Per chi volesse andare alla scoperta di una vera e propria necropoli dell’Antica Roma, basterà allontanarsi un po’ dal centro cittadino e raggiungere la Necropoli di Porto, posta oggi lungo la strada che collega Ostia Antica all’aeroporto di Fiumicino.
La necropoli venne scoperta nel 1925 e il suo immenso valore fu chiarissimo fin da subito. L’insediamento sepolcrale è infatti molto antico: iniziò a svilupparsi a partire dalla fine del I secolo d.C. attestando però un suo utilizzo almeno fino al IV secolo d.C. Il complesso attualmente consente la visione di oltre 200 edifici funerari, che confermano quindi l’importanza che la necropoli ebbe durante tutto il corso della fase imperiale. E se c’è una così vasta necropoli, vale a dire una “città dei morti”, nelle vicinanze doveva esserci in passato anche un importante centro abitato.
Tutto ebbe inizio infatti quando nel I secolo d.C. l’imperatore Claudio decise di realizzare un nuovo porto per la città di Roma, che doveva sostituire quello di Ostia Antica, divenuto ormai insufficiente a supportare i grandi traffici commerciali dell’Urbe. Fu così che, insieme al porto, nacque anche la città chiamata appunto Portus, mentre ai lati della via Flavia Severiana – strada che metteva in comunicazione diretta la città di Porto con Ostia – si iniziò a formare la necropoli.
Secondo gli antichi romani, le necropoli erano delle vere e proprie città interamente dedicate al culto dei morti ed è per questo che anche qui le tombe iniziarono ad essere disposte in piccoli isolati, separati da aree verdi, piazzette e stradine di passaggio. Le tombe fino ad oggi messe in luce sono in larghissima parte tutte della stessa tipologia: piccoli edifici di uno o due piani in laterizi, a cella quadrata, con copertura a volta a botte o a terrazza. Semplici sì, ma non prive di decorazioni, anzi. Le facciate della tombe erano spesso impreziosite da lesene, colonne e capitelli che disegnavano l’accurata cortina in mattoni su cui si aprivano piccole finestre; le porte erano spesso inquadrate da soglie, stipiti ed architravi tutti in bianco travertino, che ben facevano da contrasto al rosso mattone romano. Immancabili erano poi ovviamente anche altri elementi più sofisticati, come per esempio pitture dai vivaci colori e mosaici in preziose tessere marmoree.
Uno degli aspetti più curiosi e interessanti delle tombe sono le informazioni che i romani inserivano nelle loro facciate, anche a scopo di riconoscimento della famiglia o del defunto sepolto all’interno. Al di sopra delle porte, venivano infatti poste piccole cornici con brevi iscrizioni con il nome del proprietario, ma anche con informazioni ben più pratiche come per esempio le dimensioni della tomba, le disposizioni testamentarie e le norme d’uso del sepolcro. Tutte indicazioni importantissime grazie alle quali è oggi possibile conoscere perfettamente la tipologia delle persone sepolte all’interno delle singole tombe.
Ma chi erano quindi gli abitanti di Porto? Si trattava per lo più – come era anche facilmente immaginabile – di commercianti, liberti e piccoli imprenditori; gente semplice e comune quindi, ma che l’archeologia ha saputo restituire alla nostra memoria. L’aspetto però più divertente è che nella necropoli molte tombe raccontano anche qualcosa in più. Spesso sulle loro facciate compaiono infatti alcuni quadretti figurati, in cui è possibile riconoscere chiaramente scene di mestieri, vera e propria espressione di una vitale arte “popolare”. Grazie a queste bellissime immagini poste in facciata, solitamente accanto alle targhette iscritte, è oggi possibile comprendere come gli antichi romani svolgessero alcuni loro più caratteristici lavori e occupazioni.
Tra i quadretti figurati più particolari vi sono sicuramente quelli con l’immagine di una ostetrica che assiste al parto; quella di un uomo ritratto mentre aziona la sua macchina da grano insieme alla propria bestia da soma; o ancora quelle di un fabbricante e di un rivenditore di ferramenta. La visita alla Necropoli di Porto consentirà quindi di tornare indietro nel tempo fino all’epoca romana per conoscere non solo la sua importante storia, ma anche e soprattutto un pezzo importante degli usi e costumi della vita quotidiana.
Approfondimento a cura di L’Asino d’Oro Associazione Culturale che organizza visite guidate e passeggiate per andare alla scoperta di Roma con archeologi e guide turistiche abilitate della Provincia
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