeologica”, si intende la ricerca sulle civiltà antiche attraverso lo scavo, la conservazione e la catalogazione dei reperti. Una archeologia che recupera il passato per agire sul presente.

Napoli, Pompei@Madre - Materia archeologica
Pompei@Madre – Materia archeologica

Il percorso espositivo inizia nell’atrio di ingresso del museo, concepito come un vestibulum, atrium e peristilium, ospita manufatti antichi, un tavolo, una cassaforte e una cista insieme alle opere contemporanee di Daniel Buren. Percorrendo le scale che portano ai piani superiori, ci si imbatte nell’epigrafe di Domenico Bianchi che dialoga con le iscrizioni in latino sulle pareti, una sorta di “storie nella Storia”. Al primo piano, sono stati realizzati una serie di interventi site specific, la sala affrescata e decorata con maioliche di Francesco Clemente diventa una domus pompeiana, ovvero un tablinum e triclinium che accoglie i visitatori.

E’ uno spazio ibrido, i colori vivaci degli affreschi sono messi in relazione con l’austerità dei singoli reperti archeologici. Passando da una sala all’altra, si raggiunge quella dedicata a Mimmo Paladino. Un grande murale a pastello rimanda ad un universo arcano e primitivo, in cui le forme sono dei semplici segni, sono figure allegoriche. Una scultura bianca è fissata su una parete, è l’immagine dell’individuo sospeso tra la vita e la morte.

Il calco in gesso delle vittime dell’eruzione del 79 a.C., realizzato da Giuseppe Fiorelli, nella metà del XIX secolo, proveniente dagli scavi pompeiani e collocato sul pavimento, è l’emblema del singolo istante consegnato all’eternità, una “sospensione esistenziale” accomuna le due sculture. Stessa tematica affrontata dall’artista Rebecca Horn che ricompone momenti di vita o di storia per ricavarne significati più estesi.

Napoli, Pompei@Madre - Materia archeologica
Pompei@Madre – Materia archeologica

Da uno dei teschi (capuzzelle), del Cimitero delle Fontanelle di Napoli, l’artista ha ricavato, in ghisa, una serie di riproduzioni corredate da specchi mobili, un esplicito riferimento alla vanitas della pittura barocca. Lo scopo è di suscitare nel visitatore un fenomeno di continuità fra la vita e la morte, concetto esaltato tra l’opera della Horn, con il suo memento mori, e alcune columelle pompeiane, segnacoli sepolcrali della cultura funeraria antica.

Nella sala Jannis Kounellis, un gioco di corrispondenze lega l’opera dell’artista e il mosaico di Ottaviano, riprendendo un tema molto caro agli antichi, quello del mare. Una grande ancora arrugginita si appoggia sul pavimento, ribadendo il ruolo storico di Napoli come città marittima. Il mosaico riprende la stessa tematica, un tappeto di tessere bianche e nere, su cui sono raffigurati due atleti nudi, il mare e delle creature marine. Una operazione site specific che tende a sottolineare il ruolo del mare come conoscenza, incontro, confronto e di riflessione, osservando una distesa infinita.

Proseguendo per il percorso espositivo si arriva alla sala Richard Serra. Nelle opere dello scultore, la materia viene scomposta e rielaborata, l’interesse è il rapporto con lo spazio, la sua negazione, o al contrario, l’interazione con esso. Due statue in terracotta, una divinità femminile e un efebo di bronzo convivono con i due elementi dell’opera di Serra, condividendo un rapporto dinamico con lo spazio-tempo della sala e interagendo con il fruitore. Le statue classiche dimostrano che già nell’antichità la scultura fosse parte integrante nell’organizzazione dello spazio relazionale e sociale.

Napoli, Pompei@Madre - Materia archeologica
Pompei@Madre – Materia archeologica

Al terzo piano la mostra continua senza seguire un criterio cronologico, ma per capitoli. Il percorso è introdotto con alcuni giornali di scavo risalenti al 1780 e 1853; diari-registro che documentano le distruzioni avvenute nel 1943 e strumenti di lavoro utilizzati per lo scavo. Al centro della sala ci sono le opere di Adrian Villar Rojas, una serie di massi su cui prendono forma elementi organici e inorganici, antico e moderno generano una archeologia contemporanea. Una sequenza fotografica di immagini documentano le campagne di scavo pompeiano e caratterizzano le sale successive, istantanee integrate con la teoria delle colonne di Basilica I e Basilica II di Victor Burgin, con la colonna spezzata di Maria Loboda, della base bianco-nero di Iman Issa, e le architetture di Rita McBride.

Fotografi del calibro di Luigi Ghirri, Mimmo Jodice e Nan Goldin propongono lavori di fotografia analogica dei reperti pompeiani, a cui si associa un arazzo digitale di Laure Provost e il bassorilievo in ceramica di Betty Woodman della Battaglia di Isso.

La sala centrale della mostra, invece, ospita una serie di vedute della campagna vesuviana, con il vulcano in eruzione. Sembra di assistere ad una sequenza cinematografica che ha come protagonista il Vesuvio, dai dipinti del 1750, con vedute di epoca neoclassica, romantica e naturalistico-verista, da Johan Christian Dahl a Pierre-Henri de Valenciennes, a Gioacchino Toma, fino ad arrivare agli anni Ottanta del 1900 con Vesuvius di Andy Warhol.

Napoli, Pompei@Madre - Materia archeologica
Pompei@Madre – Materia archeologica

Al centro della sala sono state inserite due grandi vasche, la prima è stata riempita con una serie di cocci, sono resti pompeiani, una testimonianza delle conseguenze dell’eruzione; nella seconda, invece, sono state inserite le opere in marmo e pietra di Trisha Donnelly e Christodoulos Panayiotou, l’intento è di creare un dialogo visivo tra epoche diverse, una possibile coesistenza. Un tema che torna in auge nelle sale del terzo piano, è quello della morte, arrivata per le cose, per gli animali e per gli uomini, a causa dei lapilli e delle ceneri dell’eruzione del 79 a.C.. Interessante è l’opera di Jimmie Durham, un ufficio fossilizzato sotto le ceneri di un vulcano, una interpretazione del passato in chiave contemporanea. Rimanendo in tema, un armadio ossario proveniente dai magazzini di Pompei è esposto insieme ai teschi immacolati del Terrae Motus di Nino Longobardi, e ai crani/pani in bianco e nero di Antonio Biasucci.

L’opera dell’artista Allan McCollum presente in sala, non è accostata ai manufatti antichi, seguendo un criterio comparativo, ne è semplicemente una conseguenza, è l’esito di una ispirazione. L’artista attinge al celebre calco del “cane di Pompei”, per realizzarne una produzione seriale.

La mostra si chiude con un “inno alla vita”. In una vetrina climatizzata, sono esposti materiali organici: semi, arbusti, gusci, conchiglie, uova e tessuti, carbonizzati e frammentati, risalenti al periodo dell’eruzione. Da questi resti, la vita a Pompei potrebbe rinascere, partendo proprio dalle sue ceneri. Molto interessante è il lavoro di Maria Thereza Alves che ha prelevato alcuni semi da un antico giardino pompeiano e li ha coltivati nell’ultima sala del museo, creando un microcosmo naturale in un contesto architettonico, è un modo per ridare vita al passato e per conoscerne la storia.

Napoli, Pompei@Madre - Materia archeologica
Pompei@Madre – Materia archeologica
Napoli, Pompei@Madre - Materia archeologica
Pompei@Madre – Materia archeologica

Informazioni utili

Pompei@Madre. Materia archeologica

Museo d’arte contemporanea Donnaregina, Via Luigi Settembrini, 79, 80139 Napoli

19 novembre 2017 – 30 aprile 2018

Orari

Lunedì-sabato: 10.00-19.00

Domenica: 10.00-20.00

Martedì chiuso

madrenapoli.it

Commenta con Facebook

leave a reply

*