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Tutte le mostre di Hangar Bicocca 2019-2020. Da Giorgio Andreotta Calò a Steve McQueen

Pirelli Hagar Bicocca
Calo
Giorgio Andreotta Calò – Venezia

Presentato il programma delle mostre di Pirelli HangarBicocca per il biennio 2019-2020. Da Giorgio Andreotta Calò a Steve McQueen, la nuova stagione espositiva vedrà alternarsi artisti di diversa provenienza ed età, che riempiranno le sale dell’Hangar con idee e opere di ogni tipo.

Milano. Fin dalla sua nascita, avvenuta nel 2004, lo spazio di Via Chiese 2 si è posto come capofila nel campo dell’arte contemporanea, in Italia e non solo. HangarBicocca è diventato un luogo in cui “si costruisce l’arte”, capace di far muovere turisti da tutti il mondo per venire a vedere gli interventi artistici ospitati al suo interno. Come sottolinea il sindaco Giuseppe Sala, una realtà come questa, capace di portare vita in zone defilate rispetto al centro, è sintomo di una città che, come Milano, è in continua espansione, sia territoriale che culturale. È questo ambiente favorevole a fare sì che realtà pubbliche e private, di ogni dimensione e ambito, lavorino insieme come un unico organismo per gettare le basi per un ricco futuro.

Gli ambienti dell’Hangar hanno ospitato e ospiteranno alcuni dei nomi di punta della scena contemporanea internazionale, creando ogni volta delle esperienze uniche. Ogni mostra è pensata appositamente per lo spazio, cosa che ne fa un’esperienza non ripetibile altrove. Come spiega Vincente Todolì, direttore artistico dal 2013, il primo passo è quello di pensare all’immagine che si vuole dare agli spazi. È il luogo che definisce l’opera, mentre gli artisti sono scelti solo successivamente.

Per i prossimi due anni sono stati selezionati otto artisti appartenenti a tre generazioni diverse, i più giovani dei quali hanno appena compiuto 30 anni. Appartengono tutti ad almeno due culture diverse, per origine o formazione (o per entrambe le cose), segno di come l’arte sia una disciplina senza passaporto, un linguaggio universale rivolto indiscriminatamente a tutti.

1) Giorgio Andreotta Calò

A cura di Roberta Tenconi
14 febbraio – 21 luglio 2019

Giorgio Andreotta Calò, Senza titolo (La fine del mondo), 2017, Veduta dell'installazione, Padiglione Italia, Biennale di Venezia
Giorgio Andreotta Calò, Senza titolo (La fine del mondo), 2017, Veduta dell’installazione, Padiglione Italia, Biennale di Venezia

La stagione apre con la prima mostra istituzionale italiana di Giorgio Andreotta Calò, classe 1979, attivo tra Venezia e Amsterdam. Noto per le sue installazione ambientali di larga scala e per gli interventi architettonici, l’artista trasformerà gli spazi dell’Hangar, che verranno invasi dalla luce naturale. Le opere -unite organicamente in un unico paesaggio- comprenderanno lavori realizzato dal 2008 ad oggi, con una particolare attenzione alla scultura e alla ricerca sui materiali.

2) Sheela Gowda

A cura di Nuria Enguita e Lucia Aspesi
4 aprile – 15 settembre 2019

Sheela Gowda, And that is no lie, 2015, Installazione al Pérez Art Museum, Miami
Sheela Gowda, And that is no lie, 2015, Installazione al Pérez Art Museum, Miami

Nel lavoro di Sheela Gowda le sue origini indiane si fondono con le influenze dell’Europa, luogo dei suoi studi, cosa che fa di lei una delle maggiori esponenti dell’arte occidentale in India. Le sue opere spaziano dal disegno alle installazioni, per le quali utilizza i materiali più vari, dall’incenso ai capelli, fino ad arrivare agli escrementi di mucca. Per la mostra ad HangarBicocca -la sua prima personale in Italia- le navate si riempiranno di opere realizzate dal 1996 ad oggi. Ogni lavoro è contraddistinta da un’attenzione particolare verso il lavoro sotteso alla creazione artistica, quasi fosse una sorta di processo rituale.

3) Daniel Steegmann Mangrané

A cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli
Settembre 2019 – gennaio 2020

Daniel Steegmann Mangrané, Naranja deprimida, 2003Daniel Steegmann Mangrané, Naranja deprimida, 2003
Daniel Steegmann Mangrané, Naranja deprimida, 2003

Nato in Spagna da padre tedesco, Daniel Steegmann Managrané compie i suoi studi a Rio de Janeiro, facendo confluire queste tre diverse realtà nel suo lavoro. I riferimenti al Brasile in particolare sono insistiti nelle sue opere, nelle quali gli elementi naturali dialogano con motivi geometrici e astratti, segno della complessa realtà in cui siamo immersi. Prima mostra italiana anche per lui, in cui sono raccolte realtà virtuale, film, sculture e installazioni, il tutto incentrato a coinvolgere i sensi e il corpo dello spettatore.

4) Cerith Wyn Evans 

A cura di Roberta Tenconi e Vicente Todolí
Ottobre 2019 – febbraio 2020

Cerith Wyn Evans, Forms in Space...by Light (in Time), 2017, Tate Britain
Cerith Wyn Evans, Forms in Space…by Light (in Time), 2017, Tate Britain

Il lavoro di Cerith Wyn Evans è stato sempre segnato dall’analisi del linguaggio e della percezione, studiate con mezzi diversi. Tra i medium usati di volta in volta per portare avanti questa riflessione -film, fotografie, sculture e installazioni- svolgono un ruolo primario i neon, articolati in forme complesse e quasi sempre accompagnati dal suono. Dopo le installazioni di Fontana dello scorso anno, le Navate saranno illuminano un’altra volta da installazioni monumentali che ne altereranno la percezione.

5) Trisha Baga

A cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli
Febbraio – luglio 2020

Trisha Baga Veduta della mostra, 2014
Trisha Baga, Veduta della mostra, Zabludowicz Collection, Londra, 2014

Tra le più innovative video-maker dei giorni nostri, Trisha Baga -americana con origini filippine- riflette su temi come il progresso tecnologico e l’identità di genere. Lavora creando dei film/collages, ottenuti montando insieme spezzoni presi dal web, dalla televisione o da filmati personali. In mostra i video dialogheranno con oggetti di uso quotidiano, creando dei confronti inaspettati.

6) Chen Zhen

A cura di Vicente Todolí
Aprile – settembre 2020

 Chen Zhen Jue Chang, Dancing Body – Drumming Mind (The Last Song), 2000
Chen Zhen
Jue Chang, Dancing Body – Drumming Mind (The Last Song), 2000

Oriente e occidente confluiscono nella figura di Chen Zhen, così come spiritualità e realtà capitalistica, padre di un’arte che ha fatto scuola tra le generazioni successive. Il suo interesse per il corpo umano e il ciclo della sua esistenza si traduce in installazioni monumentali, realizzate con vetro, terra, giornali, medicine e altri oggetti di uso comune. Ad accogliere lo spettatore all’ingresso dell’Hangar sarà Jue Chang, Dancing Body – Drumming Mind (The Last Song), un’opera del 2000, anno della prematura morte dell’artista, opera pensata come uno strumento musicale da percuotere come un tamburo. Parallelamente, chiuderà la mostra Jardin-Lavoir (2000), in cui il suono della prima opera è ripreso da quello di un flusso d’acqua che scorre ininterrottamente.

7) Neïl Beloufa

A cura di Roberta Tenconi
Settembre 2020 – gennaio 2021

Neïl Beloufa Veduta della mostra, Institute of Contemporary Arts, Londra, 2014
Neïl Beloufa, Veduta della mostra, Institute of Contemporary Arts, Londra, 2014

Gli ambienti creati dall’artista franco-algerino Neïl Beloufa indagano le relazioni esistenti tra suoni e immagini. Lo spettatore viene inglobato dalle sculture e dalle installazioni, diventando parte integrante di un luogo abitato da circuiti e apparecchi tecnologici. I riferimenti alla contemporaneità si intrecciano alla cultura pop in quella che sarà la sua prima personale in Italia.

8) Steve McQueen

In collaborazione con Tate Modern
A cura di Vicente Todolí e Clara Kim con Fiontán Moran
Ottobre 2020 – febbraio 2021

Steve McQueen Static, 2009 Still da video
Steve McQueen, Static, 2009, Still da video

L’ultima mostra in programma, frutto di una collaborazione con la Tate Modern di Londra, pone l’attenzione sul lavoro di Steve McQueen, uno dei più conosciuti e apprezzati film maker degli ultimi anni. Solitamente visibili singolarmente, l’esposizione ad HangarBicocca permetterà di avere una visione d’insieme delle opere dell’artista, provocatorie riflessioni su temi e problemi della contemporaneità.

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