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Morto Elliott Erwitt, il poeta della fotografia in bianco e nero

ELLIOTT ERWITT | 'MARILYN MONROE', NEW YORK, 1956
ELLIOTT ERWITT | ‘MARILYN MONROE’, NEW YORK, 1956. Courtesy of Sotheby’s

È morto poche ore fa a New York. Elliott Erwitt, nato Elio Romano Erwitz (Parigi, 26 luglio 1928 – New York, 30 novembre 2023), è stato un grandissimo maestro della fotografia. Poeta del bianco e nero, fotografò i grandi e la gente comune con dolcezza e ironia. Da bambino visse a Milano e fu una colonna della Magnum. Era fotografia pubblicitaria e documentaria, noto per i suoi scatti in bianco e nero che ritraggono situazioni ironiche e assurde di tutti i giorni. Seguì lo stile di Henri Cartier-Bresson, maestro nel cogliere l’attimo decisivo

Il suo stile? Immortalare momenti di vita quotidiana con intelligenza e un tocco di caustico umorismo. I soggetti? I famosi ritratti di Che Guevara, di Kerouac, di Marlene Dietrich e delle grandi star del cinema, una su tutte Marilyn Monroe. Fotografie che hanno fatto la storia, come il diverbio tra Nixon e Krusciev, il funerale di Kennedy, il grande match tra Frazier e Alì. Fotografie dallo stile inconfondibile, caratterizzate dal bianco e nero e dal filtro ironico sulla realtà circostante, che partono dagli anni Cinquanta e arrivano fino ai giorni nostri esplorando i suoi grandi temi come i cani, i bambini, la società contemporanea, i viaggi nel mondo.

Erwitt ha attraversato la storia del mondo, lanciando il suo sguardo sui potenti della terra accanto a scene anonime e privatissime. Con un’incredibile capacità di raccontare allo stesso modo i grandi eventi che hanno fatto la storia e i piccoli accidenti della quotidianità. E con uno sguardo che riusciva sempre a sottolineare con delicatezza il carattere comico, insolito o ridicolo di alcuni aspetti dell’esistenza, con una predilezione per gli scatti rubati, catturati per strada, spesso all’insaputa dei soggetti ripresi, come è evidente nella serie Museum Watchers o negli scatti dedicati ai cani.

 

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