La Spezia. Nella città che ospitò lo storico Premio del Golfo, dal 30 marzo al 22 settembre il CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea celebra Aldo Mondino in una retrospettiva che ripercorre l’intera produzione pittorica dell’artista, “Mondino a colori. La pittura dagli esordi al linoleum”.
Una vita per la pittura. Aldo Mondino ha sempre vissuto e guardato il mondo con gli occhi di un pittore, tanto da servirsi della sua forte miopia come strumento artistico: i soggetti, come per la serie di tappeti, sono frutto dell’errore, che da lontano fa vedere un oggetto che da vicino diventa un altro, permettendogli di conoscere la realtà a proprio modo senza eternarsi in uno stile ripetitivo. Proprio lui, già all’inizio degli anni Sessanta, supera le barriere tra pittura e concettuale, tanto che nessuno è mai riuscito a chiudere il suo lavoro in una precisa definizione.
Matta, Lam e Tancredi ispirano il giovane Mondino ad un Surrealismo gestuale, frenetico, popolato di segni ed immagini. Approfondisce incisione a Parigi da Stanley William Hayter -il cui atelier ospitò anche Picasso, Giacometti e Pollock- e studia mosaico con Severini. Si dedica allo studio delle tecniche con costanza, rendendole regole da reinterpretare con soluzioni e materiali originali, come le caramelle o le granaglie.
L’idea della grafica che si fa pittura lo conduce negli anni ad un percorso unico nel suo genere: nonostante la crisi del post Informale, egli non vuole annullare la pittura ma riscattarla. Ed è proprio con questo obiettivo che dipinge, con una tecnica che molto deve all’incisione, i più importanti naufragi della storia.
Contemporaneamente al “riscatto” della pittura, Mondino elabora l’idea di un pubblico che non sia più spettatore passivo, ma partecipe attivo della pittura. Nascono i “quadri a quadretti” ed in uno di questi chiede ai suoi spettatori di completare l’opera, di scrivere liberamente su quei quadretti che riportano alla dimensione felice dell’infanzia e ad una “pop art” molto personale.
Infine il linoleum, che rende Mondino popolare presso il grande pubblico. Quel linoleum, o presunto olio su lino, di cui l’artista sfrutta l’etimologia grazie ad un gioco di parole, rendendo un materiale povero, utilizzato nei cantieri, nobile come la tela. Proprio questo diventa il supporto per alcune serie di quadri famosi come i “Dervisci” e gli “Ebrei”, ispirati ai suoi viaggi in un Oriente che inizia dal Marocco e si spinge fino alla Palestina, dove Mondino intravede un affascinante parallelismo tra la preghiera, soprattutto quella delle danze frenetiche dei dervisci, e l’intensità dell’attenzione nel dipingere in modo concettuale.
Mondino era affascinato anche dalla grande varietà di colori e dalle texture del linoleum, materiale semplice ed industriale, quanto utile per una resa innovativa delle sue opere. Anche l’eraclit, il legno povero dei cantieri, divenne ben presto un supporto funzionale per la realizzazione della sua altrettanto celebre serie dei “Tappeti”.
“Mondino a colori. La pittura dagli esordi al linoleum” ripercorre interamente la carriera di un artista che riuscì a trasformare il quotidiano in opera d’arte, sia attraverso una visione propria del mondo, sia attraverso l’utilizzo di materiali e strumenti innovativi. Proprio la continua disposizione al cambiamento e all’inatteso, permettono all’artista di sfuggire alle strette definizioni di pittura e concettuale.
Informazioni utili:
Mondino a colori. La pittura dagli esordi al linoleum
30 marzo – 22 settembre 2019
CAMeC Centro Arte Moderna e Contemporanea | La Spezia, Piazza Cesare Battisti 1
Da martedì a domenica, 11.00 – 18.00
Tel. +39 0187 727530 | camec@comune.sp.it| www.camec.museilaspezia.it
Il riscatto della pittura secondo Aldo Mondino al CAMeC di La Spezia
*Veduta della mostra Mondino a Colori, CAMeC La Spezia ph. Enrico Amic