Print Friendly and PDF

L’Ombra di Pietra: alla ricerca di Rubens in una Genova avvolta dal mistero

cop_dea_lorenzo_beccati_ombra_di_pietra

cop_dea_lorenzo_beccati_ombra_di_pietra

L’Ombra di Pietra, nel nuovo romanzo di Lorenzo Beccati: alla ricerca di Rubens in una Genova avvolta dal mistero.

«Se sono ancora viva è perché ho imparato a farmi ombra e a sembrare vulnerabile.
Così la gente si sente al sicuro, non mi crede un pericolo»

Genova 1606. Una spaventosa figura vestita di nero, il volto nascosto dietro una maschera da rapace, si muove nelle tenebre e miete vittime utilizzando uno strano micidiale cappio. Negli stessi giorni il pittore fiammingo Rubens, ospite presso palazzo Doria, scompare nel nulla,
facendo temere il peggio. Se l’indagine ufficiale sul feroce assassino è affidata al Bargello e ai suoi birri, quella sull’artista richiede rapidità e discrezione. Ecco perché delle ricerche viene incaricata dal Doge, e in gran segreto, la persona più scaltra in circolazione, ma anche la più pericolosa: una donna che non ha paura di niente. È Pietra, la rabdomante: è a lei che tutti si rivolgono per risolvere i misteri più intricati.

>> Questo nuovo romanzo di Lorenzo Beccati è un thriller che tratteggia il ritratto suggestivo di una Genova maestosa e piena di insidie.

«Scrivere un secondo libro mi sembrava indispensabile – racconta Beccati – Genova è piena di misteri da raccontare. Sono sempre stato un appassionato di storia. La storia a Genova la vedi, la senti, basti pensare ai Caruggi. I vicoli, gli odori, i profumi, la luce che non penetra… la storia a Genova la respiri. Il ‘600 è l’epoca migliore per parlare di Genova: la flotta, i grandi banchieri, la grande storia, l’industria della seta…
Era anche un’epoca crudele. La medicina era quella che era, c’erano guerre e l’epidemia della peste ha dimezzato la popolazione genovese. A Genova non sapevano cosa fosse e perché esistesse la peste, davano la colpa agli emissari che portavano lettere e cambiali (gli stranieri). Cosa facevano i genovesi quando venivano mandati al lazzaretto? Ci andavano con i propri mobili».famigliagonzaga«Mi piace molto mischiare la fiction con eventi e personaggi realmente esistiti: il doge è reale, ad esempio, così come Ambrogio Spinola… – Al centro della vicende anche La Trinità adorata dalla famiglia Gonzaga dipinto da Rubens nel 1605- Di questo quadro fin dall’epoca in cui fu dipinta furono asportare due parti, due grandi lembi. Ho studiato il disegno preparatorio scoprendo che mancavo due pezzi. Oltre a questo è stata cambiata anche l’ambientazione: quella che sembra una scena d’interni una volta aggiunte le porzioni tolte appare svolgersi all’esterno.
Nessuno sa come mai siano state rimosse e dove siano finite le parti mancante: è un mistero irrisolto e da scrittore ha un fascino irresistibile
».

«In origine il protagonista era un uomo, un rabdomante -spiega l’autore- immedesimarmi in una donna non è stato facile, ho preso spunto dalle donne che mi sono vicino e, col tempo, credo di essermi avvicinato molto alla psicologia femminile. La protagonista (che ritorna dopo Pietra è il mio nome, romanzo del 2014)  in questi anni è maturata. In questo libro Pietra tende a nascondere il suo potere attribuendolo alla bacchetta».

Lorenzo Beccati (Genova, 1955). Come autore ha collaborato al successo di programmi che hanno fatto la storia della tv italiana, tra gli altri Drive-In, Paperissima e tuttora Striscia la notizia. Ha scritto film, opere teatrali e romanzi; tra gli ultimi ricordiamo Pietra è il mio nome (2014) e Aenigma (2016).

Commenta con Facebook

leave a reply