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“Ordine-sospensione-disordine-sospensione-ordine..”. Il ciclo perpetuo di Bonalumi a Milano

Agostino Bonalumi, Bronzo, fusione in bronzo, 1969-2007 Agostino Bonalumi, Bronzo, fusione in bronzo, 1969-2007
Agostino Bonalumi, Blu abitabile, tela estroflessa e tempera vinilica, 1967
Agostino Bonalumi, Blu abitabile, tela estroflessa e tempera vinilica, 1967

Milano omaggia la “pittura-oggetto” di Agostino Bonalumi (Vimercate 1935 – Desio 2013) con la prima antologica realizzata sull’artista nella sua città.

Bonalumi 1958-2013” è il titolo dell’importante retrospettiva che sarà ospitata a Palazzo Reale fino al 30 settembre e che illustra, attraverso 120 opere, il perpetuo percorso di ricerca di un artista che, come pochi altri, ha saputo interpretare e rappresentare quello spirito di cambiamento e innovazione che animò la città di Milano negli anni ‘50. La mostra, curata da Marco Meneguzzo e dall’Archivio dell’artista, celebra Agostino Bonalumi e la sua inarrestabile curiosità verso l’ignota modernità cui la società del tempo stava approcciandosi. Nella solo apparente tensione delle tele create dal Maestro si materializza il sentimento condiviso di una comunità, quella milanese, che si districa dalle ombre del passato per accogliere il nuovo. Così allo stesso modo la “pittura-oggetto”di Bonalumi, così definita da Gillo Dorfles, si slega dai vincoli del bidimensionalismo di una comune tela per indagare lo spazio infinito ed ignoto della realtà che la circonda. Le sue opere sembrano oltrepassare i confini del vuoto circostante, dilatandolo, alterando la percezione che l’osservatore ha delle stesse, arrivando a creare, per citare Alberto Fiz, “un ambiente, un luogo tattile, esperienza fisica”.

Così le sue tele diventano, riprendendo Celant, dei veri e propri “contenitori spaziali” che si protendono, con un atto meditato, verso un’invasione dello spazio circostante. Ne è un esempio l’ambiente “Blu Abitabile” (1967) che, avvolgendo la persona che si approccia ad esso, la invita, appunto, ad abitarlo.

Agostino Bonalumi, Bronzo, fusione in bronzo, 1969-2007
Agostino Bonalumi, Bronzo, fusione in bronzo, 1969-2007

Il dubbio riguardo a quello che si trova al di là della tela sorge spontaneo osservando i lavori del Bonalumi. Il dinamismo delle sue estroflessioni genera attorno allo spettatore una bolla di ambiguità volutamente creata dall’artista perchè “l’opera d’arte”, scriveva, “sarà tanto più significante quanto più, nel suo sistemarsi e farsi ricerca ordinata, riuscirà ad essere accumulazione di dubbio”.

In questa mostra emerge il codice di condotta che ha guidato il lavoro del Maestro durante tutto il corso della sua carriera, ispirandolo ma senza vincolarlo, lasciandogli la libertà di formalizzare i suoi principi poetici, calibrati con configurazioni sempre nuove.

Tondi imbottiti, strisce seriali e griglie: i diversi corpi presenti al di là delle sue estroflessioni si fanno, col tempo, sempre più grandi, nitidi, quasi come volessero uscire con prepotenza dal quadro, dandogli forma. Il ricorso alla monocromia non annienta tale percezione ma, al contrario, la esalta: “il colore non scrive la forma ma è esso stesso che, essendo luce, è possibilità della forma”.

Agostino Bonalumi, Giallo, tela estroflessa e tempera vinilica, 1969
Agostino Bonalumi, Giallo, tela estroflessa e tempera vinilica, 1969

I materiali e le strutture di cui si serve Bonalumi per realizzare le sue opere si presentano sia come soluzioni alle questioni di rappresentazione formale, sia come fonti di ulteriori dubbi che innescano originali sperimentazioni, aprendo a nuovi orizzonti di esplorazione. Essi incarnano, dunque, i limiti e le regole inizialmente stabiliti da colui che si approccia alla realizzazione del lavoro e, al tempo stesso, i mezzi che consentono di travalicarli.

In questo inesauribile percorso di indagine Bonalumi, dopo vent’anni di lavori tutti orientati ad un solito definito rigore modulare, approda a quello che definisce “segno libero”. Citiamo a riguardo le estroflessioni delle tele degli anni ‘90 che richiamano il gesto immediato di una pennellata ma che in realtà celano un filo d’acciaio, curvato senza uno schema preciso, che incarna “una dichiarazione di libertà espressiva”.

Agostino Bonalumi, Grigio, tela estroflessa, tempera vinilica e acciaio, 1995
Agostino Bonalumi, Grigio, tela estroflessa, tempera vinilica e acciaio, 1995

Gli ultimi spazi dell’esposizione sono dedicati ai lavori del terzo millennio, una sintesi comparata dell’attività artistica del Maestro. Caratterizzate da uno schema più geometrico composto da curvature e angoli, quelle di questi anni sono opere che rivendicano un forte desiderio di ordine formale tutto incentrato su una ricerca orientata alla decorazione, intesa nel senso più alto e raffinato del termine.

Osservando la produzione dell’artista si nota come da ciascuno dei suoi lavori emerga il concetto delle infinite possibilità della forma, che contribuisce a creare attorno ad essi un substrato di ambiguità e incertezza. Gli interrogativi che affiorano nel corso della realizzazione delle sue creazioni rimangono sospesi. Essi non si risolvono con il completamento dell’opera che li ha generati ma soltanto con nuove configurazioni, quelle che caratterizzano il lavoro successivo, che saranno in grado di decifrarli, innescandone a loro volta altri. Per questo il suo percorso di ricerca non si è mai arrestato. Per questo la sua brama di esplorazione non si è mai placata. In tutta la produzione del Bonalumi c’è una definita progettualità che dona logica al suo iter creativo, giustificandolo, spiegando come esso si configuri proprio come un sistema autopoietico che si autoalimenta nutrendosi dei traguardi estetici e concettuali cui giunge l’artista opera dopo opera e che ne pongono, a loro volta, di nuovi. Non a caso il Maestro non ha mai smesso di progettare. Per lui il progetto era l’insieme e le sue creazioni erano le incognite di quella equazione che venivano col tempo svelate, senza mai però risolverla completamente.

Agostino Bonaumi, Bianco e Nero, 2011 - Agostino Bonalumi, Rosso, 2002
Agostino Bonaumi, Bianco e Nero, 2011 – Agostino Bonalumi, Rosso, 2002

Informazioni utili

Bonalumi 1958-2013

Palazzo Reale e Museo del Novecento, Milano
16 luglio – 30 settembre
a cura di
Marco Meneguzzo
promossa da
Comune di Milano-Cultura
in collaborazione con
Archivio Agostino Bonalumi

orari e accesso:
PALAZZO REALE – www.palazzoreale.it
lunedì 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30
giovedì e sabato 9.30-22.30
INGRESSO GRATUITO

MUSEO DEL NOVECENTO – www.museodelnovecento.org
lunedì 14.30-19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica 9.30-19.30
giovedì e sabato 9.30-22.30
INGRESSO: incluso nel biglietto del Museo

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