Il ministro parla di creare un vero e proprio sistema culturale universale che produca anche un circuito lavorativo. A sei mesi dall’insediamento però gli atti in questa direzione sono ben pochi
“L’investimento in cultura è un investimento con un alto moltiplicatore che genera velocità, forza ed energia all’interno dell’economia”. Questo ha dichiarato, fra l’altro, il Ministro per i beni culturali Alberto Bonisoli, partecipando nei giorni scorsi ad un panel sul multiculturalismo, inserito tra gli eventi previsti dal VII Forum Internazionale della Cultura, in corso a San Pietroburgo. Forum che vede, quest’anno, l’Italia ospite d’onore: e al panel hanno partecipato anche i ministri della Cultura di Russia, Vladimir Medinsky, e del Qatar, Salah bin Ghanim Al Ali. “La cultura è quel che dà identità alle persone e alle comunità. Noi ci identifichiamo, ci raccontiamo e ci presentiamo agli altri attraverso il nostro bagaglio culturale, personale, familiare e nazionale”, ha aggiunto il Ministro.
Poi rispondendo ad una domanda dei giornalisti sull’importanza degli investimenti in cultura, Bonisoli ha dichiarato: “Lo Stato ha il compito principale di aiutare i settori culturali fragili, soprattutto quelli che strutturalmente non producono un ritorno economico (restauro e conservazione, ad esempio)”. Aggiungendo: “La prima sfida che dobbiamo affrontare è quella di creare un vero e proprio sistema culturale universale che produca anche un circuito lavorativo”. Parole incoraggianti: ma dove sono i fatti? A quasi sei mesi dall’insediamento, quali sono gli atti, o anche solo i propositi concreti, compiuti in questa direzione? Per ora agli atti ci sono diatribe polemiche sulle domeniche ai musei, sul bonus cultura per i giovani, e ben poco altro…
