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Un altro erede di Michelangelo. Ecco la Pietà di Danilo Malatesta a MIA Fair

Danilo Malatesta, De Secunda Pietate Danilo Malatesta, De Secunda Pietate
Danilo Malatesta, De Secunda Pietate
Danilo Malatesta, De Secunda Pietate

Nel mondo dell’arte si stanno moltiplicando i riferimenti ad un soggetto iconico come quello della Pietà. Dopo Jago, ora con Danilo Malatesta

È il momento della Pietà. Qualcuno lo potrà riferire al momento storico, che ci vede ancora coinvolti in una pandemia che ha portato nel mondo milioni di morti. Altri forse all’Afghanistan, dove rigurgiti integralisti ci mettono continuamente davanti immagini di violenza, specie verso le donne. Fatto sta che nel mondo dell’arte si stanno moltiplicando i riferimenti ad un soggetto iconico come quello della Pietà. Capace di condurre l’osservatore verso pensieri profondi, anche in contesti spesso troppo distratti dal contingente. E in più di un caso emergono connessioni con quella che resta probabilmente la più celebre opera in questa temperie, quella di Michelangelo esposta a Roma a San Pietro.

Era accaduto proprio a Roma con Jago, che dal suo laboratorio nel Rione Sanità, a Napoli, ha portato nella Basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti, nella Capitale, la sua Pietà. Un padre che raccoglie il corpo esanime del figlio da terra. Non si tratta della “semplice” riproposizione del celebre episodio biblico, ma “una rielaborazione in chiave moderna di un momento di raccoglimento e di dolore, in cui l’umanità si è identificata per secoli“.

 

Danilo Malatesta con De Secunda Pietate
Danilo Malatesta con De Secunda Pietate

L’iconografia si ripresenta, rivisitata, ora a Milano fra i corridoi di MIA Fair, che si chiude oggi al Superstudio Maxxi. È qui che nello stand della galleria Paola Sosio domina De Secunda Pietate, installazione fotografica di Danilo Malatesta. Opera che in realtà anticipava la “moda”, visto che la complessa realizzazione – con la rara tecnica dell’Ambrotipia –  aveva avuto inizio nel 2019. Qui “in un teatrale rovesciamento del rapporto iconografico, Cristo risorge e porta in grembo l’intera umanità incarnata da Maria”. L’autore, si legge nel testo critico, “decostruisce una delle icone più potenti della cultura occidentale attribuendole un senso nuovo. Un Cristo umano e possente, la cui fisionomia è lontana dall’iconografia classica, trattiene fra le braccia una Madre giovane”.

https://danilomalatesta.it/

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