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Da Boccioni a Kounellis. L’importanza del disegno, la bellissima Collezione Ramo al Museo del Novecento di Milano

Umberto Boccioni, Controluce, 1910

Intimo e originario. Che si tratti di un’opera pittorica, di una scultura o di un’installazione, qualsiasi ricerca artistica medita la sua realizzazione sul disegno. A richiamare l’attenzione sul tema, per valorizzarne l’importanza all’interno della storia dell’arte, è la nuova mostra Chi ha paura del disegno? inaugurata al Museo del Novecento di Milano (a cura di Irina Zucca Alessandrelli), visitabile fino al 24 febbraio 2019.

Tancredi, Senza titolo (Facezie), 1960

Il titolo, eloquente, retorico e leggermente polemico, mette in luce la mancanza di una cultura del disegno nel background storico-artistico del nostro paese: da sempre sentito come “opera subordinata” alla realizzazione ultima, il disegno è in realtà il momento più autentico dell’ispirazione, su cui l’autore medita, studia e immagina il proprio lavoro. La mostra, ospitata nella Sala degli Archivi all’ultimo piano del Museo di Piazza Duomo, propone una selezione di più di 100 opere provenienti dagli archivi della Collezione Ramo, la maggior collezione privata di opere su carta del XX secolo.

Cagnaccio di San Pietro, Senza titolo, bozzetto per Primo Denaro, ca. 1928

Attraverso una lettura trasversale delle correnti e delle avanguardie storiche che hanno caratterizzato il secolo breve, il percorso espositivo segue una suddivisione degli spazi secondo le tecniche adoperate dagli artisti: astrattismi? figurazioni? parole+immagini=? e gli scultori? sono le quattro aree tematiche su cui si sviluppa l’indagine. Sono presenti gli artisti più rappresentativi del XX secolo, da quelli della prima generazione come Boccioni, Sironi, Severini, de Chirico, ai protagonisti della seconda metà del secolo quali Piero Manzoni, Lucio Fontana, Alighiero Boetti per citarne solo alcuni. Il valore autonomo del disegno, al pari di pittura e scultura, viene esaltato dalla presentazione di lavori inediti che latenti accompagnano la realizzazione delle tele di Cagnaccio di San Pietro e di Burri, della scultura di Consagra, Wildt e Marini e perfino le installazioni di Merz o Kounellis.

Bruno Munari, Senza titolo, 1937

La lungimiranza dell’imprenditore milanese Giuseppe Rabolini -recentemente scomparso-, proprietario della collezione, permette di scoprire il magma cartaceo che soggiace all’arte italiana novecentesca: l’artista viene svelato e messo a “nudo” dai suoi disegni, potenza e fragilità convivono nell’ispirazione dei segni che hanno fatto la storia dell’arte italiana.

Fabio Mauri, Schermo fine, 1960

 

Chi ha paura del disegno? Entrata della mostra, Sala degli Archivi, Museo del Novecento

Informazioni utili

Chi ha paura del disegno?

23 novembre 2018 – 24 febbraio 2019

Museo del Novecento
Piazza Duomo 8,
Milano

tel. 02 88444061
c.museo900@comune.milano.it
www.museodelnovecento.org
www.chihapauradeldisegno.it

[Didascalia prima immagine: Umberto Boccioni, Controluce, 1910]

Da Boccioni a Merz. L’importanza del disegno in mostra al Museo del Novecento di Milano

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