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Hauser & Wirth rappresenterà Roberto Cuoghi

Roberto Cuoghi sarà rappresentato dal gigante internazionale Hauser & Wirth

Roberto Cuoghi  entra nella scuderia degli artisti della mega galleria Hauser & Wirth che ha sedi a New York, Los Angeles, Hong Kong, Londra, Somerset, Zurigo, St. Moritz e Gstaad. La Galerie Chantal Crousel a Parigi continuerà a rappresentare Cuoghi, mentre la Lehmann Maupin (New York, Hong Kong, Seoul) non lavorerà più con l’artista.

Cuoghi è nato a Modena nel 1973. Ha studiato all’Accademia di Brera di Milano. Sue opere si trovano in collezioni pubbliche come il Castello di Rivoli, il Centre Pompidou, la Francois Pinault Collection di Venezia e il Museo MADRE a Napoli. Vive e lavora a Milano.

Nel 2017 è stato uno dei tre artisti che ha rappresentato l’Italia nel Padiglione nostrano alla Biennale di Venezia insieme a Giorgio Andreotta Calò e Adelita Husni-Bey. Si è fatto conoscere tra gli anni Novanta e Duemila con lavori che modificavano il suo corpo, come il progetto del 1998 in cui ha trasformato se stesso in su padre.

In una dichiarazione, Marc Payot della Hauser & Wirth ha definito Cuoghi “un vero artista dell’artista”. Ha aggiunto: “Cuoghi è già una leggenda tra i seri collezionisti e tra i suoi pari, e ora il nostro obiettivo è coinvolgere il pubblico più ampio possibile nelle sue idee e nel suo lavoro. Mentre è impossibile tracciare paralleli diretti tra Cuoghi e altri artisti, il suo atteggiamento di full immersion e totale impegno nei confronti del suo lavoro riecheggia con molti altri artisti della nostra scuderia”

Roberto Cuoghi. ©ROBERTO CUOGHI/COURTESY THE ARTIST AND HAUSER & WIRTH/ALESSANDRA SOFIA
Roberto Cuoghi.
©ROBERTO CUOGHI/COURTESY THE ARTIST AND HAUSER & WIRTH/ALESSANDRA SOFIA

Andrea Bellini, direttore del Centre d’art contemporain di Ginevra ha scritto sul lavoro dell’artista per la Biennale di Venezia 2017: “In bilico tra diversi livelli di realtà, tra constatazione e allucinazione, tra mito e storia, tra possibile e impossibile, l’opera di Roberto Cuoghi sembra abitare un mondo crepuscolare nel quale l’immagine appare come un’epifania e l’arte abita lo spazio dell’oracolo. L’opera dell’artista italiano esprime una dimensione profondamente mistica e cupa, nella misura in cui il dolore e la morte, e non la vita e la felicità, fanno parte dello spirito umano. Corpi in decomposizione, volti tumefatti, un popolo antico che viene giustiziato, un demone che si incarna in ogni forma e materiale, un io alle prese con diverse possibili identità: tutto appare paradossale e fuori misura nell’opera di Roberto Cuoghi, in quanto essa sembra votata a dire ciò che per sua natura è indicibile, a rappresentare ciò che per sua natura non è rappresentabile”.

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