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Cattedrali di materia assente. Focus su Edoardo Tresoldi, uno dei più importanti artisti italiani nel mondo

Edoardo Tresoldi_Etherea © Roberto Conte 4 Edoardo Tresoldi_Etherea © Roberto Conte
Edoardo Tresoldi_Etherea © Roberto Conte 4
Edoardo Tresoldi_Etherea © Roberto Conte

Abstract dell’articolo pubblicato con il medesimo titolo su ART&LAW n. 4/2018 (rivista scientifica di matrice giuridica di Negri-Clementi Studio Legale – cfr. http://negri-clementi.it/it/artlaw-2018/ )

Cosa significa scolpire un paesaggio? Significa fare di un luogo un’opera d’arte viva che respira e si evolve con gli elementi del luogo; significa generare un’esperienza in grado di metterci in connessione con l’identità ma anche con la sacralità del luogo.”

Sono le parole di Edoardo Tresoldi, giovane artista milanese, celebre in tutto il mondo per le sue grandi installazioni di rete metallica, trasparenti e apparentemente leggere e delicate, capaci di dialogare con la natura e il paesaggio che le ospita.

Edoardo nasce nel 1987 a Cambiago, piccolo comune della città Metropolitana di Milano, e inizia ad interessarsi all’arte giovanissimo all’età di 9 anni frequentando lo studio del pittore milanese Mario Straforini per apprendere l’arte della pittura. Si forma e diploma all’Istituto d’Arte di Monza e compiuti i 20 anni si trasferisce a Roma per lavorare come scenografo nel mondo del cinema. Quest’esperienza avvicina Edoardo al paesaggio insegnandogli come meglio osservarlo e analizzarlo e trovando le giuste componenti tecniche e materiche per raccontare una storia e trasmettere una espressione emotiva.

Edoardo Tresoldi_Etherea © Roberto Conte
Edoardo Tresoldi_Etherea © Roberto Conte

La svolta artistica di Edoardo avviene nel 2013 quando decide si partecipare – incoraggiato da Gonzalo Borondo[1] – al Mura Mura Fest, un festival di Arte Urbana[2]che si tiene in Calabria, spinto principalmente dalla volontà di parlare di paesaggio e di natura e realizza così la sua prima opera – Il collezionista di venti (Pizzo Calabro): un uomo seduto su un muretto che volge lo sguardo verso il mare e in particolare verso le isole Eolie. L’idea alla base del progetto – afferma l’artista – era quella di raccontare una storia semplice quasi invisibile, invisibile come l’effetto creato dalla rete metallica[3] che Edoardo modella per dare forma a una figura umana in dialogo con luce, agenti atmosferici e ambiente circostante.

“La vera essenza di cui è fatto ‘Il Collezionista di venti’ è il paesaggio stesso”[4]afferma Tresoldi.

Dopo l’esperienza in Calabria, Edoardo lascia la carriera di scenografo per dedicarsi a tempo pieno a quella d’artista; comincia infatti a lavorare in studio realizzando una serie di sculture e a girare l’Italia e l’estero costruendo grandi installazioni site specific di arte pubblica, come era stato per la prima.

E’ nel 2015 con l’opera temporanea Control (Londra) che l’artista presenta ufficialmente il concetto di “materia assente” ossia la rappresentazione di una proiezione mentale, filtro e forma attraverso cui raccontare luoghi, istanti, enti. Innesca dialoghi ininterrotti con lo spazio e la storia, proietta la sostanza dell’oggetto in relazione a un’inedita estensione temporale; ciò che è dissolto, o non è mai esistito, rivive in un tempo non suo. Il linguaggio della trasparenza che porta con sé la capacità di tessere nello spazio qualcosa che non c’è, rende plastica la negazione della materia e rivela il risultato di una mancanza, quindi l’astrazione della realtà e la sua identità visiva senza riferimenti nel tempo[5].

Pizzo Calabro Tresoldi
Pizzo Calabro, Edoardo Tresoldi

Tale poetica è particolarmente evidente in Chained (Università Bicocca – Milano, 2015), installazione permanente site specific (in collaborazione con l’amico pittore Borondo e a cura della galleria Wunderkammern). La facciata rosso mattone dell’edificio universitario milanese fa da tela al murale di Borondo: un abbraccio silenzioso ed enigmatico tra cinque uomini che insieme formano una figurazione circolare. Sollevando la testa verso il cielo si scorge una figura umana che, sfidando la bidimensionalità, sembra liberarsi dal dipinto e fuoriuscirne. E’ una scultura trasparente di Tresoldi, prolungamento perfetto del murale dell’artista spagnolo tanto che il significato delle due opere è da ricercare attorno al concetto di “passaggio”, il passaggio di vita legato ad un percorso di studi oppure più in generale lo sforzo dell’uomo a voler andare oltre i propri limiti grazie alla spinta fornita dal gruppo.

Nel corso del tempo alle figure umane alterna sempre più geometrie dei piani e dei cubi dando vita a imponenti opere d’arte architettoniche di ispirazione classica e rinascimentale[6] che non escludono il paesaggio ma lo includono, valorizzandolo. Le dimensioni crescono a dismisura fornendogli la possibilità di generare mondi inimmaginabili.

L’opera architettonica forse più significativa e maestosa mai realizzata dall’artista in Italia è l’installazione permanente che riproduce la Basilica paleocristiana Santa Maria, situata nel parco archeologico di Siponto vicino a Manfredonia (Puglia). Frutto di una coraggiosa committenza pubblica da parte del MiBACT e della Soprintendenza dei beni archeologici della Puglia che ha stanziato nel 2016 all’interno del progetto “Dove l’arte ricostruisce il tempo”, 3.5 milioni di euro di cui 900.000 impegnati per l’opera di Tresoldi, allo scopo di conservare e valorizzare un bene artistico da troppo tempo dimenticato.

Sono serviti 4 mesi di lavoro per realizzare una basilica alta 14 metri e composta da 4.500 metri quadrati di rete metallica elettrosaldata zincata.

Edoardo Tresoldi_Basilica di Siponto © Roberto Conte
Edoardo Tresoldi_Basilica di Siponto © Roberto Conte

Prima dell’intervento artistico, si potevano osservare solamente le fondamenta e i resti di quella che un tempo era l’antica cattedrale romanica della città risalente all’XII secolo. Sono stati necessari, specialmente nella prima fase di realizzazione, alcuni test e studi sui materiali e sulle attrezzature per evitarne il danneggiamento. Non una fedele ricostruzione della Basilica, bensì il suggerimento della sua presenza, disegnata nell’aria e integrata perfettamente nel contesto storico e ambientale.

“Attraverso la trasparenza ho ricostruito la Basilica sparita e l’ho riportata attraverso la sua essenza alla sua dimensione più eterea – commenta Edoardo Tresoldi a TEDx Bologna (2017) – Una chiesa sospesa nel tempo che mostra principalmente la sua assenza raccontando la sua storia e al tempo stesso esprime l’identità e la sacralità del luogo in cui è stato fatto l’intervento.”

Edoardo grazie al suo linguaggio è stato in grado di raccontare il patrimonio archeologico e il paesaggio circostante attraverso un’esperienza emotiva nuova. Inoltre tale investimento economico volto alla riqualificazione e alla valorizzazione del territorio locale attraverso l’arte contemporanea ha portato ad un significativo e tangibile risultato: Siponto è passato da ricevere 800 visitatori all’anno ad accoglierne oltre 120.000 quello successivo (150 volte tanto).

La Basilica è stata inoltre premiata il 12 ottobre scorso alla Triennale di Milano ricevendo la Medaglia d’Oro all’architettura italiana 2018, con il Premio speciale alla committenza. Lo stesso giorno è stata inaugurata la mostra a cura di Nadia Stefanel “La Basilica di Siponto di Edoardo Tresoldi. Un racconto tra Rovine, Paesaggio e Luce” visitabile fino al 13 gennaio 2019 presso la Fondazione Dino Zoli (Forlì).

Chained-Milano-2015-Tresoldi-e-Borondo-woek-in-progress
Chained-Milano-2015-Tresoldi-e-Borondo-work-in-progress

Edoardo, oltre che in Italia, è molto amato anche all’estero.

Tra le opere più impressionanti si ricorda Baroque (Eaux Claires Festival, Winsconsin, USA, 2017) – un esempio di commistione tra arte visiva e musica classica; Archetipo (Private Royal Event, Abu Dhabi, Emirati Arabi Uniti, 2017) – un intenso dialogo tra l’opera dell’uomo, sintetizzata nelle forme architettoniche, e l’opera della natura, simboleggiata dalla vegetazione che irrompe negli spazi dando vita ad un giardino assoluto abitato da uccelli che volano immobili sopra la struttura; e infine Aura (Le Bon Marché Rive Gauche, Parigi, 2017) – due cupole dalla forma quasi identica ma di differenti materiali e fisicità, incarnano due diversi ambiti della storia dell’architettura: una è l’anima della forma ed evoca la nostalgia per ciò che è stato, l’altra invece è un guscio vuoto, erosa dagli eventi atmosferici che ritorna alla natura. Alte 8 metri ciascuna, una in rete metallica e l’altra in lamiera ondulata (quest’ultima utilizzata qui per la prima volta), sono rimaste sospese per oltre un mese nei meravigliosi soffitti in vetro progettati da Gustave Eiffel per il più grande magazzino della capitale francese.

Tutti questi successi hanno valso a Tresoldi nel 2017 l’inserimento – da parte della prestigiosa rivista Forbes – nella classifica dei trenta artisti under trenta più influenti d’Europa.

Il suo ultimo capolavoro è Etherea, opera onirica e immersiva, realizzata quest’anno in occasione di Coachella Valley Music and Arts Festival – uno degli eventi musicali più importanti e attesi al mondo – nell’Empire Polo Fields di Indio in California. Si tratta di un’installazione site specific composta da tre sculture trasparenti ispirate alle architetture barocche e neoclassiche, dalle forme identiche ma di dimensioni diverse, disposte assialmente secondo altezze crescenti di 11, 16,5 e 22 metri.

L’artista ha spiegato che “Etherea si struttura su un percorso percettivo crescente che utilizza l’architettura come luogo e strumento della contemplazione, uno spazio specifico dove il cielo e le nuvole vengono raccontate attraverso il linguaggio architettonico classico. Il gioco ottico di prospettive e rapporti dimensionali, generato dal passaggio attraverso le tre sculture e le tre scale di misura, riduce o amplifica la distanza tra uomo e cielo grazie alla trasparenza della rete metallica”. E ancora, “vorrei portare le persone a guardare in alto, perché quando ti relazioni con il cielo è un momento molto intimo, anche se sei in mezzo a tante persone.”[7]

Edoardo Tresoldi con la sua poetica della “materia assente”, l’utilizzo della rete metallica, il linguaggio della trasparenza e il dialogo continuo con la natura, il paesaggio e la sacralità del luogo, rappresenta un bell’esempio, tutto italiano, di giovane artista, unico nel suo genere, già consacrato dalla critica e dal mercato dell’arte globale, capace – attraverso le sue sculture – di dar vita a codici architettonici innovativi e visionari da scoprire e da vivere.

E a questo punto non vediamo l’ora di vedere il suo prossimo ‘gigante silenzioso’.

Edoardo Tresoldi_Etherea © Roberto Conte 4
Edoardo Tresoldi_Etherea © Roberto Conte

[1]Gonzalo Borondo (Valladolid, Spagna, 1989) è un importante pittore e street artist spagnolo. Il cuore della sua poesia è la ricerca di ciò che è sacro e la natura sottile della psiche umana. Borondo ha realizzato dipinti e installazioni di arte pubblica in tutto il mondo, ottenendo il premio Arte Laguna nella sezione “Land Art and Urban Art” nel 2018 grazie all’opera “Cenere” (Selci IT, 2017). E’ stato proprio Borondo a incoraggiare l’amico Tresoldi a continuare la sua personale ricerca e il suo percorso artistico portato avanti fino a quel momento in silenzio.

[2]Con il termine “Festival di Arte Urbana” si intende una serie di manifestazioni artistiche (murales, installazioni di sculture, land art, video arte, performance…etc.) che hanno luogo periodicamente in determinate località, con rappresentazioni di particolare rilievo e con programmi aventi di solito una loro peculiarità costante. Tra i più celebri si ricorda Upfest – The Urban Paint Festival (Bristol, Regno Unito), il più grande e gratuito festival di arte e graffiti in Europa che quest’anno si è svolto dal 28 al 30 luglio e ha visto la partecipazione di oltre 300 artisti provenienti da 30 paesi del mondo. In Italia invece si trova ad esempio da febbraio a novembre il festival Memorie Urbane, il cui obiettivo è riscoprire la città attraverso l’arte urbana contemporanea (si svolge a Gaeta, Terracina, Fon di, Formia, San Cosma e Damiano, Cassino, Arce, Valmontone, Caserta, Ventotene, Itri e Latina); in settembre (quest’anno dal 10 al 16 settembre) ha luogo FestiWall presso la bella Ragusa in Sicilia; mentre a Sapri (Campania) sei anni fa nasce Oltre il muro, un festival innovativo che nelle passate edizioni ha visto la partecipazione di grandi artisti come Cyop&Kaf, Alice Pasquini detta Alicè, NemO’S, RUN, Vaga, Borondo e appunto Edoardo Tresoldi che ha partecipato nel 2014 con l’opera Pensieri.

[3]La scelta di utilizzare fili metallici per scolpire le proprie installazioni artistiche proviene dal mondo del cinema. Si serviva infatti della rete metallica per creare strutture di scenografie che poi andava a ricoprire con altri materiali di scena.

[4]TEDx talk Bologna (2017) – Edoardo Tresoldi – Materia Assente.

[5]https://www.edoardotresoldi.com/concept/ (Consultato ad agosto 2018).

[6]I riferimenti artistici di Edoardo Tresoldi sono molteplici. Dai grandi maestri italiani del XV-XVI secolo quali Michelangelo, Palladio, Borromini e Bernini, passando per le teorie paesaggistiche di studiosi come Christian Norberg-Schulz, per giungere naturalmente alle esperienze di Land Art.

[7]Intervista rilasciata da Edoardo Tresoldi a Rolling Stones (14 aprile 2018 di Nicolas Ballario)

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