I visitatori del British Museum troveranno gli scarpini del calciatore del Liverpool tra sarcofagi, mummie, statuette e altri reperti dell’antico Egitto, fino alla finale di Champions Leauge.
In nome del cosiddetto ‘svecchiamento dei musei’, tra angoli selfie e contest sui social, corsi di yoga e zumba, dj set e visite guidate di nudisti, gli scarpini del calciatore del Liverpool Mohamed Salah tra le statue degli antichi faraoni rappresentano solo una delle tante ‘operazioni simpatia’ del momento. Il punto è che l’iniziativa coinvolge uno dei musei più grandi e importanti al mondo che vanta una delle maggiori collezioni di reperti dell’antico Egitto. Non si tratta di un’ esposizione invasiva o definitiva – durerà solo fino alla finale di Kiev del 26 maggio – ma potrebbe rappresentare un inquietante precedente, soprattutto se, come prevedibile, riscontrasse un certo incremento di visitatori più giovani desiderosi di farsi il selfie di turno con gli scarpini del calciatore egiziano.
Eppure dal British Museum non hanno dubbi e il tweet con il quale hanno annunciato l’evento ha subito generato numerosi commenti e retweet :
” Abbiamo fatto un entusiasmante nuovo acquisto! Per celebrare la stella egiziana del calcio Mohamed Salah, capocannoniere della Premier League in questa stagione, esporremo le sue scarpe insieme a oggetti dell’antico Egitto, in vista della finale di Champions League “.
Secondo il responsabile del dipartimento del museo dedicato all’Antico Egitto, Neil Spencer :
“Gli scarpini raccontano la storia di un’icona dell’Egitto di oggi, che gioca nel Regno Unito con un impatto in tutto il mondo, e rafforzano il nostro recente progetto di acquisire oggetti che raccontano la storia della vita di tutti i giorni nell’Egitto del ventesimo e ventunesimo secolo”
Insomma, “Momo” Salah osannato dai tifosi del Liverpool e da quelli egiziani, vincitore di numerosi premi e candidato a vincere il pallone d’oro, avrà il suo posto al British Museum come un vero faraone.
Svecchiare anche a costo di snaturare la funzione di un museo. La questione è aperta e più che mai attuale.