Filosofi, antropologi, scrittori e curatori analizzano il rivoluzionario riallestimento della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma che ha scatenato tante polemiche (soprattutto tra gli storici dell’arte) ma che al pubblico piace molto, soprattutto ai visitatori più giovani. Giorgio De Finis : “Non è una mostra, è una rivoluzione”.
Il 24 marzo, nel salone centrale della Galleria Nazionale – dove attualmente è allestita la mostra Ragione e Sentimento – una tavola rotonda di 24 figure del mondo della cultura ha dato il via a un ampio dibattito intorno ai temi affrontati nel catalogo di Time is Out of Joint, il rivoluzionario riallestimento del museo operato dalla Direttrice Cristiana Collu. Nella copertina del volume appena uscito, il dialogo tra Ercole e Lica di Canova e il Mare di Pino Pascali: indubbiamente lo scenario più suggestivo di Time.
Copertina del catalogo
A partire da domenica dunque, sarà in vendita nel bookshop della galleria il nuovo catalogo che prende il nome dalla omonima mostra che doveva concludersi mesi fa ma che sembra proiettata a proseguire il suo cammino sperimentale e la silenziosa metamorfosi, ancora a lungo.
Dal 2016 infatti, non solo si sono susseguite una serie di piccole mostre tematiche in grado di ‘far girare’ le opere anche dai depositi ma alcuni cambiamenti nell’allestimento di Time sono stati messi in scena quasi costantemente. Insomma, dopo un lungo letargo il nuovo catalogo è finalmente disponibile e va in un certo senso a mettere un punto fermo in un progetto espositivo privo -proprio nell’intenzione dei curatori Collu e Saretto- di punti di riferimento.
L’allestimento infatti, come è noto, non solo non segue un criterio cronologico ma è anche privo di qualsiasi apparato didascalico. Lo spettatore in questo modo personalizza la sua esperienza al museo principalmente attraverso un’esperienza estetica e cercando di sintonizzarsi sulla scelta curatoriale del percorso espositivo, messo in scena come una sorta di scenografia dove la luce ha una sua parte fondamentale nella percezione quasi ‘metafisica’ delle opere. Con la rivoluzione di Time is Out of Joint infatti, la Collu ha posto in essere anche una ristrutturazione degli spazi interni della Galleria in modo da enfatizzare al massimo il senso di disorientamento dello spettatore che viene posto in uno stato di interrogazione continua, con un ruolo attivo nella capacità interpretativa .
Una sorta di guida in realtà è proprio il dialogo tra le opere frutto di una scelta curatoriale che non si limita a scardinare il tempo ma che cerca di mimare quella stratificazione del tempo e dello spazio che possiamo osservare ogni giorno per la città dove ha sede la Galleria Nazionale. In questo senso, il catalogo attraverso le fotografie dell’allestimento e i contributi critici di varie personalità del mondo della cultura- filosofi, antropologi, scrittori e curatori – approfondisce l’aspetto didattico della mostra documentandone la trasformazione. Anche se, come avverte Giorgio De Finis – che da parte sua sta portando avanti un altro ripensamento radicale della funzione museale nel Macro di Roma – presente al simposio e curatore di un saggio del catalogo, “nulla può restituire la soggettività di ogni percorso del visitatore. Le immagini che sono nel catalogo sono le immagini degli oggetti, delle opere in mostra ma questo dispositivo che ripensa la funzione del museo ha la forza di rendere unico ogni attraversamento di queste sale da parte del visitatore. Time non è una mostra, è una rivoluzione”
Nel corso della presentazione del volume è stato impossibile non fare un parallelismo tra ‘il tempo fuori dai cardini’ operato coraggiosamente dalla Collu nel 2016 e quanto stiamo vivendo in Europa. Dopo i movimenti del ’68 e il crollo del muro di Berlino, ci troviamo di fronte a un altro scardinamento del tempo dove tutto è di nuovo messo in gioco. Questo è il merito che i vari ospiti del simposio hanno riconosciuto alla Direttrice della Galleria Nazionale. Quello di aver intercettato uno sconvolgimento che ora è sotto gli occhi di tutti. E se una parte della critica continua a non vedere di buon occhio la sua rivoluzione il numero dei visitatori in costante crescita, sembra apprezzare questa operazione culturale che li vede al centro di una sorta di grande performance sperimentale.
La Collu non nasconde la sua soddisfazione per i risultati ottenuti:
“E’ successo qualcosa. E’ successo alla Galleria Nazionale, è successo a Roma. Ed è qualcosa che ci riguarda tutti, appartiene a tutti noi”.
Per informazioni:
*Nella prima immagine: Time is Out of Joint – Installation Views – Courtesy image Galleria Arte Moderna e Contemporanea di Roma