Dopo aver viaggiato sulla nave con i profughi provenienti dalla Libia, l’opera di Jago arriva a Roma sul Ponte Sant’Angelo
“In Flagella Paratus Sum”. Sono pronto al flagello. Si intitola così l’ultima opera di Jago, al secolo Jacopo Cardillo. L’artista frusinate che si sta imponendo per la qualità della sua scultura e anche per la sua efficacia comunicativa. Ne parlammo un paio di anni fa, in piena pandemia, quando in Piazza del Plebiscito, a Napoli, apparve una sua scultura di un bambino rannicchiato e incatenato al terreno. Amara riflessione sulla difficile condizione che alcuni, i bambini in special modo, stavano vivendo. E ancora lo scorso anno, quando nella Chiesa degli Artisti a Roma espose una sua rivisitazione della Pietà di Michelangelo. Con i generi dei protagonisti invertiti.
Ora si torna a parlare di lui per questa scultura, che rappresenta un giovane profugo sdraiato a terra, sul ponte di una nave. Idealmente quello della Ocean Vikings, sulla quale l’opera ha viaggiato con i profughi provenienti dalla Libia. In seguito, per tre giorni, la scultura del 35enne è stata esposta sul prato verde dello Stadio Olimpico. Ora la figura in marmo, a grandezza reale, è arrivata su un altro ponte, diversissimo, il Ponte Sant’Angelo. Dove tantissimi l’hanno incontrata attraversando il Tevere verso Castel Sant’Angelo. Poi sarà messa all’asta ed il ricavato andrà interamente in beneficienza…