Per la magistratura di Pesaro la scultura è stata trafugata ed esportata illegalmente, dunque non poteva essere venduta, e quindi deve essere confiscata
“Bene inalienabile dello Stato e oggetto di trafugamento”. La scultura è stata trafugata ed esportata illegalmente, dunque non poteva essere venduta, e quindi deve essere confiscata “ovunque si trovi”: è questo il succo dell’ordinanza di 50 pagine con la quale la magistratura di Pesaro, con la firma del gip Giacomo Gasparini, è tornata nei giorni scorsi a pronunciarsi sulla vicenda del cosidetto Atleta di Lisippo, la statua in bronzo del IV secolo a.C. ripescata nel 1964 da un peschereccio di Fano al largo di Pedaso, e dopo oscuri passaggi acquistata nel 1977 per circa 4 milioni di dollari dal Getty Museum di Malibu, venduta dal commerciante d’arte tedesco Heinz.
Si apre finalmente la strada per il ritorno in Italia della straordinaria scultura? La magistratura pesarese si era già pronunciata in tal senso ben altre due volte, nel 2009 e nel 2013, ma per due volte il museo americano aveva ottenuto l’annullamento per vizi procedurali. Ora il giudice torna ad affermare che “era stata pescata in acque territoriali e comunque appartiene allo Stato italiano perché l’imbarcazione da pesca ‘Ferruccio Ferri’ era di Fano”, accogliendo il nuovo ricorso dell’associazione fanese Cento città, animata dal professor Alberto Berardi. Ora la palla passa al Getty, che può ricorrere in Cassazione oppure restituire l’opera…