Si è appena conclusa l’intensa settimana delle November Sales di New York per l’Arte Moderna e Contemporanea, ed è tempo di fare un po’ i conti, fra sorprese, aspettative rispettate, milioni volati, record e capolavori rimasti invenduti. Qui tutto quello che c’è da ricordare di questi giorni.
>> IMPRESSIONISM & MODERN – Un mercato oggi oscillante e imprevedibile, soprattutto quando non coperto da garanzie
La settimana è iniziata decisamente sottotono con le Evening Sales di Impresionist & Modern che tanto per Christie’s domenica sera che per Sotheby’s lunedì hanno portato risultati di fatto al di sotto delle aspettative iniziali. Il bidding in generale è stato infatti abbastanza instabile e ad intermittenza, e le stime aggressive ottimisticamente assegnate ai top lots, in gran parte presentati senza la sicurezza di garanzie, non hanno questa volta saputo scatenare la battaglia fra i trophy hunters.
Christie’s è riuscita comunque a chiudere la serata con un dignitoso 85% di venduto, per un totale di $279.2 milioni, che ha comunque lasciato un ampio malcontento data l’aspettativa iniziale di $304.7 milioni, ed essendo circa solo metà rispetto alle stesse aste di novembre dell’anno scorso che avevano portato a casa un $479.3milioni (forti però anche della visibilità della vicinanza alla memorabile Rockefeller sale) Non tanto migliori sono state poi le Day Sale, con un 70% per un totale di $38.2m.
Una delle più grandi delusioni dell’asta (che, date le cifre, ha sicuramente influito su un totale finale decisamente più basso) è stato il magnifico quadro di Vincent van Gogh Coin de jardin avec papillons (1887): offerto senza garanzie, ha visto i bid arenarsi ai $30 milioni, finendo così invenduto, fra i mormorii sorpresi della folla, a soli 10 milioni dal raggiungere il prezzo di riserva di (pare) 40 milioni. “Era una splendida opera, con una stima ambiziosa” ha commentato lo specialista Max Carter dopo l’asta, “Queste cose accadono.”
La stessa cosa è però accaduta anche per altri lotti importanti della serata, come La statue Volante di Magritte (rimasta invenduta a $5 milioni), o l’altra grande delusione per l’opera di Picasso, Femme au béret orange et au col de fourrure (1937), finita invenduta da stima iniziale di $ 15-20 milioni, nonostante la fortuna di cui gode generalmente in asta il soggetto di Marie-Thérèse, rispetto a tutte le altre donne dell’artista.
E’ stato invece aggiudicato ad un anonimo acquirente asiatico al telefono con Rebecca Wei (a capo di Christie’s Asia) Le bassin aux nymphaés (1919) di Monet per una cifra di $28miliini, comunque al di sotto dell’ambiziosa stima iniziale di $30-$50milioni, come sotto la stima minima è stata venduta anche la Femme assise (1957)di Giacometti, l’ultima delle 4 ancora in mani private, aggiudicata a $ 13,812,500 compresi i diritti. Non è volata nemmeno La Lampe (1931) di Picasso, sebbene fosse stata scelta come cover lot dell’asta e presentata con una stima importante di $25 – $35 milioni, coperta da una third-party guarantee, si è limitata a rispettare la stima andando venduta a $29.6 milioni (BP incluso)
A rischiarare la serata ci sono stati però gli ottimi risultati del paesaggio innevato di Monet Effet de neige à Giverny (1893), aggiudicato a $13.5 milioni ($15.5 m con BP), ben al di sopra dunque della stima iniziale di $5 – 8milioni, come poi un’altra piacevole sorpresa è stata Tamara de Lempicka La Musicienne, che ha raggiunto alla fine $ 9.1 milioni con diritti, segnando il nuovo record per l’artista.
Per l’orgoglio italiano, una Natura Morta (1959) di Giorgio Morandi sempre inclusa nella Evening Sale è stata aggiudicata per $750,000, superando la stima iniziale di 300,000/500,000.
Molto bene è andata invece poi il giorno seguente la speciale curated sale dedicata ai fratelli Giacometti, Alberto and Diego Giacometti: Masters of Design, mettendo insieme lavori giunti alla sede di Londra e quella di New York negli ultimi anni: il totale è stato infatti di $11,467,250 (più del doppio della stima iniziale) con 100% di venduto. L’asta è stata seguita nel pomeriggio da Impressionist and Modern Art Works on Paper Sale e Impressionist and Modern Art Day Sale, per un totale di $38,216,500. Fra i lotti offerti nella day sale del mattino una splendida piazza di De Chirico del 1956 da una collezione del Midwest è stata aggiudicata a ben $ 312,500 quasi raddoppiando la stima iniziale di $ 150,000 / 250,000.
Scelte diverse in termini di artisti sono state invece quelle di Sotheby’s, che ha puntato tutto su nomi meno ricorrenti ed un tripudio di colori, fra Fauve (in particolare Vlaminck) ed espressionismo tedesco di un’importante collezione Europea. L’asta di lunedì sera è finita così con $315.4m di totale, dai $283.9-$393 milioni stimati pre-asta, ma con solo 75% di venduto.
Sono andati molto bene appunto i lotti iniziali, in particolare i primi 11 lotti di “The Triumph of Color” che hanno aperto l’asta portando a casa soli $111 milioni con premium. Fra questi anche dei magnifici Kandinsky, come lo splendido “Improvisationauf Mahagoni” per la prima volta in asta e aggiudicato a 24,233,800 ( dalla stima di $15/20M).
Protagonista assoluto della serata è stato però il quadro di pura luce di Magritte, “Le Principe du Plaisir”, che ha segnato il nuovo record mondiale dell’artista $26.8 milioni, e probabilmente anche l’inizio di una di una nuova dovuta riscoperta da parte del mercato.
Altra sorpresa e riscoperta è stato Oskar Kokoschka, con Joseph de Montesquiou-Fezensac (1910), presentato come “il più importante ritratto dell’artista mai presentato in asta”: da una stima iniziale di $15/ $20 milioni è finito a esser battuto a $17.8milioni, più che quadruplicando il precedente record in asta dell’artista.
Molto bene poi anche Egon Schiele con Dämmernde Stadt (Die Kleine Stadt II) (City in Twilight (The Small City II)) (1913), aggiudicato dopo una battaglia di bid telefonici a $ $24.6 milioni, con premium. Come poi per la parte invece delle Americhe è stato ottimo il risultato di Rufino Tamayo, con Paisaje Del Paricutín (Volcán en Erupción) salito a ben $3.4 milioni, più che raddoppiando al stima iniziale di $1.8 milioni.
Tuttavia, nonostante questi successi, il ritmo si è poi un po’ allentato con il passare dei lotti lasciando molti degli ultimi invenduti. Alla fine, con ben 15 su 65 lotti invenduti, sono stati più che altro questi capolavori a salvare il risultato finale della serata di Sotheby’s.
>> EBSWORTH COLLECTION fa volare alle stelle l’arte americana segnando nuovi record.
Ci ha pensato invece la qualità incredibile della collezione Ebsworth, a risollevare il morale (e i bilanci) di Christie’s pochi giorni dopo, portando totale di $317.8 milioni e un 88% di venduto dei 42 lotti offerti, e superando facilmente la stima iniziale di $258.3 milioni.
Come annunciato star indiscussa della serata è stato Edward Hopper con Chop Suey (1929), uno degli ultimi capolavori dell’artista degli anni ’20 ancora in mani private, aggiudicato al telefono dall’enfant terrible della casa d’aste, Loïc Gouzer, a $85 milioni. Con premium il final price è stato di $91.9M, andando non solo ad eclissare il precedente record in asta per Hopper di $40.5 M (sempre segnato da Christie’s nel 2013 con East Wind Over Weehawken (1934), ma stabilendo anche un nuovo record per l’intera categoria dell’American Art, che recentemente, grazie anche alla messa in vendita di collezioni importanti, sta vedendo un notevole incremento di attenzione e risultati. In particolare la collezione Ebsworths è stata definita come un'”occasione unica, once in life” per acquisire veri capolavori del modernismo Americano.
Per quanto Christie’s non l’abbia dichiarato pubblicamente, pare ci sia poi un lieto fine per questo Hopper di cui tanto si è parlato: il chairman Marc Porter ha fatto intendere che l’opera è stata molto probabilmente acquistata da qualche importante istituzione americana, commentando con un sorriso nel post-sale di “sperare di rivederlo appeso molto presto“, come già si mormorava nei giorni d’esposizione.
Altro top lot da record della serata è stato Willem de Kooning con Woman as Landscape (1954-55), aggiudicato a $61 milioni ($68.9 milioni con diritti), superando il precedente record in asta dell’artista di $66.3 milioni (segnato sempre da Christie’s nel 2016 per un suo untitled del 1977 ). Saliti alle stelle anche altri due straordinari lotti inclusi in questa importante collezione di assoluta qualità: il denso intreccio del dripping di Jackson Pollock in Composition with Red Strokes (1950), aggiudicato a una signora in sala a $55.4 milioni (BP incluso), mentre la splendida imponente tela astratta di Joan Mitchell, 12 Hawks at 3 O’Clock (1960), è stata aggiudicata a $14 milioni, confermando la crescente attenzione e successo dell’artista. Prima che la contesa di bid fosse avviate, la tela è stata annunciata come parte della grande retrospettiva itinerante dedicata all’artista prevista nel 2020.
Peccato solo per il delizioso piccolo Rauschenberg, Untiled, rimasto invenduto non raggiungendo il prezzo di riserva.
Nota interessante per i tech-addicted: l’asta della collezione Ebsworth ha segnato la prima asta in cui i prezzi sono stati registrati in blockchain,tramite il registro digitale amministrato da Artory, al momento fra i leader in questo settore
>> POST-WAR & CONTEMPORAY: un mercato che si conferma in continua crescita per vendite e valori.
E’ toccato invece a Sotheby’s a dare inizio alle aste di Post-war e Contemporary, con una notevole Evening Sale il 14 novembre che ha portato alla casa d’asta un totale di di $ 362.6 milioni di dollari e un tasso di venduto di 97% (+17% rispetto a novembre dell’anno scorso), il tutto puntando principalmente su un solido Middle market e nuovi trend in atto sul mercato. Il 20% dei 54 lotti presentati sono stati aggiudicati sopra la stima massima, 19 sono stati perfettamente dentro le stime, mentre il restante 25% (13 opere) sono state aggiudicate sotto la stima minima.
In particolare, la serata ha visto segnati ben 4 nuovi record d’asta, tre dei quali sono artisti afro americani, a conferma del vero momentum che sta avendo questa categoria. Fra questi troviamo una figura di riferimento del Modernismo Americano black Jacob Lawrence, che ha triplicato la sua stima più alta, finendo a esser battuto a 6.2 milioni, mentre Jack Witten, altro nome dell’African American Art che sta vedendo ampia riscoperta (e al momento esposto in città sia con una personale al Met Beuer e in Soul of Nation al Brooklyn Museum) ha raggiunto un nuovo record con Ancient Mentor I , aggiudicato per 2.2 milioni.
L’asta si è però soprattutto aperta con un 100% di venduto per i 11 lotti della David Teiger’s Collection. Fra questi anche Ocean Park #39 di Richard Diebenkorn, una delle opere più richieste dall’asta ( e in generale un artista protagonista in entrambe le Evening Sales Sotheby’s/Christie’s) è stato aggiudicato a $ 7,073,000 dopo esser stato conteso fra ben 9 bidder in sala e telefono. Non ha raggiunto invece la stima minima un altro gioiello di questa collezione, House of Pictures (2000/2002) di Peter Doig, aggiudicato alla fine per $7.8 milioni.
Bene per l’ampia tela astratta di Gerhard Richter’s del 1987 Abstraktes Bild che ha rapidamente raggiunto i $32 milioni, come lotto più costoso della serata.
E’ stato confermato inoltre il continuo successo di Jean-Michel Basquiat, con ben 6 opere offerte risultate in $50.2 milioni di totale. In particolare, fra queste sicuramente degni di nota sono i $9.4 milioni raggiunti all’opera in collaborazione con Andy Warhol, Taxi, 45th/ Broadway, precedentemente in collezione di Gianni Versace, e l’altra star della serata, Untitled (Pollo Frito), datato 1982, anno chiave della sua produzione, aggiudicato a $25.7 milioni.
Dignitosa è stata infine la performance per l’unica presenza italiana della serata, con il Concetto spaziale dorato di Lucio Fontana aggiudicato a $ 3,915,000, duplicando la stima iniziale di $ 1,500,000 — 2,000,000
Decisamente sottotono è stata invece l’asta di Phillips il giorno seguente, 15 Novembre: incastrata fra i due colossi del mercato, nel pomeriggio alle 5 ( giusto prima dell’imponente Evening Sale di Christie’s alle 19) l’ampia offerta insieme di moderno/contemporaneo non è riuscita ad attirare sufficiente attenzione, e il nervosismo dello stesso giovane auctioneer è salito con il passare dei lotti, nonostante potessero contare su veri capolavori fra i Top Lot.
E’ finito infatti invenduto il Jackson Pollock di qualità museale, Number 16 (1950), un piccolo drip painting che Nelson Rockefeller aveva donato al Museo d’Arte moderna di Rio de Janeiro, e stessa sorte è purtroppo toccata per l’imponente e storico legno di Alberto Burri degli anni ’50, Grande legno e rosso (1957-59), nonostante le alte aspettative che lo vedevano già superare il record dell’artista di $13.1 million, ma presentato senza alcuna garanzia a copertura. Opere firmate David Hockney, Donald Judd, Dan Flavin, a inaspettatamente anche Kerry James Marshall sono rimaste altrettanto invendute.
Uniche note positive della serata : il Joan Miro, Femme dans la nuit (1945), volato come da previsione fino ai $ 22.590.000, Gun di Andy Warhol aggiudicata a ben $ 9.540.000 (il mercato si sta riscaldando nuovamente per l’artista, grazie anche la Retrospettiva ora al Whitney Museum) , e i 4 record segnati da Henri Laurens con La Lune ($2.1 million), Amy Sillman con U ($855,000), Carmen Herrera con Blanco y Verde, ha più che raddoppiato il precedente record ($2.6 milioni), e KAWS con il monumentale CLEAN SLATE che ha dominato per giorni Park Avenue ( aggiudicato per $1.9 million).
Per l’Italia, dignitoso risultato per il Morandi del 1930, aggiudicato a $ 1.935.000 , partendo da una stima in catalogo abbastanza bassa e attraente di 600-800.000 $.
A seguito dell’asta per lo più deludente (e la day sale non è andata meglio il giorno seguente) il CEO Phillips Ed Dolman ha voluto attribuire tutto ciò a una eccessiva saturazione di mercato, dicendo che: ” Ci sono miliardi di dollari d’arte in questa settimana a New York, e i compratori hanno un’ampia scelta di opere da comprare”.
Veniamo infine alla memorabile Evening Sale di Christie’s la stessa sera del 15 Novembre: nonostante i 20 minuti di ritardo e la neve che imperversava per New York, la sala si è presto scaldata di palette frementi e un’accesa battaglia di bid, soprattutto per i veri capolavori offerti fra i top lot, portando alla casa d’aste un totale di ben 357.622.500 $ ( il secondo più alto di questa settimana di aste)con un tasso di venduto dell’85% in lotti del 93% in valore. Dei 50 lotti offerti 14 sono stati aggiudicati sopra la stima massima, di cui 3 sopra i $ 20 milioni e 3 fra i $10 e 20 milioni. 16 sono stati invece i lotti venduti sotto la stima minima.
Star indiscussa della serata David Hockney con Portrait of an Artist (Pool with Two figures) del 1972 di cui si è tanto parlato in queste settimane, volato presto ai $80 Milioni, 90.312.500 $ con diritti, che ne hanno fatto l’artista vivente più caro al mondo. Scelta apparentemente rischiosa, ma rivelatasi estremamente strategica, il fatto che sia stata presentata senza garanzie né prezzo di riserva. Fatto a cui lo stesso auctioneer Jussi Pylkkanen ha giocosamente fatto riferimento, introducendola dicendo “E tutti vogliono sapere da dove partirò“. Alla fine l’ha aperto a $18 milioni, una cifra che è stata subito accolta e superata da una raffica di bid che l’hanno fatto rapidamente salire a rilanci da 10 milioni. Memorabili rimarranno i minuti di sospensione cadenzati dalla voce dell’auctioneer: “Try Eighty, try Eighty!”
Fra gli altri notevoli lotti della serata degni di essere ricordati troviamo anche lo splendido Mark Rothko Untitled (Rust, blocks on plum) (1962) dai profondi toni del viola, proveniente dalla prestigiosa collezione di Francois e Susan de Menil, e presentato con già protetto da una garanzia ha raggiunto perfettamente la stima iniziale, finendo aggiudicato a $32 milion (o $35.7 milioni con diritti).
Altro lotto molto atteso e altrettanto protetto già da garanzia è stato il piccolo ritratto di Francis Bacon, Study of Henrietta Moraes Laughing (1969, volato presto a $19 milioni (da una stima di $14 -18 milioni) ancora una volta a un compratore al telefono con Loïc Gouzer (come sempre fautore dei più grandi colpi della serata), per un prezzo finale di $21.7 milioni inclusi i diritti. Sempre Gouzer ha aggiudicato anche la splendida armonia della composizione organica di Alexander Calder, 21 Feuilles Blanches (1953), un lavoro iconico, con cui l’artista è rappresentato in una delle sue foto più celebri, battuto alla fine a $15.6 milioni (circa $18 milioni inclusi i diritti), dopo una lunga contesa a rilanci con una “Lady” (Dominique Levy) e la famiglia Nahmad presenti in sala.
Molto richiesto e conteso anche qui, come da Sotheby’s, Richard Diebenkorn con Ocean Park #137, un’ opera monumentale del 1985 proveniente dalla collezione di Mary Tyler Moore, e aggiudicata al telefono dopo un’altra intesa sfida a rilanci da 100.000 fra i telefono dei 2 capi dipartimento, Loïc Gouzer e Alex Rotter, per 22.587.500 $.
Fra i record della serata, anche Christie’s, a conferma il particolare momentum di cui sta godendo l’African American Art, troviamo Sam Gilliam, che al suo debutto in un’importante evening sale con Lady Day II (1971) ha raggiunto con successo i $2.2 milioni, duplicando il precedente record di $1.2 million segnato lo scorso giugno a Londra da Sotheby’s con Forth (1967).
Purtroppo non ha trovato invece la stessa fortuna l’imponente tela di Helen Frankentahler, Red Square (1959), altrettanto al suo debutto in una Evening Sale: nonostante i risultati crescenti confermati anche nella day sale del giorno dopo, e in generale la crescente attenzione verso le artiste donne dell’Espressionismo americano (insieme a Joan Mitchell, Lee Kasner), non è riuscita a raggiungere il prezzo di riserva finendo alla invenduta.
Altri interessanti record della serata sono stati invece quelli dell’artista francese Pierre Soulages, con Peinture 186 x 143 cm, 23 décembre 1959 aggiudicato a $9.5 milioni ($10.6 milioni con diritti) e Robert Colescott, con Cultural Exchange, aggiudicato a $912,500,triplicando la sua stima iniziale.
Nota dolente dell’asta per quanto riguarda l’Italia: anche qui la notevole combustione di Alberto Burri del 1962, acquisito dall’attuale proprietario da Domenique Lévy e precedentemente proveniente dalla storica Galleria Blu di Milano, ha visto arrestarsi i bid a$3,6 milioni non riuscendo a raggiungere la stima minima di 4 milioni e finendo così invenduto. Meglio nella Day Sale è andato invece il disco di Arnaldo Pomodoro, Disco III, Maquette, che è riuscito a realizzare un $ 756,500 di prezzo finale, dalla stima iniziale di $300,000-500,000.
Nota divertente fra i mega dealer attivi in sala durante la serata, aldilà dei già citati Domenique Lévy e famiglia Nahamad, era presente anche un iper energico Larry Gagosian, che ha voluto conquistare in ogni modo (finendo addirittura ad esclamazioni ad alta voce inveendo contro l’auctioneer) 2 opere di Warhol verso fine asta: Do It Yourself (Violin) (1962) per $5.7 milioni,e Tunafish Disaster (1963) per $5.9 milioni.
Nel complesso Christie’s ha riportato di aver chiuso delle 20th Century November Sales di New York One con ben $1.1 miliardi ( €978,371,858) totali, fra le 9 aste e i 1007 lotti offerti, e con 30 nuovi record.
ALCUNE CONSIDERAZIONI…
Le aste di Novembre hanno sicuramente confermato alcuni dei maggiori trend in atto nel mercato americano, e di ricaduta in quello internazionali. Primo fra tutti, l’incredibile crescita d’interesse per l’African American Art, che tutti si augurano però non si limiti ad essere una bolla speculativa destinata a scoppiare, come già altre in passato (es. Chinese Artists or Indian art quando ci stava investendo Saatchi)
In generale possiamo dire che se il contemporaneo è in continua crescita e affermazione nei suoi principali protagonisti e relativi prezzi, grazie anche alla crescente finanzialiazzazione del settore e l’ingresso di hedge funds e altri investitori pronti a scommettere nei suoi possibili rapidi ritorni, molto più oscillante e incerto è il mercato di Impressionismo e Moderno, che non è più di certo quello dei grandi collezionisti giapponesi degli anni ‘080. Oggi l’arte Moderna fatica a farsi strada fra i trend speculativi, e frequentata principalmente da veri appassionati, può vedere però oggi vedere cadere invenduti anche capolavori di estrema qualità, qualora le stime siano particolarmente importanti e pretenziose. Come riportava anche l’Art Basel Report di quest’anno, per Impressionist & Modern le vendite sopra i $1milione sono meno del 1%, mentre il 91% delle transazioni è più per i prezzi sotto i $50,000. Completamente diversi invece i numeri del Contemporaneo, dove il numero di opere vendute sopra i $10 milioni è salito da un 8% annuo a un 25%, e un mercato dei soli living artists che ha raggiunto ben $2.6 miliardi nel 2017, con il più alto tasso di incremento annuo di valori.
Il che dice molto dei meccanismi (spesso perversi) di determinazione e percezione del valore, e conseguente domanda, allo stato attuale del mercato dell’arte globale, e soprattutto dell’ormai mutata composizione dei protagonisti che formano e influenzano il sistema.