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Da Fattori a Signorini, i Macchiaioli alla GAM di Torino. Immagini dalla mostra

Giovanni fattori_bovi al carro_1867 Giovanni fattori_bovi al carro_1867
Giovanni fattori_bovi al carro_1867
Giovanni fattori_bovi al carro_1867

I MACCHIAIOLI. Arte italiana verso la modernità dal 26 ottobre 2018 al 24 marzo 2019 alla GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, a cura di Cristina Acidini e Virginia Bertone.

Macchiaioli. Dalla peculiare tecnica di pittura “a macchia”. Un inedito excursus alla Galleria d’Arte Moderna di Torino dedicata all’indagine sulla “macchia”, e sul vero: pittori piemontesi, liguri e toscani a confronto in un’analisi completa e puntuale sul movimento che rinnovò la pittura italiana di metà Ottocento. Partendo da un nucleo di 11 opere appartenenti proprio alla GAM di Torino, sono stati affiancati quasi 70 dipinti provenienti da noti musei e collezioni pubbliche e private italiane. La prestigiosa collezione ottocentesca della GAM -istituzione nata proprio nel 1863, quando Torino capitale era al centro di un vivace fermento culturale- è qui protagonista nella riscoperta dei più celebre artisti piemontesi della Scuola di Rivara (Carlo Pittara, Ernesto Bertea, Federico Pastoris e Alfredo D’Andrade) e dei liguri della Scuola dei Grigi (Serafino De Avendaño, Ernesto Rayper). Non mancano dialoghi e confronti con i grandi maestri della macchia: Cristiano Banti, Giovanni Fattori, Telemaco Signorini, Odoardo Borrani ed Antonio Fontanesi, ricordato nel bicentenario della nascita.

Telemaco Signorini_MArina di viareggio_1860
Telemaco Signorini_MArina di viareggio_1860
Giuseppe Bezzuoli
Giuseppe Bezzuoli

La mostra indaga il ventennio 1850-1870, con un particolare focus sugli anni Sessanta, momento di massima maturità e splendore della pittura macchiaiola. Di fondamentale importanza, infatti, è proprio il contesto storico in cui si sviluppa e si diffonde il movimento della macchia: i moti rivoluzionari del 1848, l’unificazione d’Italia sotto la dinastia dei Savoia (1861), il trasferimento della capitale da Torino a Firenze (1865) e infine a Roma (1870), sono gli avvenimenti politici e sociali più significativi di questa fase determinante della storia nazionale.

Giovanni Fattori_Soldati Francesi
Giovanni Fattori_Soldati Francesi
I Macchiaioli alla GAM di Torino
I Macchiaioli alla GAM di Torino

L’arte della macchia nacque a Firenze, dove i giovani artisti del Caffè Michelangiolo, luogo cosmopolita e vivace nato nel 1848, ne misero a punto le linee guida. Animati dalla volontà di un totale rinnovamento linguistico, i giovani artisti dell’Accademia erano influenzati dalla diffusione, fin dagli anni Quaranta, del pensiero positivista e del suo approccio scientifico alla realtà. Il nuovo linguaggio pittorico era volto ad una rappresentazione della realtà finalmente svincolata dai dettami romantici (retti dal connubio natura-sentimento) e legata solamente a regole e convenzioni formali e rigorose.  Ben presto la nuova corrente divenne il simbolo della modernità inaugurando una nuova fase nella pittura italiana.

Raffaello Sernesi_postura in montagna_1861
Raffaello Sernesi_postura in montagna_1861
Vincenzo Cabainca_il mattino
Vincenzo Cabainca_il mattino

La prima affermazione pubblica dei macchiaioli si ebbe a Torino nel 1861, in occasione dell’annuale esposizione della Società Promotrice di Belle Arti. Le opere di Telemaco Signorini e Vincenzo Cabianca vennero qui aspramente criticate e discusse per l’utilizzo sovversivo di luci e cromie. I dipinti e i disegni di Antonio Fontanesi, vicini ai brani di naturalismo francese, incontrarono invece il gusto della critica, anche in occasione dell’Esposizione fiorentina dello stesso anno.

“Era il 1861, epoca della prima Esposizione Italiana a Firenze. In quel tempo (Fontanesi) ebbe incontestabilmente il primo posto fra i paesisti” Cristiano Banti, Firenze, 15 aprile 1888

Da questo momento in poi, dopo una prima sperimentazione sui contrasti luministici e cromatici, le ricerche del gruppo si spinsero verso la definizione di un linguaggio più equilibrato. Fra i risultati più alti di questo periodo troviamo i paesaggi di Sernesi e di Borrani.

Odoardo Borrani_la raccolta del grano sull'appennino
Odoardo Borrani_la raccolta del grano sull’appennino
I Macchiaioli alla GAM di Torino
I Macchiaioli alla GAM di Torino

Tra gli anni Cinquanta e Sessanta la sperimentazione della macchia è accompagnata dal rinnovamento dei soggetti politici, storici e paesaggistici in linea con i cambiamenti sociali e culturali di un momento storico estremamente vivace per il nostro paese. Il paesaggio diviene un tema ricorrente nella poetica artistica macchiaiola, tale scelta fu dettata da un radicale desiderio di rinnovamento del tradizionale repertorio accademico accompagnato da una nuova sensibilità nei confronti del mondo naturale.

La predilezione di temi rurali si esplica nella volontà degli artisti di lavorare immersi in una natura incontaminata, lontani dai già affollati centri urbani. Castiglioncello fu la meta prediletta dai macchiaioli, ospiti di Diego Martelli: Sernesi, Abbati, Fattori, Borrani e tanti altri solevano ritrovarsi qui e lavorare en plein air.

giovanni fattori_La signora martelli a castiglioncello
giovanni fattori_La signora martelli a castiglioncello
Antonio Fontanesi_.il vespero_JPG
Antonio Fontanesi_.il vespero

Il percorso di artisti seppur geograficamente distanti si dimostra estremamente affine per la scelta di soggetti condivisi dal gruppo, colti però secondo angolature e punti di vista differenti. Sono di questo periodo i tipici quadri macchiaioli dal taglio basso e allungato.

Il paesaggio è poesia intima, la poesia della verità, l’eliminazione di quanto è chiassoso; il paesaggio è la semplicità elegante, l’osservazione, il fantasticare della mente in un’ora di quiete.” Giuseppe Giacosa, in “L’Arte in Italia” 1970

Nel 1972 Giovanni Camerana menzionò il Gruppo della Scuola di Rivara nella rivista torinese “L’arte in Italia” cogliendo positivamente i tratti stilistici dei pittori piemontesi Vittorio Avondo ed Ernesto Bertea e dei liguri Ernesto Rayper e Alberto Issel, vicini ai paesaggi romantici di Alexandre Calame e alla pittura francese della scuola di Barbizon.

ernesto rayper_in cerca di legna_1869
ernesto rayper_in cerca di legna_1869
Francesco Gamba_MAre montante_partenza per la pesca_1862
Francesco Gamba_MAre montante_partenza per la pesca_1862

Fondato da Diego Martelli sul finire degli anni Sessanta, con l’intento di aprire la pittura locale a vedute più internazionali, il “Gazzettino delle Arti e del Disegno” fu una pubblicazione di notevole pregio ed interesse, volta alla diffusione di concetti estetici innovativi.

Signorini collaborò a lungo con il Gazzettino, rendendo così note le sue ricerche stilistiche e contenutistiche legate al tema del paesaggio.

“Impedire lo sviluppo della pittura di genere e del paesaggio è sconoscere il proprio secolo, è volere a forza vivere nel passato”

Telemaco Signorini, 1867

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