Un donatore anonimo risolve un “pasticcio” alla National Gallery of Canada, a Ottawa.
Il museo cede un dipinto di Marc Chagall alla casa d’aste Christie’s per finanziare l’acquisto di un’opera di Jacques-Louis David: è bufera. Ecco il ripensamento, la sanzione e la soluzione.
Un’opera di Jacques Louis David val bene un dipinto di Marc Chagall? Per Marc Mayer, direttore della National Gallery of Canada, a Ottawa, evidentemente sì. Tanto da dichiarare, in aprile, di dover vendere il dipinto di Chagall “in fretta” così da riuscire ad assicurarsi un’altra “opera importante e unica” che stava rischiando di lasciare il Paese. Si tratta di San Girolamo ascolta la Tromba del Giudizio Universale di Jacques Louis David, ispirato ad un dipinto di Jusepe de Ribera. Al di là delle possibili valutazioni oggettive o personali attorno alla qualità e al valore delle due opere in questione, ragioni in ogni caso sufficienti ad accendere il dibattito, a scatenare definitivamente la polemica è stata la condizione di proprietà dell’opera. Il lavoro, attualmente in prestito al Museo di Montreal, appartiene alla Parrocchia della Cattedrale di Notre-Dame di Quebec City, che sta raccogliendo fondi per restaurare la sua basilica ma che non ha mai dichiarato di voler vendere il lavoro all’estero. In più il dipinto sembra essere classificato come bene storico – si tratta di un dono del cardinale Joseph Fesch, zio di Napoleone e collezionista – il che implicherebbe l’impossibilità di cederlo oltre i confini del territorio. Di conseguenza perplessità e dubbi hanno accerchiato Mayer, le cui ragioni appaino improbabili di fronte a questi sviluppi.
Il consiglio della National Gallery ha deciso dunque di abbandonare l’intenzione di acquisire l’opera di David, richiamando indietro il dipinto di Chagall, nel frattempo già ceduto formalmente a Christie’s. Questo ha portato ad un’inevitabile sanzione da parte della casa d’aste, che aveva già programmato una sessione per vendere l’opera. Ecco allora che i membri del parlamento di Ottawa puntano le loro attenzioni sull’operato del museo, che essendo finanziato per l’82% da fondi pubblici, avrebbe dovuto attingere proprio da questi i mezzi economici necessari per riportare a casa il quadro. È qui che il misterioso donatore ha fatto la sua comparsa, offrendosi di saldare il debito rimanendo però nell’anonimato.
Dopo le critiche, le polemiche, lo spavento, la National Gallery può tirare dunque un sospiro di sollievo e dovrà tornare ad ‘accontentarsi’ di La tour Eiffel (1929) di Marc Chagall. Si tratta di un dipinto realizzato durante un periodo felice che l’artista ha trascorso a Parigi con la moglie Bella. Questa è raffigurata come un’odalisca sotto la grande torre di ferro, che trasfigurata dall’immaginario onirico dell’artista risiede immersa in un sole rosso splendente. Christie’s, che aveva programmato l’asta per il 15 maggio, ha valutato l’opera tra i 6 e i 9 milioni di dollari.