15 mila metri quadrati di moquettone minimal geometrico srotolati per gli storici docks industriali di Tour & Taxis. Rintoccano pendulerie e mantle clocks per il consueto primo appuntamento fieristico internazionale dell’anno. Brafa Art Fair (alla sua 64esima edizione) torna a far capolino nella sua Bruxelles da oggi (sabato 26 gennaio) alla prossima domenica (3 febbraio). 9 giorni di passione (più 3 di preview per stampa, collezionisti, professionisti), 2 weekend (“dove si vende”, il resto del feriale è praticamente solo un collegamento necessario tra fine settimana), 133 gallerie d’arte internazionali (6+2 le italiane, che -senza idioti campanilismi- svettano per qualità e diversificazione delle proposte ed eleganza degli allestimenti – focus più avanti nel pezzo), oltre 10 mila opere d’arte esposte. Capolavori di archeologia, dipinti, sculture ma anche gioielli, fumetti e opere d’arte asiatica e africana, cifra stilistica della fiera belga. Un compendio di storia dell’arte sviluppato su 3 macro corridoi, dall’età del bronzo al contemporaneo, dalle tavolette cuneiformi mesopotamiche di David Aaron ai Kapoor e Rondinone di Gladstone, unico stand di livello di arte contemporanea, totalmente però avulso dal contesto di Brafa.
Ospiti d’onore quest’anno Gilbert&George, presenti (anche fisicamente, con tanto di perfomance canterina in presentazione stampa) con 5 opere appositamente selezionate per l’occasione, disseminate come satirici totem provocatori lungo il percorso espositivo. Allestimento morbido (per le moquette) e impeccabile (scenografico e fiorito) come tradizione comanda, con fogliame arancio giallo calibrato su più livelli e bulbi di narcisi su piani sfalsati negli spazi comuni degli stand. Mostra (davvero di livello) nella mostra-mercato: una selezione dei pezzi più prestigiosi venduti dalla Reale Camera degli Antiquari del Belgio nella loro carriera, esposti (grazie alla collaborazione degli attuali proprietari) come puzzle su una mega parete-wunderkammer nelle proposte “collaterali” che arricchiscono la fiera.
Annotazioni palesi: arte africana storica sugli scudi, in continuo aumento; consolidamento della pittura locale, franco-belga-olandese, del novecento (dall’impressionismo e post-impressionismo secondario alle ricerche informali del dopoguerra), sempre piuttosto stucchevole e autoreferenziale, per il mercato di casa; conferma dalla proposta archeologica con pezzi rari e preziosi. Meno oreficeria, gioielli, vasellame, vetro e arti applicate. Poco (peccato) art nouveau e/o deco in giro per gli stand, e ridotto il numero di maestri fiamminghi del quattro-cinquecento. Resta ottima la qualità generale per una fiera culturale, poco appariscente, dove ogni vendita “è molto sentita” (parola di gallerista). Presenze “d’interesse” nei giorni di preview: diversi direttori di musei internazionali, tra cui una decina di nordamericani, collezionisti prevalentemente di stampo europeo: belgi, tedeschi, francesi, olandesi e un buon numero di inglesi.
Pezzi necessariamente da segnalare, prima di passare alla sfilata di chicche, meraviglie e curiosità della fiera: il busto in gesso dipinto da Frida Kahlo, decorato con la falce e martello e un bambino attaccato al cordone ombelicale, risalente al 1950 (stima 2 milioni di euro), e la tela “Le Balcon” di Paul Delvaux (3 milioni di euro) visibile per la prima volta dopo 30 anni. Silenziosa quanto profonda comunicazione tra due donne che, attraverso gesti e sguardo, accennano a un fatto accaduto ma non rappresentato nell’opera, lasciando così lo spettatore senza alcuna risposta. Il resto, dalle incredibili formazione geologiche delle Gogotte di 30 milioni di anni fa alle Stupa di scisto grigio del Regno del Gandhara, qua di seguito. I 30 pezzi da non perdere in fiera.
BRAFA ART FAIR 2019 – DA NON PERDERE IN FIERA
Il Balcone di Paul Delvaux del 1948, stimato 3 milioni di euro (da Stern Pissarro)
Oreficeria Art Nouveau. Il preziosissimo Glycines del “mago” Philippe Wolfers (1901-1902), da Epoque Fine Jewels
Il corpetto (già ampiamente citato) di Frida Kahlo del 1950, da Sofie Van de Velde
L’Astrolabio (rarissimo) di Jean Fusoris, realizzato a Parigi tra quattro e cinquecento, unico pezzo del genere ancora in mani private, da Theatrum Mundi
La delicatissima Madonna con Bambino, in stucco, della bottega di Ghiberti (1420-1430 ca), da Sandro Morelli
Legno, bronzo e marmo per questa sublime Maschera della 19° dinastia egizia (datata fine 1200 avanti cristo), da Cybele
Profili in bronzo e piedini formati da capitelli con decorazioni a foglia per questa Credenza neoclassica in legno laccato turchese del 1942 di Andrè Arbus e Vadim Androusov, da Robertaebasta
La grande scultura rinascimentale. La Vergine di Antonello Gagini e il busto di fanciulla di un seguace del Verrocchio, da Galerie Sismann
Trittico Tintin da 2 milioni di euro. Tre illustrazioni di Hergé (2 tavole degli anni quaranta, 1 anni sessanta) da perdersi nel deserto… (si segnala anche un bel Omaggio a Magritte con tanto di baffi, bombetta e ombrello del 1968 a 280 mila euro), da Belgian Fine Comic Strip Gallery
Fausto Melotti (e gli italiani post bellici, dagli specchi di Pistoletto alle uova dorate bronzo-spaziali di Fontana) con sezione e selezione dedicata in galleria, da Repetto Gallery
Il favoloso Regno (indogreco) di Gandhara da Cristophe Hioco. In foto, una rara Stupa di scisto grigio del III secolo avanti cristo
Camera delle meraviglie. Le wunderkammer di Porfirius Kunstkammer
Una Gogotte di 30 milioni di anni da fa. Ovvero: una formazione minerale (cristalli di quarzo e carbonato di calcio) risalente al periodo dell’Oligocene. Rare la possibilità di trovarne sul mercato di queste dimensioni, da ArtAncient
I maestosi tappeti di Vrouyr. Ne segnaliamo due in particolare, l’intreccio dicromatico persiano del 1880 (in foto) e la infinita spirale ellittica americana degli anni trenta
Il Blue di Klein e il Bianco assoluto di Pardi, Bonalumi e Castellani da Cortesi
Stele votiva a forma di viso da Axel Vervoordt. Al centro del curatissimo stand, spicca questo piccolo e insolito capolavoro in bronzo, realizzato in Arabia Saudita (200-100 a.c.), caratterizzato da un’iconografia solitamente riservata alla pietra, e reso estremamente moderno dalle linee semplici ed essenziali
Fontana della Vita. L’Eden ricamato sul tappeto olandese (1500-1525), pura lana, da De Wit
Croce di Limoges, 1220. Pregiato pezzo di rame dorato, impreziosito con smalti, gemme e cristalli di rocca. Da De Backker Medieval Art
“Qu’est ce que c’est bien ici”. Tra pullulare di COBRA, Informale e Impressionismo vario, spicca la pop ammiccante opera-dettaglio di Gérard Schlosser, da Martel Greiner
Civiltà egizia e mesopotamica. Dagli Ibis degli ultimi Regni (7° sec a.c.) alle tavolette cuneiformi (2900-2340 a.c.), da David Aaron
Le elegantissime donnine déco di Chiparus. Les Girls crisoelefantine danzanti del 1930, da Cento Anni
Terracotte asiatiche. Il Cavallo mongolo (4° secolo) da Eric Pouillot
Atwonzen. Testa di perline dal Camerun (18°-19° secolo), da Martin Doustar
Tavolo a gambe di fucile regalato a Stalin (1930), dallo stand-Propaganda dei moscoviti Heritage Gallery
Dietro il Balcone di Delvaux (Stern Pissarro), il Ritratto sui gialli di Madame Van der Velde (1920-23) di Van Dongen
Elmo etrusco di bronzo, di tipo calcidico-attico, da Gunther Puhze
La selezione di antichi pettini scolpiti della Repubblica Democratica del Congo, da Didier Claes
LE GALLERIE ITALIANE
Tra le 133 gallerie d’arte internazionali sono ben 8 le presenze italiane, il più alto numero mai raggiunto: Chiale Fine Art (Racconigi-Bruxelles), Brun Fine Art (Milano-Londra), Cortesi Gallery (Milano-Londra-Lugano), Sandro Morelli (Firenze), Robertaebasta (Milano-Londra) e Theatrum Mundi (Arezzo). A loro si aggiungono Repetto Galley (Londra) e Dario Ghio (Montecarlo). Nella selezione di Chiale Fine Art -che ha recentemente aperto una nuova sede proprio a Bruxelles- spicca la scultura Autunno in noce dorato, realizzata tra il 1720 e il 1730 a Venezia.
La galleria Brun Fine Art, espone un Capriccio Architettonico di Francesco Battaglioli (XVIII secolo). Cortesi Gallery, specializzata in movimenti artistici europei dagli anni ’60 fino ai giorni nostri, propone Dalla terra: kreta e gavdos (2017) di Herman de Vries: un pannello di carta decorato con rettangoli colorati attraverso diverse tonalità di argilla e creta. Da Sandro Morelli è possibile trovare un altorilievo che ritrae la Madonna con Bambino della bottega di Lorenzo Ghiberti (Firenze, circa 1420-1430). La galleria milanese Robertaebasta, invece, porta la tela Due coni gelato al cioccolato di Manolo Valdes (2008) e un mobile bar di Osvaldo Borsani per l’Atelier Varedo (1945 circa). È esposto dalla galleria Theatrum Mundi di Arezzo, invece, l’originale Batman, costume indossato da Val Kilmer nel film ‘Batman Forever diretto’ da Joel Schumacher, 1995. Da Dario Ghio spicca un necessaire da viaggio settecentesco di Roch-Louis Dany e Claude-Isaac Bourgoin e da Repetto, infine, la Cucitrice, serigrafia su specchio di Michelangelo Pistoletto (1981).
Informazioni utili
BRAFA 2019 – Edizione 64
Sabato 26 Gennaio – Domenica 3 Febbraio
Tour & Taxis, Avenue du Port 88, Bruxelles
Orari: 11-19 (Giovedì 31 Gennaio late opening fino alle 22)
Ingressi: intero 25 euro‚¬, under 16 gratuito, 16-26 anni 10 euro‚¬. Catalogo 15 euro‚¬.
Info e biglietti: www.brafa.art