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Lichtenstein, giocoliere della realtà. Il magico mondo di Roy alla Magnani-Rocca. Immagini

Roy Lichtenstein | Brushstrokes, 1967 Roy Lichtenstein | Brushstrokes, 1967
Roy Lichtenstein | Crying Girl, 1963
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Roy Lichtenstein è stato protagonista del movimento Pop americano sviluppatosi negli anni ’60. La Fondazione Magnani-Rocca lo racconta, anche grazie al confronto con altri artisti del movimento. Roy Lichtenstein e la pop art americana è a Mamiano di Traversetolo, Parma, dall’8 settembre al 9 dicembre 2018.

Lo si capisce alla fine del percorso, il senso ultimo della mostra. È necessario prima superare i dipinti d’epoca che riempiono l’arredatissima villa della Fondazione Magnani-Rocca, per poi immergersi nel personale e colorato mondo di Roy Lichtenstein e seguirne variazioni e sviluppi fino all’estremo sguardo. In fondo all’ultima sala ci troveremo dunque di fronte ad un’opera forse meno appariscente di altre, probabilmente anche stridente nelle sue soluzioni visive, ma sicuramente eloquente nell’illustrare ad un buon osservatore l’intera poetica del suo autore. Painting in Landscape è un quadro nel quadro che riporta immediatamente a Magritte; ma l’espediente ingegnoso che si propone di indagare la realtà attraverso l’arte e viceversa, tipico del pittore belga, viene qui arricchito di un’ulteriore ambiguità.

Il meta-quadro non riproduce infatti la realtà, continuandola in quella compenetrazione che tutti ci aspettiamo, ma la completa per analogie cromatiche e formali, senza ricalcarla. Il meta-dipinto lascia intravedere la realtà ma la riproduce con uno stile diverso, una diffrazione tra visto e rappresentato che permette di riflettere sulla vastità delle soluzioni pittoriche e sulle potenzialità dell’artista di modificare la realtà grazie al suo filtro personale. Operazione densa di valore, anche se questa significasse solo una leggera modifica. E attorno a queste piccole ma fondamentali variazioni Roy Lichtenstein ha costruito la sua carriera, toccando numerose modalità di rappresentazione (senza però mai rinunciare al suo timbro) e ricercando nelle sue ambigue figurazioni un senso ultimo universale.

Roy Lichtenstein | Painting in Landscape, 1984 | Roy Lichtenstein e la pop art americana
Roy Lichtenstein | Painting in Landscape, 1984

“Io mi interesso alla natura dell’immagine come ci si potrebbe interessare alla creazione di una forma classica, di una testa ideale ad esempio. Alcuni non credono molto in questo genere di cose, ma è più o meno questa l’idea che ci si faceva di una forma classica – rappresentazioni ideali di persone ordinarie e di personaggi quasi divini”

Lichtenstein parlava così a proposito dei suoi “fumetti”, ovvero la soluzione artistica tipica del pittore americano, che l’ha reso celebre e riconoscibile da tutti gli appassionati fin dagli anni ‘60. Si tratta di (precisissime) riproduzioni pittoriche prelevate dal mondo del fumetto e della cultura di massa, restituite attraverso una personale grammatica visiva composta di spessi contorni neri, forme sintetiche e colori accessi. Ma soprattutto tratteggiata con quei puntini che costruiscono il reticolo retinico al di sotto dell’immagine, come accade per le stampe riprodotte, ad ostentare ironicamente il vizio di appropriarsi di figure già esistenti. Le vittime della sua cleptomania visiva sono i fumetti, perché immediati e chiari, almeno in partenza.

Lichtenstein seziona dalle scene in questione primi piani, piccole frasi, singole azioni non contestualizzate. Riporta frammenti di una storia che è difficile ricostruire e che nemmeno è necessario fare: i suoi scorci narrativi diventano la nostra narrazione, diventano catino ideale in cui ognuno può riversare il frutto del proprio vissuto o della propria immaginazione. Chissà allora se Little Aloha indossa qualcosa oltre le spalle scoperte, se il suo sguardo avvenente è rivolto ad un amante o se lo restituisce a se stessa guardandosi allo specchio. Crying Girl sta fuggendo spaventata o sta forse lasciando per sempre una persona cara? Dietro Foot and Hand dobbiamo leggere un significato simbolico? Che poi forse alla fine quella mano a pistola è riuscita ad afferrarla.

Roy Lichtenstein | Little Aloha, 1962
Roy Lichtenstein | Little Aloha, 1962
Roy Lichtenstein | Foot and Hand, 1962
Roy Lichtenstein | Foot and Hand, 1962

Lichtenstein ha l’abilità di costruire spazi metafisici in cui colloca i suoi soggetti decontestualizzati, interrompendo il flusso di senso che li lega alla loro dimensione originaria. Procede nello stesso modo anche quando ritrae elementi del quotidiano – Hot Dog, Ball of Twine, Sandwich and Soda – intessendo un’enciclopedia del consueto che nella sua sede inconsueta, l’opera d’arte, consueto non è più. L’elemento comune non viene abbellito né enfatizzato, ma traslato con una precisione pittorica maniacale sulla tela. L’operazione apparentemente asettica punta per negazione l’attenzione sull’atto di dipingere: se il soggetto è privo di significato, o forse si è inflazionato per la facilità con cui lo incrociamo ogni giorno, allora il valore risiede tutto nella tecnica con cui è realizzato.

“Il vero artista Pop offre una coincidenza di stile e soggetto, ovvero rappresenta immagini e oggetti massificati usando uno stile che è basato anche sul vocabolario visivo della produzione di massa”

Robert Rosenblum, Pop Art and Non-Pop Art

Roy Lichtenstein | Hot-Dog, 1964
Roy Lichtenstein | Hot-Dog, 1964
Roy Lichtenstein | Ball of Twine, 1963
Roy Lichtenstein | Ball of Twine, 1963

A lui il pregio, al contrario di altri artisti Pop, di non cadere nella trappola della reiterazione e della ripetitività. Rinuncia infatti al carattere seriale del Pop americano e si indirizza piuttosto verso una ricerca continua di nuove soluzioni. Ad attrarlo è in particolare la contaminazione degli stili e dei materiali. Brushstrokes è un’astrazione (si, ha dipinto anche quadri astratti) che conserva incredibilmente i caratteri sia della Pop che dello stesso Lichtenstein. Kinetic Seascope 8 è un tentativo, piuttosto riuscito, di incrociare pittura di paesaggio, astrazione e arte cinetica. Industry and the Arts rimanda chiaramente ad un’opera cubista ma conserva chiara l’immediatezza di un’arte che prima di tutto deve farsi capire.

Roy Lichtenstein | Brushstrokes, 1967
Roy Lichtenstein | Brushstrokes, 1967
Roy Lichtenstein | Industry and the Arts (1), 1969
Roy Lichtenstein | Industry and the Arts (1), 1969

Non per questo Lichtenstein rinuncia a sperimentazioni più audaci: entrando nell’ultima sala del percorso, poco prima di quel Painting Landscape da cui siamo partiti e a cui ora stiamo ritornando, ci troviamo di fronte a Girl with Tear III. Il quadro, in prestito dalla Fondazione Beyeler, è forse il miglior pezzo dell’esposizione, nonché massima espressione dell’artista. Si tratta di una complesso di varie suggestioni artistiche, armoniosamente sintetizzate in un resa visiva nitida, incisiva ed evocativa. Dalla classica trama a retino, un occhio surrealista quasi individualmente costruisce il volto di una donna in lacrime, sorretto da una chioma bionda avvicinabile sia alle “eroine” degli anni sessanta che alla pennellata astratta di Lichtenstein. Classica la colonna prelevata da un tempio antico, optical lo sfondo a linee trasversali, Pop la resa semplice delle linea, straordinaria la composizione icastica della figura.

Roy Lichtenstein | Girl with Tear III, 1977, Roy Lichtenstein e la pop art americana | Foto Artslife
Roy Lichtenstein | Girl with Tear III, 1977, Roy Lichtenstein e la pop art americana | Foto Artslife

Dunque l’immediatezza non è superficialità e Roy Lichtenstein ne è un esempio virtuoso. Più di un pescatore di immagini, più di un frivolo artista dalle immagini brillanti, possiamo riscoprire oggi un artista poliedrico, ambiguo provocatore e raffinato giocoliere della realtà. Con tutta l’abilità, l’umorismo e la poesia che a un giocoliere è richiesta.

Roy Lichtenstein e la pop art americana | Foto Artslife
Roy Lichtenstein e la pop art americana | Foto Artslife
Roy Lichtenstein e la pop art americana | Foto Artslife
Roy Lichtenstein e la pop art americana | Foto Artslife

Il sito ufficiale della Fondazione Magnani-Rocca per ulteriori informazioni.

*Roy Lichtenstein | Crying Girl, 1963, Roy Lichtenstein e la pop art americana | Foto Artslife

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