Ancora visibile fino al 20 gennaio la straordinaria rassegna che riunisce oltre 100 opere dell’artista dagli anni Sessanta agli anni Duemila, con video, fotografie, dipinti, oggetti, installazioni e le criticate re-performance
Ha suscitato entusiasmo, imponendosi con i suoi 150mila visitatori come la mostra di maggior successo di pubblico di questo inverno artistico. Ma non le sono mancate critiche, specialmente incentrate sull’idea di proporre la riesecuzione dal vivo di molte delle sue celebri performance da parte di un gruppo di performer specificatamente selezionati e formati in occasione della mostra. E a detta di molti maltrattati e non adeguatamente retribuiti.
Comunque la pensiate, resta il fatto che The Cleaner, la prima grande mostra retrospettiva italiana dedicata a Marina Abramović, è una mostra che va vista: e per farlo vi restano soltanto 10 giorni, visto che resterà aperta a Palazzo Strozzi ancora per una decina di giorni, fino al 20 gennaio. Una straordinaria rassegna che riunisce oltre 100 opere dell’artista, offrendo una panoramica sui lavori più famosi della sua carriera, dagli anni Sessanta agli anni Duemila, attraverso video, fotografie, dipinti, oggetti, installazioni. E le citate re-performance, che si alternano ogni giorno all’interno dell’esposizione, negli spazi del Piano Nobile e nella Strozzina: Imponderabilia, Cleaning the Mirror, Luminosity, The Freeing Series (Memory, Voice, Body).