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Una cripta nel ventre di Palermo. Immagini della performance di Tiziana Cera Rosco

Tiziana Cera Rosco, Linfa, Cripta della Chiesa dei Cocchieri, Palermo Tiziana Cera Rosco, Linfa, Cripta della Chiesa dei Cocchieri, Palermo
Tiziana Cera Rosco, Linfa, Cripta della Chiesa dei Cocchieri, Palermo
Tiziana Cera Rosco, Linfa, Cripta della Chiesa dei Cocchieri, Palermo (foto Umberto Santoro)

Nella cripta della Chiesa dei Cocchieri, eretta sopra a un fiume sotterraneo che percorre Palermo, lo spettacolare atto performativo che evoca corpo, natura, preghiera

È un luogo soglia e questo mi interessa moltissimo. Stare sulla soglia, essere soglia. È sulla soglia che nasce la preghiera che è un medium tra la nostra disperazione e la nostra speranza, è affidarsi al proprio bisogno”. Parole che l’artista performer Tiziana Cera Rosco riferisce alla cripta della Chiesa dei Cocchieri, a Palermo, teatro nei giorni scorsi della sua performance Linfa, curata da Lori Adragna nell’ambito del progetto Border Crossing, tra gli eventi collaterali di Manifesta12. È la soglia il “luogo” eletto dell’elaborazione di quest’artista, quel territorio di passaggio dove il sincretismo spirituale e poetico si fa sinestesia fra scultura, fotografia, atto performativo. E questa cripta ne diventa paradigma: sorge sopra il letto di un fiume sotterraneo, ma dalla volta un buco mostra il cielo, era nata per seppellire i morti, oggi si apre ai vivi. “Il luogo in cui performo fa parte della performance tanto quanto me, è un corpo che abito, che percepisco, che mi porto dietro”, chiosa Cera Rosco.

Tiziana Cera Rosco, Linfa, Cripta della Chiesa dei Cocchieri, Palermo
Tiziana Cera Rosco, Linfa, Cripta della Chiesa dei Cocchieri, Palermo (foto Umberto Santoro)

Parole che – assieme alle immagini che vedete – raccontano dell’approccio dell’artista alla performance come momento di comunione con se stessa, con le proprie paure e le proprie sintonie, con gli elementi, con gli osservatori, con lo spazio. “Linfa è una preghiera del vivente e va agita in un luogo che è in grado di tenere insieme i vivi e i morti”, contestualizza l’autrice, abruzzese di origini ma milanese di adozione. Ed il territorio di confine viene qui marcato dalla linfa che nella rete capillare vegetale assume il colore rosso che l’associa ad un sistema vascolare umano: “il suono della performance è un respiro profondo, organico”.

Tiziana Cera Rosco, Linfa, Cripta della Chiesa dei Cocchieri, Palermo
Tiziana Cera Rosco, Linfa, Cripta della Chiesa dei Cocchieri, Palermo (foto Umberto Santoro)

Ma il momento di grande tensione creativa di Tiziana Cera Rosco – l’abbiamo seguita recentemente in due progetti fra La Spezia e Roma – non si ferma a Palermo: dal 7 al 28 ottobre la polveriera del Castello di Morsasco, nell’alessandrino, ospita la mostra personale di sculture “L’età dell’Osso”, che mette al centro la ricerca sul corpo, terreno di scavo archeologico fra richiami ancestrali e introiezioni ambientali. “Sculture incentrate sull’idea di Osso, sull’essenziale della propria presenza ibridata di polvere e radici”, racconta l’artista di queste opere “fatte asciugare sotto terra, in modo che conservino la memoria del luogo”…

Tiziana Cera Rosco, Linfa, Cripta della Chiesa dei Cocchieri, Palermo (foto Umberto Santoro)
Tiziana Cera Rosco, Linfa, Cripta della Chiesa dei Cocchieri, Palermo (foto Umberto Santoro)

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