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Creatore di forme. La ricerca sperimentale di Bruno Munari a Milano

BRUNO MUNARI, Tetracono, 1965, alluminio e ferro, elettromotore, 26,5x20x21,3 cm; fotocomposizione di David Reinfurt BRUNO MUNARI, Tetracono, 1965, alluminio e ferro, elettromotore, 26,5x20x21,3 cm; fotocomposizione di David Reinfurt
BRUNO MUNARI, Tetracono, 1965, alluminio e ferro, elettromotore, 26,5x20x21,3 cm; fotocomposizione di David Reinfurt
BRUNO MUNARI, Tetracono, 1965, alluminio e ferro, elettromotore, 26,5x20x21,3 cm; fotocomposizione di David Reinfurt

Spettacoli mobili e forme modificabili, in continuo divenire. Bruno Munari (1907-1998) e la sua ricerca sul dinamismo delle forme in mostra a Milano. Dal 25 maggio al 23 giugno 2018, la Galleria 10 A.M. Art di (via Anton Giulio Barrili 31) ospita una mostra dedicata ad uno degli artisti più significativi del panorama novecentesco italiano, maestro dell’arte programmata e cinetica.

L’esposizione, curata da Luca Zaffarano, dal titolo Creatore di forme, affronta la complessità della ricerca sperimentale di Bruno Munari, in particolare identificando nella costante indagine su come una forma possa trasformarsi in un’altra, uno dei punti centrali della sua opera. Le installazioni di Munari hanno la capacità di creare forme modificabili, ricche di imprevisti e per questo capaci di trasportare lo spettatore in un mondo spettacolare e fantasioso.

BRUNO MUNARI, Macchina Aritmica, 1951, legno, meccanismo a molla, plastica, carta, piuma, 37x55x35 cm
BRUNO MUNARI, Macchina Aritmica, 1951, legno, meccanismo a molla, plastica, carta, piuma, 37x55x35 cm

La rassegna presenta una serie di opere storiche, come una Macchina Aritmica del 1951, un esemplare di Concavo-Convesso, mai più esposto a Milano dopo l’antologica di Palazzo Reale del 1986, e una Macchina Inutile del 1956, che portano ad avvicinarsi alla poetica multiforme della “macchina” quale apparato scenico essenziale, leggero e divertente.

In modo del tutto complementare Munari sviluppa la ricerca sul dinamismo delle forme anche in ambito percettivo. L’autore evita accuratamente di mostrare una composizione fissata in un certo istante, crea, invece, pitture dinamiche, instabili e complesse. In mostra si potrà ammirare un prototipo, esemplare unico, di Tetracono del 1965, alcuni Negativi-positivi su tavola dei primi anni ’50, e la pittura cromo-cinetica realizzata con filtro Polaroid rappresentata da un Polariscop degli anni ’60.

BRUNO MUNARI, Negativo-positivo, 1951, olio su tavola, 47x47 cm
BRUNO MUNARI, Negativo-positivo, 1951, olio su tavola, 47×47 cm

Talvolta un cambio di forma è ottenuto sovvertendo la funzione. È il caso delle Sculture da Viaggio, di cui viene proposto un raro esemplare in lamiera verniciata del 1958 accompagnato dalla corrispondente scultura in cartoncino. Queste sculture sono state studiate per essere messe in valigia, ripiegate come un origami. Estratte dalla loro custodia e aperte, prendono forma, sviluppando all’istante un oggetto a tre dimensioni. A queste, si aggiungono alcune tra le più riuscite realizzazioni della serie di acrilici Colori nella Curva di Peano del 1974 dove si ha una variazione, teoricamente infinita, di colori dentro la struttura di una curva frattale.

Completa l’esposizione una serie di importanti esemplari di Xerografie Originali realizzate negli anni ’60 sfruttando l’idea di mettere in movimento pattern di vario tipo durante il tempo di scansione della fotocopiatrice, ottenendo, in questo modo, immagini deformate, rese uniche da un atto creativo non ripetibile.

BRUNO MUNARI, Scultura da viaggio, 1958, lamiera di ferro verniciata, aperta 47x59x40 cm, chiusa 61x41 cm (esemplare unico)
BRUNO MUNARI, Scultura da viaggio, 1958, lamiera di ferro verniciata, aperta 47x59x40 cm, chiusa 61×41 cm (esemplare unico)

L’attenzione critica verso il lavoro di Bruno Munari è in costante crescita. Lo testimoniano le recenti esposizioni in Italia, l’importante passaggio alla Estorick Collection di Londra del 2012, la mostra itinerante in programma quest’anno in Giappone e le recenti acquisizioni di musei importanti come, ad esempio, il Pompidou di Parigi.

–> “La sua arte non ha segreti, è open-source. Le metodologie di ricerca sono ben spiegate, progetti e processi sono descritti nei dettagli. La sua arte è una sfida creativa ancora valida che ci spinge verso l’apertura e la condivisione di stimoli progettuali e poetici. Per Munari l’artista svolge una importante funzione sociale e l’estetica è condizione necessaria per comprendere meglio il nostro rapporto con il mondo e la natura”. Luca Zaffarano

BRUNO MUNARI, Xerografia Originale, 1967, xerografia su carta, 40x28 cm
BRUNO MUNARI, Xerografia Originale, 1967, xerografia su carta, 40×28 cm

 

Informazioni utili

Bruno Munari. Creatore di forme

Milano, Galleria 10 A.M. Art (via Anton Giulio Barrili 31)

25 maggio – 23 giugno 2018

Inaugurazione: giovedì 24 maggio 2018, ore 18.00

Orari: dal martedì al venerdì, dalle 15.00 alle 18.00

Ingresso libero

Informazioni: tel. 02.92889164; info@10amart.it; www.10amart.it

 

Bruno Munari Creatore di forme. Ricerca sperimentale e dinamismo in mostra a Milano

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