Il volume è il terzo della prestigiosa collana “Palazzi d’Italia”, iniziata con quello sul complesso del Quirinale e proseguita con la pubblicazione riservata al Vittoriale degli Italiani
“Quello di Villa Borghese fu un programma eccezionale, la cui coerenza e complessità tematica si manifestarono nell’assoluta originalità formale, non nei rimandi eruditi“. Con queste parole il direttore della Galleria Borghese di Roma Anna Coliva ha presentato il volume in edizione a tiratura limitata che Treccani ha dedicato alla Galleria Borghese, il terzo della prestigiosa collana “Palazzi d’Italia” iniziata con il volume sul complesso architettonico del Quirinale e proseguita con la pubblicazione riservata al Vittoriale degli Italiani. “La straordinarietà della visione”, ha aggiunto la Coliva, “non consisteva tanto nell’accordo tra i contenuti tematici delle sculture della collezione – che si dovevano risistemare secondo un nuovo ideale di linearità, chiarezza, allineamento – e quelli, anche molto ricercati, dei dipinti o tra questi e i fini celebrativi che vi erano sottesi; quanto piuttosto nel rapporto − formale, coloristico, materico, spaziale − con essi. È una visione d’insieme di assoluta originalità che investe ogni particolare“.
Nel prezioso volume il museo è raccontato e illustrato in relazione ai suoi ambienti, interni ed esterni, eleganti e sofisticati. Una galleria progettata dall’architetto di fiducia del Papa e del Cardinale, Flaminio Ponzo, per essere un museo ma anche un luogo multifunzionale di cultura e di ispirazione: musica, una piccola biblioteca per gli studi, luoghi per la contemplazione di rare piante e animali, spazi dedicati alla tecnologia moderna dell’epoca, dagli automi a specchi, lenti e orologi unici e bizzarri, senza contare la parte agricola della Villa, la riserva del ghiaccio, il giardino zoologico e il Teatro dell’Universo. “Dai tempi di Stendhal”, ha commentato il Direttore generale dell’Istituto della Enciclopedia Italiana Massimo Bray, “la Galleria Borghese ha consolidato la sua fama di luogo identitario della città di Roma: un luogo scrigno di tesori, che custodisce la bellezza e al tempo stesso la apre alla condivisione di quanti sanno riconoscerla“.