Il ‘Toninelli Neuronics’ è apparso in un manifesto a Roma. Si burla delle gaffes del ministro ma in una seconda lettura cita le sculture di Nam Jun Paik.
Roma. Doveva accadere prima poi. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli, bersaglio preferito della satira a causa di alcune gaffes, comincia ad attrarre anche il mondo dell’urban art. Questa mattina, in via del Balbuccio è apparso un manifesto che riprende quello di una nota catena di negozi di elettrodomestici.
E’ proprio questa la cifra stilistica di Andrea Villa, il giovane street art torinese che ama veicolare elementi di cultura ‘alta’ attraverso il remix dei messaggi pubblicitari che ci bombardano ogni giorno. Nessuno conosce la sua vera identità, il nome lo ha preso a caso dal primo utente che aveva twittato un suo lavoro. E l’etichetta del ‘Banksy torinese’ gli è stata attaccata in un attimo anche se l’anonimato è l’unica cosa che li accomuna. I politici – tutti – sono le sue ‘vittime’ preferite.
In questo caso all’elemento più riconoscibile del ‘Toninelli Neuronics’ con 5 stelle che non ha bisogno di grandi interpretazioni, si cela una seconda lettura dell’opera di urban art. E’ lo stesso artista a svelarla sulla sua pagina Facebook:
Secondo la corrente dei situazionisti francesi, le macchine e la singolarità tecnologica mediale in un futuro prossimo, avrebbero preso il sopravvento sul pensiero umano.
Se negli anni ’60 la tecnologia era una protesi del pensiero e dell’ azione umana, nel futuro l’ uomo sarebbe divenuto la protesi del pensiero e dell’ azione della macchina. In questo senso, l’ uomo avrebbe iniziato a produrre per la macchina e non viceversa, in una relazione viziosa e simbiontica.
Nam Jun Paik, è uno scultore che rappresentava schermi e computer sottratti al loro ruolo tecnologico, e trasformati in oggetti puramente estetici, come l’ opera “zen per televisore”, dove una calamita disturba la trasmissione di uno schermo TV.
Così nel manifesto di Villa, la tecnologia ha surclassato il pensiero politico, creando una classe di parlamentari che scrive sui social e esprime dichiarazioni unicamente per soddisfare “la macchina”.