Gastini si era affermato in pieno clima informale, sviluppando poi uno stile sempre più libero dalla materia, sintetizzando la sua ricerca fra segno, spazio e azzeramento cromatico
“Dipingere è un lavoro che sto facendo. Il fatto di usare la tela, e solo di certe dimensioni, quasi al limite dell’arco dello sguardo, è stato causato tra l’altro proprio da un bisogno di concentrazione, cioè dal far coincidere al massimo l’azione, lo spazio, il pensiero, il tempo, il gesto e il bianco, che non è vuoto”. Poche parole, tratte da un’intervista di qualche anno fa, ma che tratteggiano con profondità l’approccio alla pittura e alla scultura di Marco Gastini, il grande artista torinese scomparso ieri 28 settembre all’età di 80 anni. Formatosi e affermatosi infatti in pieno clima informale, aveva infatti via via sviluppato uno stile sempre più libero dalla materia, sintetizzando la sua ricerca fra segno, spazio e azzeramento cromatico.
Nato nel 1938 a Torino, diplomatosi al Liceo Artistico, aveva proseguito i suoi studi alla Scuola di Pittura dell’Accademia Albertina, dipingendo i primi quadri tendenti all’astratto con una densa pasta cromatica. Le sue prime mostra risalgono al ’67-’68, a Parma, Roma, Novara, presentate da Paolo Fossati e Enrico Crispolti; nel 1976 è invitato ad allestire una sala personale alla XXXVIII Biennale d’Arte di Venezia, e nello stesso anno inaugura la personale nella galleria Gian Enzo Sperone di Roma, mentre nel 1977 arriva l’apertura internazionale con una serie di mostre personali nella galleria John Weber di New York. Nel 1982 arrivano la prima mostra antologica dedicata a Gastini, presentata alla Staedtische Galerie im Lenbachhaus di Monaco, e una monografia con testo di Tommaso Trini. “Sono molto dispiaciuta per la perdita di Marco Gastini“, ha dichiarato Francesca Leon, assessora comunale alla cultura di Torino, “uno degli artisti torinesi tra i più noti a livello internazionale. La sua installazione luminosa allestita in Galleria Umberto I fa parte della collezione di Luci d’Artista ed è da anni ammirata da migliaia di persone. La Città gli rende omaggio accendendo straordinariamente la sua opera fino a martedì 2 ottobre“.