Due donne fatali. La Marilyn di Andy Warhol e la Cleopatra di Arnold Böcklin si incontrano alla Fondazione Magnani-Rocca. Fino al 9 dicembre 2018.
Cleopatra e Marilyn. Due donne diventate icone immortali. Appartenenti a epoche differenti, ma unite da un destino tragico. Non ebbero eguali per fascino e bellezza, amarono uomini potenti e divennero simboli del loro tempo attraverso le opere di grandi artisti. La morte di Cleopatra, olio su tela del 1872 del celebre pittore simbolista svizzero Arnold Böcklin, giunge alla Fondazione grazie alla collaborazione con il Kunstmuseum di Basilea. Nelle sale della Villa dei Capolavori di Mamiano la Cleopatra si confronta con una straordinaria Marilyn Monroe di Andy Warhol.
La Cleopatra di Böcklin destò da subito grande scandalo. L’opera infatti non esprime gli elementi tipici dell’immaginario esotico: la regina non è raffigurata in costumi egizi e la sua presenza sulla tela appare esuberante per la posizione della donna che, tenendo in mano il serpente, si protende quasi a uscire dalla cornice. Inoltre, l’uso fortemente contrastato di luce e ombra rende una sensazione di disvelamento e al contempo di mistero.
Cleopatra, figura storica attorno alla quale nel tempo si sono sommate e nutrite molteplici leggende, viene sempre ricordata per la sua grande capacità seduttiva e per la maestria nel gestire le sorti del proprio regno a cui riuscì fino all’ultimo a garantire una grande indipendenza da Roma. Legata prima a Giulio Cesare e quindi al triumviro Marco Antonio, arrivò a governare l’Oriente insieme al suo ultimo consorte; il loro enorme potere venne contrastato da Ottaviano che ad Azio sconfisse le truppe egizie e di Marco Antonio.
A seguito di questa disfatta, Antonio si suicidò e a breve Cleopatra lo seguì. Plutarco narra come la regina si sia tolta la vita col morso di un aspide, un cobra molto velenoso che da una morte graduale. La scelta di Böcklin di collocare Cleopatra tra la luce e l’ombra, con una carica drammatica ed emotiva particolarmente accentuata, fa simbolicamente intendere che il momento dipinto è quello successivo al morso del serpente, quindi quello del trapasso.
Da Cleopatra a Marylin, icona contemporanea per Andy Warhol. La Marilyn di Warhol è senza dubbio una delle opere che più hanno segnato l’iconografia contemporanea. Fu in seguito alla tragica morte dell’attrice trentaseienne nel 1962, che Warhol decise di trasformarne le sembianze in icona di massa della società americana. L’immagine, ripetuta serialmente e continuamente modificata dall’artista, è quella di una foto pubblicitaria per il film Niagara del 1953, l’unico in cui Marilyn interpreta un personaggio negativo.
Warhol applicò questa trasformazione e serializzazione indistintamente a prodotti commerciali e a personaggi mediatici, creando così una moderna mitologia del consumismo. Come le lattine della Campbell’s soup, anche il volto della diva si tramuta nella visione di un desiderio di massa. L’immagine si staglia contro un fondo buio uniforme con una sagoma immediatamente riconoscibile resa con un verde fosforescente, quasi un sudario della celebrità. Tutto questo a sottolineare la fine drammatica della vita di Marilyn ma anche ad assicurarle l’eternità. L’incontro tra queste due icone immortali celebrate attraverso le opere di due maestri del mondo dell’arte costituisce dunque un appuntamento imperdibile.
Informazioni utili
CLEOPATRA E MARILYN. ICONE IMMORTALI
Fondazione Magnani-Rocca, via Fondazione Magnani-Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
Dal 17 ottobre al 9 dicembre 2018
Dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17)
Sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18)
Lunedì chiuso
Ingresso: € 10,00 valido anche per la mostra “LICHTENSTEIN e la Pop Art americana” e per le raccolte permanenti – € 5,00 per le scuole
Tel. 0521 848327 / 848148
*Andy Warhol, Marylin, 1979 – 1986, acrilico su tela. © The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts Inc., by SIAE 2018