Al via le aste di maggio 2018 di Wannenes a Genova
Gli incanti iniziano il 14 del mese con il catalogo degli Argenti, Avori, Icone e Oggetti d’Arte Russa seguite il giorno successivo dalla dispersione delle opere provenienti Dalle Collezioni del notaio Clemente Ferrari, e da due tornate del catalogo degli Arredi, Sculture, Oggetti d’Arte e Ceramiche, che si concludereranno il 16 maggio con la sessione mattutina. Nel pomeriggio seguirà la prima vendita curata dal diprimento di Monete e Medaglie. L’esposizione dei lotti inizia oggi, 10 maggio, e prosegue fino a domenica 13 nelle sale di Palazzo del Melograno (Piazza Campetto 2, Genova) con orario 10.00 – 13.00 | 14.00 – 18.00.
Tra i lotti più interessanti del catalogo di Argenti, Avori, Icone e Oggetti d’Arte Russa un imponente candelabro in argento parzialmente dorato con la base in malachite realizzato dall’orafo Fiorentini nel XX secolo e raffigurante le fatiche di Ercole (lotto 87) ha una stima 20.000 – 30.000 euro): ed ancora due icone con bollo e insegni imperiali raffiguranti “La Vergine con Bambino e Cristo” con riza in argento dorato e smalti realizzate da Karl Fabergé tra il 1908 e il 1917 a San Pietroburgo (lotto 573, stima 10.000 – 15.000 euro), ed un Kovsh del 1895 dell’orafo moscovita Saltikov in argento dorato e smalti a base ovale (lotto 430, stima 7.000 – 8.000 euro). Notevole poi una pantera di Buccellati dal peso di oltre due kilogrammi e mezzo, dove si mostra in tutta evidenza “la lavorazione a pelo”, una tecnica che imita l’aspetto reale del mantello animale attraverso innumerevoli filamenti argentati di lunghezza e spessori variabili saldati in maniera invisibile (lotto 65, stima € 8.000 – 10.000 euro).
Clemente Ferrari nell’arco di due decenni, oltre all’attività notarile ha amato e collezionato con appassionata competenza l’ebanisteria genovese del XVIII secolo e dipinti fiamminghi, come dimostra nel catalogo a lui dedicato (Dalle collezioni del notaio Clemente Ferrari) l’esuberanza plastica di una coppia di grandi torcieri in legno scolpito, laccato e dorato del XVIII secolo (lotto 642, stima 20.000 – 30.000 euro), una console degli stessi anni con piano sagomato in marmo verde proveniente da Villa Negrotto Cambiaso, già Pallavicino di Arenzano (lotto 650, stima 10.000 – 15.000 euro), ed ancora un cassettone a ribalta con alzata impiallacciato in legno violetto con impianto a doppia sagoma intarsiato con il tipico decoro a cuore in bois de rose (lotto 647, stima 100.000 – 150.000 euro).
Per quanto riguarda i dipinti è sicuramente da segnalare un Paesaggio con castelli soldati e cavalieri a riposo di Joos de Momper (Anversa, 1564 – 1635), artefice di quell’evoluzione del paesismo che condusse a una rappresentazione realistica della natura del primo ‘600 (lotto 608, stima 10.000 – 15.000 euro), ed un Paesaggio con villaggio rurale, figure e cavalieri dove lo stesso Momper, coadiuvato verosimilmente da Sebastien Vranckx (Anversa 1573 – 1647), descrive con egual talento scenografie naturali o agresti e figure vestite con abiti di aristocratica foggia (lotto 607, stima 20.000 – 30.000 euro).
Una testa di Menandro in marmo, probabilmente del I secolo A.C. (lotto 752, stima 20.000 – 25.000 euro), introduce con classica compostezza l’asta di Arredi, Sculture, Oggetti d’Arte e Ceramiche, che ha come felice contrappunto stilistico un ritratto dello scultore parigino Corneille Van Cleve realizzato da Jean Jaques Caffieri in pieno Settecento francese, dove l’artista muove la materia marmorea con felice estro e briosa piacevolezza rococò (lotto 764, stima 10.000 – 12.000 euro). Della fine del XVIII secolo una console con specchiera in legno intagliato, laccato e dorato (lotto 822, stima 10.000 – 15.000 euro), attribuita ad Antonie Criaerd – appartenente ad una famosa famiglia di ebanisti francesi di origine fiamminga che ebbe un ruolo di primo piano sotto il regno di Luigi XV – ed un cassettone impiallacciato in bois del rose e bois de violette con piano sagomato in breccia di Aleppo (lotto 839, stima 15.000 – 20.000 euro).
Per quanto riguarda le porcellane, le maioliche e le terraglie il catalogo prevede un’ampia scelta di opere uscite dalle manifatture ceramiche, per lo più settecentesche. Tra i centri rappresentati Bassano, con un bel gruppo di maioliche decorate “al tacchiolo”, ma anche Savona e Faenza. Tra le porcellane, Doccia: di quest’ultima manifattura particolarmente interessante è una piccola, elegante placca, databile al 1830 circa e raffigurante la Madonna del Magnificat di Botticelli. Appare vicina ai lavori di Abraham Constantin (1785-1855), pittore già attivo della manifattura di Sèvres e specializzato in copie di capolavori, attivo nella fabbrica toscana nella prima metà del XIX secolo (lotto 1175, stima 700 – 900 euro).
Molto decorativo è poi un grande gruppo in terraglia crema (circa 40 centimetri di altezza) che andrà attribuito alla manifattura palermitana fondata dal barone Malvica alla fine del XVIII secolo e databile agli anni tra il 1801 e il 1816. È la versione ridotta del celebre gruppo colossale rappresentante il Supplizio di Dirce, meglio noto come Toro Farnese: ritrovato in stato frammentario nel 1545, quel marmo fu subito celebre per il gigantismo ed il pathos che esprime, e venne copiato in vari materiali dal bronzo al marmo, le più note versioni essendo forse le due in biscuit della Manifattura Reale di Napoli (lotto 1177, stima 2.400 – 2.800 euro). Segnaliamo in ultimo un tondo in terracotta invetriata, raffigurante la Madonna con il Bambino entro una cornice a festoni di frutti, uscito dalle fornaci cinquecentesche dei della Robbia (1469 – 1530) (lotto 1137, stima 10.000 – 15.000 euro).
La prima asta di Monete e Medaglie conclude il 16 maggio la prima sessione delle aste di maggio con lotti greci e romani, tra i quali spicca un Nerone aureo (lotto 1306, stima 2.400 – 2.800 euro) e tra le moderne, una doppia in oro del 1750 della Repubblica di Lucca (lotto 1313, stima 1.200 – 1.500 euro).
Da segnalare tre monete rare del Regno d’Italia: la prima, un Vittorio Emanuele II, 50 centesimi in argento con stemma del 1861 (lotto 1431, stima 8.000 – 12.000 euro), la seconda Umberto I in oro, 100 lire del 1888 (lotto 1461, stima 5.000 – 7.000 euro), e, terza, un Vittorio Emanuele III, 5 lire quadriga briosa in argento del 1914 (lotto 1537, stima 7.000 – 8.000 euro). Tra le medaglie ricordiamo una rarissima “Bologna riconoscente 8 agosto 1848” in argento (lotto 1672, stima 1.600 – 2.000 euro) e una coppia in argento del Regno di Sardegna del 1860 (lotto 1728, stima 1.500 – 2.000 euro).
ARGENTI AVORI ICONE E OGGETTI D’ARTE RUSSA
14 maggio 2018
DALLE COLLEZIONI DEL NOTAIO CLEMENTE FERRARI
15 maggio 2018
CERAMICHE EUROPEE
15 maggio 2018
ARREDI SCULTURE E OGGETTI D’ARTE
15 maggio 2018
MONETE E MEDAGLIE
Genova, 16 maggio 2018