I primi successi nel dopoguerra, quando fu la grandissima Edith Piaf scoprire Aznavour e portarlo in tournée in Francia e poi negli Stati Uniti. La consacrazione nel 1956 con Sur ma vie
“Non so se esistono paradiso e inferno, ma per me la mia vita di tutti i giorni è il paradiso e la morte è la porta dell’inferno…”. Parole dette da Charles Aznavour in un’intervista di un paio d’anni fa: e che oggi suonano come premonitorie, visto che il gigante della chanson francese è morto nella notte a 94 anni nella sua casa di Alpilles, nel sud della Francia. Un francese, che però mise sempre al centro della sua esistenza le origini armene: si chiamava infatti Shahnour Vaghinagh Aznavourian, ed era nato a Parigi nel 1924 appunto da immigrati di origine armena, ed alla causa del suo popolo dedicò una forte attività diplomatica che gli valse anche la nomina di ambasciatore armeno in Svizzera.
Dopo il debutto in teatro come attore di prosa, i primi successi giunsero nel dopoguerra, quando fu la grandissima Edith Piaf scoprire Aznavour e portarlo in tournée in Francia e poi negli Stati Uniti. Il definitivo riconoscimento a livello mondiale arrivò però nel 1956 sulle scene all’Olympia di Parigi, ed è legato alla canzone Sur ma vie, un successo ancora popolarissimo ai giorni nostri. L’ecumenismo del cantante – che riusciva a cantare in ben sette lingue – ne amplificò il successo globale, che lo portò a collaborare con star come Liza Minnelli, Céline Dion, Compay Segundo, Elton John, Bob Dylan, Sting, Ray Charles.