I cento anni dalla morte di Angelo Morbelli (1854-1919) diventano occasione per Venezia e la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro per omaggiare il pittore attraverso una mostra – a cura di Giovanna Ginex con la direzione scientifica di Gabriella Belli – che eccezionalmente riunisce il ciclo pittorico Il poema della vecchiaia, eseguito per la Quinta Esposizione Internazionale d’Arte del 1903. Dal 20 ottobre 2018 al 6 gennaio 2019.
Oltre ai sei dipinti del ciclo, riuniti a Venezia dopo 115 anni, l’esposizione comprende una selezione di opere di Luigi Nono, Lino Selvatico, Émile Claus, Ettore Tito e Ignacio Zuloaga, esposte alla Biennale del 1903 e poi acquistate dalle istituzioni veneziane per Ca’ Pesaro.
Composto da sei dipinti – Vecchie calzette, Il Natale dei rimasti, Mi ricordo quand’ero fanciulla, Siesta invernale, I due inverni e Sedia vuota – raffiguranti gli ambienti del Pio Albergo Trivulzio di Milano, il maggiore ricovero per anziani indigenti della città, Il poema della vecchiaia non era più visibile unitariamente dal 1903, quando differenti vicende collezionistiche divisero i dipinti.
Il recente rientro in Europa dall’America meridionale di Vecchie calzette, l’unica tela del ciclo mai più comparsa in pubblico dai primi anni del Novecento, ha permesso di riunire eccezionalmente i sei dipinti, ora conservati in musei pubblici, fondazioni e collezioni private. Grazie a ricerche d’archivio e ad alcune testimonianze fotografiche, è stato possibile ricostruire l’ordinamento originario delle sei tele voluto dal pittore, riallestendolo all’interno della Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, nella cui collezione è conservato Il Natale dei rimasti, acquistato per il museo nel 1903 dal Municipio di Venezia.
Il ciclo Il poema della vecchiaia rappresenta per Angelo Morbelli un riaccostarsi al tema della senilità, affrontato sin dal 1883 e mai più abbandonato sino alla morte, nel 1919. Le sei tele rappresentano il frutto di un impegno di grande rigore tecnico, avviato nell’autunno del 1901 e perseguito da Morbelli in modo pressoché esclusivo. Nella seconda metà dell’Ottocento, il tema dei “vecchioni” ha un’ampia diffusione nella pittura del realismo internazionale, tramite le esposizioni internazionali e la grafica. L’artista ne fa un tema portante della sua produzione, dipingendo e sperimentando le sue teorie sulle potenzialità della pittura divisionista entro gli ambienti dell’antico palazzo Trivulzio, in uno spazio dedicato in cui allestisce un atelier, condizione indispensabile per studiare da vicino anche i meccanismi psicologici insiti nella ritualità malinconica dei ricoverati.
Studi preparatori, disegni e fotografie testimoniano la rigorosa ricerca improntata alla tecnica divisionista, in cui luce e pigmenti sono attentamente calibrati per produrre l’impressione luminosa. Nella pittura d’ispirazione verista degli ultimi tre decenni dell’Ottocento le rappresentazioni del lavoro si intrecciano in modo significativo con un’iconografia che esplora ogni piega dell’emarginazione sociale, in un caleidoscopio di proposte tematiche, soluzioni formali e accenti emotivi. Lavoro, disoccupazione, fame, malattia, vecchiaia e morte condividono in queste opere una dimensione non salvifica, né tantomeno vicina all’aneddoto: testimoniano invece un disagio sociale profondo e diffuso che attraversava non solo l’Italia ma l’intero panorama europeo.
Il percorso espositivo si apre con una selezione di opere della collezione di Ca’ Pesaro: Abbandonati di Luigi Nono, Cappuccetto grigio di Lino Selvatico, Autunno di Émile Claus, La nascita di Venere di Ettore Tito e Zia Luisa di Ignacio Zuloaga, testimoniano le ricerche artistiche del primo Novecento in cui raffigurazioni dell’altera borghesia convivono con rappresentazioni su tematiche sociali.
Nella sala adiacente si ricrea la disposizione a parete del ciclo pittorico di Morbelli insieme a disegni preparatori e documenti d’archivio, che testimoniano la genesi delle sei opere realizzate per l’esposizione veneziana. Nella medesima sala si presenta il dipinto Ruscello del pittore svedese Anders Zorn, in mostra alla Sesta Esposizione Internazionale d’Arte del 1905, ammirato all’epoca per la luminosità e la potenza cromatica. Fu proprio Morbelli a chiedere che la tela di Zorn fosse collocata nel percorso espositivo accanto a Il Natale dei rimasti per favorire un confronto tra le due differenti tecniche pittoriche.
Informazioni utili:
Il poema della vecchiaia
20 ottobre 2018 – 6 gennaio 2019
Venezia, Ca’ Pesaro, Galleria Internazionale d’Arte Moderna| Santa Croce, 2076
10.00 – 18.00 fino al 31 ottobre | 10.00 – 17.00 dal 1 novembre
(la biglietteria chiude un’ora prima)
Chiuso il lunedì
Vaporetto Linea 1 fermata San Stae
Informazioni:
info@fmcvenezia.it
848082000 (dall’Italia)
+3904142730892 (dall’estero)
Prenotazioni:
848082000 (dall’Italia)
+3904142730892 (dall’estero)
Il poema della vecchiaia. Morbelli riunito per il centenario dalla scomparsa a Ca’ Pesaro