Eternity. Eternità. Dell’arte. Delle arti. Degli artisti. Degli artisti che riposano in pace. Riposino in pace. No. C’è Cattelan. Nel giardino dell’Accademia di Carrara nasce cresce e muore Eternity, cimitero (con)temporaneo degli artisti. Temporaneo, perchè prima o poi, non si sa quando, verrà smantellato. Degli artisti, perchè le tombe sono “di artisti” fatte “da artisti”, o pseudo tali comunque gente che vorrebbe fare arte, gli allievi dell’accademia, sotto l’egida di Maurizio Cattelan e del direttore Luciano Massari. Trenta opere selezionate da Cattelan e Massari tra gli studenti (1500 euro a ogni prescelto) per trenta tombe di artisti più o meno noti, più o meno morti. Perchè alcuni sono vivissimi anche se Cattelan li ha sotterrati. Tipo Banksy con tomba graffitata e bomboletta reliquia, tipo Christo con lapide perfettamente impacchettata, tipo lo stesso Cattelan che si ammazza martedì 24 aprile e tipo la celeberrima Valentina Nappi da Scafati con tombina dorata con dildo, che qualche erotomane o mitomane o persona comune ha recentemente “fottuto” (si è provveduto a sostituire con tristissima bottiglietta di vetro di Coca Cola). Restando in tema falli in camposanto, segnaliamo quello piccino di marmo di Michelangelo, emblema del kitsch artistico mondiale, riprodotto sulla lapide sua, e il falletto che spunta dal Terzo Paradiso del tumulo-specchio di Pistoletto.
Bigoli a parte, di artisti ci sono anche i più sobri e classici, e ormai morti e stramorti, van Gogh con tanto di doppia sepoltura (una lapide con orecchio e una tomba stellata); Lucio Fontana con un sepolcro fontana; Piero Manzoni con Salma d’artista. Poi ci sono la tomba drippata di Pollock, la futur-tomba di Balla e quella mirabilmente circolare di Giotto. Tutte (o quasi) piacevoli e divertenti. Tutte sbeffeggianti (legittimamente) la morte. Tanta ironia e nessuna provocazione. O almeno, chi è così noioso da volerla vedere anche in questo bel progetto, con annessa lamentela, problemi suoi. Rimane che l’installazione messa in piedi da Cattelan è molto più interessante di tanto contemporaneo senza senso che appare quotidianamente in giro, tra mostre e fiere varie. Qualità delle opere (alcune di buona fattura alcune bruttine) poco importa. Interazione attiva passiva e distruttiva dell’opera d’arte, immancabile e sottilmente aspettata all’angolo. Di più, chiamata e “cercata”. Cosa aspettarsi da un cimitero lasciato pascolare all’aperto? Lapidi abbattute, rubate, vandalizzate. Ogni settimana si perde qualche pezzo. Qualcuna sparisce. Qualcuna ne spunta. Nuova. Perfomance nella perfomance. Incursioni di mitomani, erotomani, allievi scartati, semplici carrarini o spettatori turbati e funesti. Chiunque sia, anche in questo caso, poco importa. Giusto così. Giusto vivere e viversi l’opera, l’installazione, la performance o quella cosa comunque la si voglia chiamare. La tomba di Hitler intanto è ancora lì al suo posto. Intatta, con l’idiota col pennellino in mano che credeva di essere artista. Ha scritto sopra: “Io sono un artista e non un politico. Una volta che la questione polacca sarà risolta, voglio finire la mia vita come un artista”. Amen.
Informazioni utili: http://www.accademiacarrara.it/