Un gruppo di ragazzi e ragazze che frequentano il College, tutti nati negli anni sessanta, sono uniti dalla voglia profonda di far in modo che di arte si parli non solo nelle riviste specializzate. Si autopromuovono una mostra e cambiano la storia dell’arte contemporanea.
London Shadow. La rivoluzione inglese da Gilbert & George a Damien Hirst
Dopo la mostra dello scorso anno ‘Le mille luci di New York’, Palazzo Zevallos Stigliano di Napoli rinnova la sua apertura verso l’arte e la cultura contemporanea con una nuova esposizione, questa volta dedicata alla ‘cool Britannia‘ degli anni novanta e alle contaminazioni della cultura inglese degli ultimi decenni fino ai nostri giorni. Da Hearing, Basquiat e Warhol si passa dunque a Damien Hirst e agli altri Young British Artists senza tralasciare l’arte inglese che dagli anni ’90 si fa concettuale. Due mostre che hanno un comun denominatore nella curatela di Luca Beatrice e nel ruolo centrale di Napoli – oggi come allora- sulla scena artistica internazionale grazie alla capacità dei collezionisti e dei galleristi della città di intercettare certi fenomeni proprio nel momento del loro farsi. Alcuni degli artisti più rappresentativi della mostra – Gilbert & George, Mat Collishaw, Darren Almond, Jason Martin – sono infatti rappresentati da galleristi napoletani. E proprio Napoli ha ospitato la prima mostra pubblica in Italia di Damien Hirst.
E’ dunque la vivacità culturale di Napoli la lettura che mette in relazione Palazzo Zevallos- sede museale di Intesa Sanpaolo a Napoli – con gli artisti che sono rappresentati in mostra. Il dialogo con un museo così ricco di storia e di capolavori della pittura a Napoli dal Seicento fino ai primi anni del Novecento è un ulteriore stimolo per Luca Beatrice:
“Poter esporre opere di arte contemporanea in luoghi così aulici, così segnati, è molto interessante. Del resto la grande mostra che ha consacrato questa generazione di artisti si tenne alla Royal Academy, nel tempio dell’arte britannica, suscitando da un lato qualche ‘disturbo’ e dall’altro un gran numero di fan impazziti”
Il contesto della ‘rivoluzione’
Per capire tutto questo però occorre fare un passo indietro, perché la rivoluzione inglese che investe l’arte contemporanea negli anni novanta – forse l’ultimo ‘movimento’ a presentarsi compatto nell’arte europea – nasce quasi per caso ma in un contesto estremamente favorevole, di autentica rinascita della città. Sono gli anni in cui Londra è la città più cool del mondo, dopo essere stata messa in un angolo dalla New York negli anni ottanta. La musica con il Brit Pop e l’elettronica, i club e i rave, la moda con l’icona di Kate Moss, la letteratura, il teatro e cosi via. E’ in questo contesto che, spiega Luca Beatrice:
“Un gruppo di ragazzi e ragazze che frequentano il College, tutti nati negli anni sessanta, sono uniti dalla voglia profonda di far in modo che di arte si parli non solo nelle riviste specializzate. Un’arte che avesse fondamentalmente le caratteristiche di quella dei ‘fratelli maggiori’ degli anni sessanta ma che non avesse paura di affrontare il grande pubblico e i nascenti mass media (in particolare la televisione). Questi ragazzi, invece di accontentarsi di una banale mostra di fine corso, decidono di autopromuoversi e autofinanziarsi una mostra che chiameranno Freeze, che, grazie al passaparola, diventerà l’evento cool della città che nessuno può perdersi”.
Nella nascente Young British Art un ruolo determinante ovviamente l’avrà l’intraprendenza di Damien Hirst anche grazie alla collaborazione con il pubbicitario Charles Saatchi. Da lì al famoso squalo in formaldeide il passo è breve. La mostra però sottolinea anche il contributo fondamentale delle ‘bad girls‘.
Il percorso espositivo
L’itinerario espositivo si snoda intorno al suggestivo salone centrale ricavato dal grande cortile seicentesco del palazzo. Un percorso apparentemente veloce – ventitré opere di sedici artisti – ma che i visitatori più attenti vivranno come un originale viaggio nella pluralità di linguaggi di questa sorta di rivoluzione dell’arte contemporanea. Le opere in mostra ( perfino quelle di uno stesso artista) esplorano temi, tecniche e materiali diversi portando con sé un’ insondabile complessità che ogni osservatore percepirà in modo personale.
Il denominatore comune infatti non è solo nell’irriverenza, la dissacrazione di tanti tabù e luoghi comuni ma anche nell’esplorazione di vari medium in una ricerca dalla vocazione fortemente sperimentale che ha influenzato l’arte contemporanea fino ai nostri giorni. Ogni artista di questa generazione ha sperimentato vari linguaggi nella propria carriera – installazioni, pittura che varia dall’astratto all’iperrealista, scultura e così via – e in mostra potrete verificare questo uso indiscriminato di vari medium per gli artisti presenti con più di un opera, compreso Damien Hirst . Ovviamente, il celebre artista di Bristol è i capofila degli YBA e i suoi tre lavori si trovano proprio all’inizio dell’allestimento, preceduti solo dalle opere di Gilbert & George che sono in qualche modo- per la stessa ammissione di Hirst- i precursori di quella fantastica stagione creativa al grido di ‘Art for All‘.
Proprio dall’irriverente ‘London Shadow’ del ‘duo terribile’ prende il nome la mostra: la moltiplicazione della Union Jack sullo stile delle Flags americane di Jasper Johns. Il fil rouge dell’intera mostra infatti è l’ironia, elemento indispensabile , in ogni rivoluzione di costume e società che si rispetti. Ecco dunque lo scheletro di bronzo di Marc Quinn intitolato ‘Waiting for Godot“o i lavori di Gavin Turk che giocano sull’imitazione di celebri icone dell’arte come ad esempio, un Concetto Spaziale di Fontana e il Love di Robert Indiana.
Se “Pharmacy‘ di Damien Hirst – pezzo forte della mostra proveniente direttamente dallo studio dell’artista – evidenzia la nostra risposta all’inquietudine legata alla caducità dell’esistenza fisica e spirituale, la farfalla di “Everes Comyntas‘ rappresenta la labilità della sua effimera bellezza.
La duplicità di ogni essere umano è ripresa invece dalle due opere con occhi specchianti di Douglas Gordon che invitano lo spettatore a identificarsi con volti celebri come quello di Haudrey Hapburn. Un discorso a parte meritano le Bad Girls, decisamente più aggressive nello scardinare stereotipi, allusioni sessuali e in generale il punto di vista maschile sulla donna – come i neon di Tracey Emin, le sculture di Sarah Lucas – o la routine della vita quotidiana con il video di Sam Taylor-Wood.
La mostra prende in esame anche ricerche più sperimentali che riguardano quell’arte inglese che dagli anni ’90 tende al concettuale che però ogni artista sviluppa con elementi di assoluta originalità come le serie fotografiche di Darren Almond che rappresentano elementi astratti come il tempo, le sculture minimaliste in plexiglas di Liam Gillick , il neon di Martin Creed o l’indagine sul confine tra pubblico e privato di Gillian Wearing.
Poi ci sono quelle opere difficili da classificare come le pitture verticali colate sulla tela senza l’uso di pennelli o mani (quindi prive di ogni gestualità come nell’espressionismo astratto americano) di Ian Davenport o ‘The Crystal Gaze n.1‘ di Mat Collishaw che cambia a seconda del punto di osservazione, così come la sua bella Ophelia che dialoga divinamente con la poetica bellezza di Palazzo Zevallos.
A tal proposito, ricordiamo che il biglietto d’ingresso permette di visitare anche la prestigiosa collezione permanente nei piani superiori che, tra i vari capolavori , annovera ‘Il Martirio di Sant’Orsola’ dipinto da Caravaggio, pochi mesi prima della sua morte.
Informazioni
London Shadow. La rivoluzione inglese da Gilbert & George a Damien Hirst
a cura di Luca Beatrice.
Fino al 20 gennaio 2019
Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano – Via Toledo 185, Napoli
Orari
Dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 19.00 (ultimo ingresso ore 18.30)
Sabato e domenica dalle ore 10.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso ore 19.30)
Lunedì chiuso
Chiusure
25 dicembre
Aperture straordinarie
1 novembre, 8, 17, 26 e 31 dicembre
Ingresso
Biglietto: intero 5 euro, ridotto 3 euro
Ingresso gratuito per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, clienti e dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo e domenica 21 ottobre 2018
Catalogo
Il catalogo, a cura di Luca Beatrice, é edito da Marsilio Editore
Contatti
Numero verde 800.454229
info@palazzozevallos.com
www.gallerieditalia.com