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Jago come Michelangelo? Ecco la nuova Pietà che incanta Roma

Lo Jago Museum, a Napoli (foto Facebook Jago Museum) Lo Jago Museum, a Napoli (foto Facebook Jago Museum)
Lo Jago Museum, a Napoli (foto Facebook Jago Museum)
La pietà di Jago (foto Facebook Jago Museum)

In tanti hanno voluto partecipare all’inaugurazione dell’ultima opera dello scultore JAGO. Una folla, soprattutto di giovani, si è pazientemente messa in fila per ore per vedere in anteprima la scultura dell’artista dedicata al tema della “Pietà”

La Pietà di Jago: successo di pubblico all’inaugurazione

Artista di fama internazionale, amatissimo anche dal pubblico social, come abbiamo già raccontato in un nostro precedente articolo, jago ha trasferito il suo laboratorio nel Rione Sanità a Napoli, diventando un punto di riferimento del quartiere per i giovani creativi e non solo.

Soprattutto da giovani del resto era rappresentata la folla che ha pazientemente aspettato in fila per poter assistere all’inaugurazione dell’ultima creazione scultorea dell’artista trentaquattrenne nato a Frosinone.

L’opera è stata infatti realizzata a Napoli, nello studio di Sant’Aspreno ai Crociferi, e per la sua realizzazione l’artista ha impiegato oltre un anno di lavoro. Un lungo cammino dunque, condiviso passo passo con il pubblico che lo segue sui social. Jago ha infatti posto la condivisione del suo lavoro come caratteristica fondamentale della concezione di “inclusività” che ha sempre caratterizzato il suo percorso artistico. Non a caso, già durante le fasi di lavorazione, tanti visitatori hanno potuto accedere al suo laboratorio e osservare lo splendido blocco bianco trasformarsi in un’opera d’arte.

La “pietà” di Jago, il commento del Rettore

L’installazione sarà dunque esposta fino al 28 febbraio 2022 nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti, in piazza del Popolo a Roma. Non si tratta della “semplice” riproposizione del celebre episodio biblico, ma “una rielaborazione in chiave moderna di un momento di raccoglimento e di dolore, in cui l’umanità si è identificata per secoli“. Un’opera potente e drammatica, dove il volto straziato del padre sembra somigliare all’artista e in questo modo propone un’infinità di suggestioni e interpretazioni. È come se  avesse guardato dentro se stesso, mettendo anima e corpo, verrebbe da dire, nella sua creatura di marmo.

La fotografia di un padre che raccoglie il corpo esamine del figlio da terra, la scintilla della creazione, pensata proprio per la Chiesa degli Artisti.  Un  dialogo  continuo e fecondo tra passato e presente, sacro e arte contemporanee: il crocifisso di legno del 1600 che fa da sfondo alla drammatica scena, è una parte integrante dell’installazione.

“Mi colpì da subito, appena vidi il modellino in argilla, il volto di dolore inconsolabile del padre che trattiene sulle gambe il corpo esanime del figlio. Un figlio prematuramente strappato alla vita. Uno sguardo che esprime il suo tormento nell’impotenza e nell’incapacità di accettare un destino così crudele. Una smorfia di disperazione dinanzi a un evento innaturale, ma con contegno carico di dignità”. Con queste parole il Rettore della Basilica Santa Maria in Montesanto, Monsignor Walter Insero ha presentato l’installazione site specific curata da Tommaso Zijno e organizzata assieme ai partner Studio Arte 15, FERCAM Fine Art e P.L. Ferrari.

La “Pietà” di Jago, che si inserisce nel più ampio progetto “Una porta verso l’Infinito. L’uomo e l’Assoluto nell’arte”, promosso dal già citato Rettore, è visitabile dal lunedì alla domenica, dalle ore 13:00 alle ore 19:00 (ingresso gratuito).

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