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Nella luce. Le astrazioni di Valentino Vago irradiano il Duomo di Brescia

Valentino Vago Valentino Vago
Valentino Vago 'VE. 92' (1993), olio su tela
Valentino Vago ‘VE. 92’ (1993), olio su tela

Valentino Vago sarà in mostra fino al 24 giugno nel Duomo di Brescia. Nella luce la mostra che lo celebra a pochi mesi dalla scomparsa

Valentino Vago (1931-2018) è stato un artista capace di riportare a dato visibile la sua carica religiosa. La fede, che da sempre lo ha ispirato, è stata tradotta con efficacia in diversi stili artistici. Senza mai perdere la sua carica allegorica e metafisica, la voce di Dio ha risuonato sempre nell’opera di Vago. E ancora adesso, se ci rechiamo nel posto giusto, possiamo sentirla cantare.

Il posto giusto è il Duomo di Brescia, dove Paolo Sacchini e Direttore della Collezione Paolo VI – arte contemporanea, e Mons. Alfredo Scaratti, Parroco della Concattedrale di Santa Maria Assunta, hanno curato la mostra Nella luce, aperta al pubblico fino al 24 giugno. A pochi mesi dalla sua scomparsa, l’esposizione intende celebrare l’arte sacra contemporanea proposta da Vago, che negli anni ha sperimentato forme e declinazioni differenti.

“Valentino Vago è sempre riuscito a evocare la sfera del metafisico – senza cedere alla tentazione di una sua impossibile ‘descrizione’ – attraverso una pittura allo stesso tempo delicata e intensa, letteralmente intrisa di luce e di colore e capace di trasportare lo spettatore in una dimensione sovrasensibile e anzi ‘totalmente altra’ (avrebbe detto Rudolf Otto) attraverso la dolcezza straordinaria delle sue tinte e del suo stesso ductus pittorico che appare sempre molto controllato negli esiti nonostante la felice spontaneità della sua mano”.

Paolo Sacchini

Le opere esposte nella Rotonda, come il Duomo viene chiamato a causa della sua forma, sono state selezionate dallo stesso vago prima della sua morte e coprono una arco temporale che va dal 1981 al 2017. Il corpus scelto è abbastanza profondo da esemplificare con accuratezza l’intero percorso evolutivo dell’artista. Vago ha proceduto infatti di pari passo con l’arte del suo tempo, modificando il proprio linguaggio seguendo le trasformazioni che la pratica artistica ha vissuto. Così dalle prime opere in cui i soggetti sacri appaiono quasi espliciti, si giunge fino a quelle più recenti dove la figurazione si disperde nell’astrazione.

Valentino Vago
Valentino Vago

Grazie all’astrazione composta di luce e colore, Vago si è guadagnato la definizione di Rothko italiano. La sua arte vive di suggestioni ed emozioni, si disperde nello spazio o si rincorre sulla tela in una dimensione dove indeterminatezza ed infinità vengono a coincidere. La fede è motore e contenuto delle sue opere, essa compone il quadro e da esso si protende verso lo spettatore inondandolo di un estatico senso di sacro.

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