Tagli, ceramiche, buchi, neon e ambienti spaziali. Lucio Fontana (1899 – 1968) è senza dubbio una delle bandiere dell’arte italiana, in Italia e all’estero. Fondatore dello Spazialismo nel 1946, il movimento che voleva andare oltre l’arte convenzionale -inserendo all’interno della sua indagine i concetti di spazio e tempo-, la sua produzione iconica, eclettica e sperimentale non necessita di grandi presentazioni.
Fontana viene oggi celebrato da una grande retrospettiva -la prima da 40 anni a questa parte- in terra statunitense, niente meno che al Met Breuer di New York. “Lucio Fontana: On the Threshold”, di cui vi abbiamo parlato qui, presenta un excursus su tutta la produzione dell’artista, dalle prime opere degli anni ’30 e ’40 -sculture principalmente- fino alle ceramiche, i dipinti, i disegni e i monumentali Ambienti Spaziali, installazioni realizzate tra il 1931 ed il 1968.
Con un fatturato totale che nel 2017 ha toccato i 65 milioni $ (dati Artprice), il mercato dell’artista è ormai diventato internazionale, e accade di rado che le grandi case d’asta, per le loro Post-War & Contemporary Evening Sales, non presentino un paio di lotti del maestro spazialista in catalogo, vista la ormai quasi assoluta sicurezza di ottenere grandi risultati. Non è un caso, infatti, che le 5 opere più costose -ad oggi- di Lucio Fontana siano state battute proprio all’estero, tra Londra -dove nel 2017 è stato venduto il 65% del totale delle sue opere all’asta- e New York.
>> La serie di lavori che domina i risultati è quella della Fine di Dio, un ciclo di grandi tele ovali -tutte della medesima dimensione- prodotte tra il 1963 e il 1964. Queste opere, caratterizzate da sfumature monocromatiche (dai rosa ai verdi, fino ai colori della terra e quelli fosforescenti) e talvolta ricoperte da lustrini, sono bucate e graffiate, a rappresentare una sorta di costellazione sulla superficie della tela.
Apprezzate e ambite per la loro bellezza ma soprattutto per la loro scarsità -fu una produzione ristretta, infatti, se comparata ad altri cicli dell’artista- queste opere simboleggiano il punto più enigmatico e visionario dell’opera di Fontana, che le definiva “l’infinito, l’insondabile, la fine della figurazione, il principio del vuoto”.
Quali sono le 5 opere più care di Lucio Fontana vendute in asta?
Concetto spaziale, La fine di dio (1964)
Lucio Fontana, Concetto spaziale, La fine di dio (1964)
Olio su tela, 178,4 x 123,2 cm
Stima: su richiesta
Prezzo di aggiudicazione (con diritti): 29,173,000 $
Christie’s, New York, 10/11/2015
Concetto spaziale, La fine di dio (1963)
Lucio Fontana, Concetto spaziale, La fine di dio (1963)
Olio su tela, 177,6 x 123 cm
Stima: 23,026,500 $ – 30,702,000 $
Prezzo di aggiudicazione (con diritti): 24,471,029 $
Sotheby’s, Londra, 15/10/2015
Concetto spaziale, La fine di dio (1964)
Lucio Fontana, Concetto spaziale, La fine di dio (1963)
Olio e glitter su tela, 178 x 123,2 cm
Stima: su richiesta
Prezzo di aggiudicazione (con diritti): 21,184,619 $
Christie’s, Londra, 04/10/2018
Concetto spaziale, La fine di dio (1963)
Lucio Fontana, Concetto spaziale, La fine di dio (1963)
Olio e glitter su tela, 178 x 123 cm
Stima:15,000,000 $ – 20,000,000 $
Prezzo di aggiudicazione (con diritti): 20,885,000 $
Christie’s, New York, 12/11/2013
Concetto spaziale, La fine di dio
Lucio Fontana, Concetto spaziale, La fine di dio
Olio e glitter su tela, 178 x 123 cm
Stima: su richiesta
Prezzo di aggiudicazione (con diritti): 20,343,394 $
Christie’s, Londra, 04/10/2018