Un’antica amicizia quella tra il regista Marco Sciaccaluga e Gabriele Lavia che ha portato a tre collaborazioni importanti tra i due, la prima con lo spettacolo Ivanov, la seconda con Nemico del popolo e la terza con il Don Giovanni di Moliere. Ma non poteva mancarne una quarta quest’anno che il teatro Stabile di Genova è diventato Teatro Nazionale e così ecco nascere l’idea di mettere in scena JOHN GABRIEL BORKMAN, la penultima fatica di Ibsen.
“Quest’anno si sono create le giuste opportunità per questa nuova collaborazione e fuori dal cappello è uscito questo titolo. – ha detto Sciaccaluga in conferenza stampa- E’ sempre un piacere lavorare con attori come Lavia. Quando sono con lui ed altri grandi come Eros Pagni mi sembra di essere un domatore di tigri, docili, per carità, ma che non hanno mai perso la loro bestialità. Il testo è un grande capolavoro, scritto nel 1896. Ibsen inventa la modernità del teatro, ci proietta verso l’uomo della modernità, un pazzo, circondato da pazze. Questo testo è la storia del fallimento di un’idea del mondo. Borkman è una persona schiacciata fra passato e futuro. Il presente per lui non esiste, se non come confronto violento con quello che è stato e quell che sarà”.
Lo spettacolo debutterà Martedì 6 novembre alle ore 20.30 in Prima Nazionale al Teatro della Corte ed è in coproduzione con il Teatro Stabile di Napoli e il Teatro della Toscana. Un’opera complessa, austera, di raffinata bellezza per i ritratti umani presenti e per i dialoghi che sono attualissimi e al tempo stesso eterni, con cui si sono misurati alcuni dei più importanti registi da Luc Bondy a Ingmar Bergman.
“Il testo appartiene all’ultimo Ibsen – dice Lavia- e se traduciamo il cognome del protagonista troviamo l’ ”uomo corteccia” che la dice già lunga…Borkman è un uomo dal cuore di pietra che ha accanto a se due donne, due gemelle, che sostanzialmente sono la stessa persona; una è quella che è ha sposato e l’altra è quella che ha amato prima. E’ l’uomo dei nostri giorni, assolutamente contemporaneo, che cerca la felicità attraverso il denaro, l’oro, che non gliela darà ed invece lo porterà ad una brutta fine, infatti muore nel ghiaccio. Gli echi filosofici in questo testo sono molto forti, Ibsen infatti conosceva molto bene Zarathustra di Nietzsche”.
Accanto a Gabriele Lavia Marco Sciaccaluga ha scelto due straordinarie attrici come Laura Marinoni, nel ruolo della moglie Gunhild, e Federica di Martino nel ruolo di Ella, sorella gemella di Gunhild, a completare il cast sono Roberto Alinghieri, Giorgia Salari, Francesco Sferrazza Papa, Roxana Doran. Le scene e costumi sono di Guido Fiorato, le musiche originali (che vanno ad integrare la colonna sonora delle canzoni di Tom Waits) sono di Andrea Nicolini, le luci sono di Marco D’Andrea. Versione italiana di Danilo Macrì.
JOHN GABRIEL BORKMAN resta in scena fino a domenica 18 novembre. La prima rappresentazione dello spettacolo sarà preceduta, alle 19.45 nel foyer della Corte, da un breve concerto in collaborazione con il Conservatorio Paganini. L’ingresso al concerto è libero.
Mercoledì 7 novembre nel foyer della Corte alle ore 17.30, incontro con Marco Sciaccaluga e la Compagnia. Conduce Paolo Borio. Ingresso libero.