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Lo stato del mondo. Le riflessioni dell’edizione 2018 del Festival di Limes

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Nella splendida cornice del Palazzo Ducale a Genova, dal 4 al 6 maggio ha avuto luogo l’edizione 2018 del Festival di Limes che quest’anno ha avuto come tema “Lo stato del mondo”: una ricognizione dei principali temi geopolitici all’ordine del giorno, la cui evoluzione ha subìto negli ultimi anni una notevole accelerazione.

Nella tre giorni di conferenze e tavole rotonde, con l’aiuto di esperti e protagonisti italiani e stranieri, sono state  tocccate le grandi tematiche che stanno contribuendo a riconfigurare gli equilibri mondiali. Dalla traiettoria geostrategica degli Stati Uniti sotto la presidenza Trump alla questione coreana, passando per l’espansione strategico-commerciale cinese (le cosiddette “nuove vie della seta”), i destini europei dopo il voto in Germania, la sempre presente questione migratoria, il ruolo fondamentale dell’Iran in Medio Oriente, i profondi cambiamenti impressi alla Chiesa dal papato di Francesco, l’evoluzione concettuale e operativa dei conflitti e molto altro.

Attenzione particolare è stata ovviamente dedica all’Italia con ospiti d’eccezione, a partire dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni che ha partecipato all’incontro di venerdì 4 maggio alle ore 18 riempendo la sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale.
Il dibattito avvenuto nel pomeriggio  è stato un incontro tra amici, infatti, come ha affermato lo stesso Gentiloni, lui e Lucio Caracciolo, direttore di Limes, erano compagni di scuola. Un incontro dai toni amichevoli che però ha messo ben in luce le strategie italiane riguardanti i problemi dell’immigrazione e della nuova espansione cinese.

Partendo con un “boh” il Presidente del Consiglio ha esordito così: «Io direi che l’Italia ha da sempre un compito e un percorso definito in questi ultimi decenni. E’ sempre più importante che l’Italia faccia gli interessi degli italiani assieme agli alleati. L’Italia non può permettersi di uscire dai binari all’interno dell’Europa. La Francia di Macron ha ridato speranza all’Europa e il presidente Macron ha bisogno dell’Italia. Per quanto riguarda il discorso immigrazione, grazie all’accordo bilaterale tra il nostro Paese e il governo Sarraj del gennaio dell’anno scorso gli sbarchi verso l’italia si sono ridotti del 91%. Con questo accordo abbiamo costruito una politica migratoria italiana di cui andiamo fieri. I media parlano poco del fatto che i migranti vengano accolti sui moli dei porti libici. Noi puntiamo a far partire migranti legali contenendo i flussi, ma tenendo conto che l’Europa in questo momento ha bisogno di migranti».

“Sul piano geopolitico penso che uno dei successi della politica estera del nostro Paese degli ultimi anni sia condensato su come abbiamo ripreso la leadership sulla questione libica – ha aggiunto il premier – che negli ultimi anni era stata completamente tagliata fuori. Ora possiamo dire che ormai da due o tre anni abbiamo una riconosciuta leadership a livello internazionale sul dossier libico”.

Riguardo l’economia internazionale che vede una Cina che prende sempre più campo attraverso le vie della seta Gentiloni è stato chiarissimo: “I nostri interessi vanno difesi in modo esplicito. Certo, siamo sempre stati e saremo un paese aperto che ha esportato ed esporta, un Paese con grandi capacità di investimenti e quindi saremo anche aperti agli investimenti cinesi. Ci interessa utilizzare alcuni porti italiani, uno di questi sarà senz’altro quello di Genova, per i accogliere i grandi flussi. Insomma l’Italia può fare molto di più”.

Anche riguardo il dialogo con la Russia il premier è stato molto chiaro: ”E’ normale che ci debba essere un dialogo con la Russia, ma questo non deve creare confusione con le nostre alleanze. Da 70 anni l’Italia mantiene la sua continuità sui veri principi fondamentali non dimenticando dove siamo e qual è la nostra scelta di campo.”

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Festival di Limes 2018
V edizione
Lo stato del mondo
4 – 5 – 6 maggio 2018

www.palazzoducale.genova.it

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