Dopo il grande successo di pubblico della mostra su Steve McCurry, le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia consacrano un altro grande maestro della fotografia: Elliot Erwitt. Dal 13 ottobre 2018 fino al 27 gennaio 2019 arriva la mostra a lui dedicata, Elliott Erwitt Icons.
Un compendio unico di umanità, leggerezza e profondità. Così Biba Giachetti, curatrice della nuova mostra del Castello Visconteo su Elliott Erwitt (1928), riassume l’incredibile carriera del fotografo statunitense, oggi novantenne. Icons. Le icone rappresentate da Erwitt sono icone umane, che ritornano ai loro sentimenti. Ed ecco che in mostra si scorge una Marilyn (Monroe) in accappatoio che -pensosa- sfoglia le pagine di un libro spogliandosi delle vesti di diva, o che affacciata ad una finestra preferisce guardare l’interno, quasi a godersi ancora un attimo la quiete di un luogo sicuro. Troviamo una composta Jacqueline (Kennedy) di cui Erwitt riesce a scorgere una lacrima che scende lungo la veletta nera in occasione dei funerali del marito; Grace Kelly, il giorno del suo matrimonio, che severa procede verso il suo futuro cercando di nascondere, dietro un viso teso, la paura di non essere all’altezza. E ancora Che Guevara nei suoi connotati più tipici, un insolito J.F. Kennedy mentre fuma un sigaro cubano ed il diverbio tra Kruschev e Nixon. L’artista ha spesso colto personaggi, momenti e situazioni che si sono iscritti nell’immaginario collettivo come veri e propri emblemi di un’epoca.
Ma Erwitt non si accontenta delle grandi icone che hanno segnato la storia del novecento. Erwitt genera icone raccontando la vita, le miserie e le passioni che la scandiscono, narrando con estrema ironia anche l’assurdo e il surreale. Così si incontrano i suoi cani dall’espressione antropomorfa i quali fanno sorridere sostituendosi alla testa dei propri padroni, divertono fotografati vestiti come lord mentre passeggiano per le strade vivendo il mondo da una prospettiva diversa, fatta di scarpe, bastoni e lunghi cappotti.
Si incontrano i bambini, soggetti adorati dal fotografo per la loro spontaneità e per la capacità di trasmettere con leggerezza anche messaggi di sofferenza. Ed ecco lo scatto di un bambino che, sorridendo, si punta una pistola alla tempia, quasi ignaro della portata del suo gesto. Come sottolineato dalla curatrice, le immagini di Elliott avvicinano l’osservatore con leggerezza per poi lasciare tracce profonde.
Si passa poi ai temi più amati dal grande pubblico per la loro forza romantica di cui l’emblema è California Kiss, il famoso “bacio nello specchietto”, scatto accompagnato in mostra da ritratti di un amore meno patinato, più quotidiano e spontaneo, come quello della sua primogenita neonata sul letto, osservata dalla madre.
Infine, nella circolarità della mostra, oltre ai settanta scatti presentati, ci si imbatte in due video: il primo è un’intervista che Elliott Erwitt rilasciò quattro anni fa, che ben fa comprendere l’eccezionale somiglianza tra il fotografo e le sue stesse opere. Il secondo video, esclusiva della mostra, presenta un’altra parte della carriera dell’artista, meno conosciuta, dove decise di dedicarsi alla creazione di documentari caratterizzati da una cifra surreale, peculiarità di tutto il suo lavoro.
Non è necessario il colore per Elliott, il racconto della commedia umana è quasi tutto in bianco e nero. E così quelle immagini rimangono in un etere vicinissimo a tutti noi, nel quale si incontrano i riflessi di vite comuni che diventano icone senza tempo.
Informazioni utili:
Elliott Erwitt Icons
13 ottobre 2018 – 27 gennaio 2019
Pavia| Scuderie del Castello Visconteo, Viale XI Febbraio, 35
Da martedì al venerdì 10.00-13.00; 14.00-18.00
Sabato, domenica e festivi: 10.00-20.00
Tel. 0236638600
info@scuderiepavia.com