Scatti lirici e silenziosi, intimi come gli sguardi rivolti alla figlia Anna, dalla fotografia di paesaggio al ritratto. Guido Guidi. Altre Storie è la nuova personale dedicata al maestro romagnolo dalla galleria Viasaterna di Milano, a cura di Marco De Michelis e Paola Nicolin, fino al 24 maggio 2019.
Guido Guidi. Altre Storie è il racconto inedito di un sentire profondo, che coglie con la stessa emotività le geometrie architettoniche e quelle del cuore. Dal terremoto di Gibellina nella Sicilia del Belice ai capolavori realizzati da Le Corbusier e Mies van der Rohe, fino agli orizzonti anonimi delle province italiane e i profili, gelosamente custoditi fin’ora, della figlia Anna. Più di 50 fotografie sfumano di nuove suggestioni il filtro creativo di Guidi giocato sul contrasto, apparente, dei due registri: al piano superiore il paesaggio e l’architettura si sposano in un intreccio di echi e rimandi che, dalle linee più decise degli edifici, si risolve nelle curve delle campagne abbandonate e dei non finito, Romagna Orientale, Strada Romea, Porto Marghera e Ravenna sono i luoghi visti e vissuti nostalgicamente, specchi che riflettono le anime che riflettono le anime che li hanno attraversati; al piano inferiore della galleria invece, come se lo stesso Guidi aprisse le porte della sua casa, gli scatti inediti della figlia Anna che ne ripercorrono la crescita, a colori e in bianco e nero, scatti fragili di un amore incondizionato, intimo e prezioso, rubati al tempo che sembra non essere mai passato.
Abbiamo avuto il piacere di farci rivelare le Altre Storie di Guido Guidi direttamente da chi queste fotografie le ha scelte e ne ha curato l’esposizione, l’architetto e preside della facoltà di Design e Arti all’Università IUAV di Venezia Marco De Michelis e Paola Nicolin, storica dell’arte all’Università Bocconi di Milano e direttrice della piattaforma nomade di arte ed educazione The classroom, nella vita marito e moglie. Ecco quello che hanno raccontato ad ArtsLife.
Come si intrecciano negli anni gli scatti di genere architettonico-paesaggistico con quelli intimi e narrativi dedicati alla figlia Anna? C’è un dialogo o la volontà di porre le due dimensioni su piani diversi della galleria anticipa già la risposta?
La ricerca fotografica di Guidi si sviluppa lungo più di mezzo secolo: è un lungo cammino nel quale l’attenzione per il paesaggio costituisce una costante e, in qualche modo, anche i ritratti della figlia Anna, scanditi dallo scorrere del tempo, ne fanno parte. L’architettura interviene, invece, soprattutto sulla base di stimoli esterni: le ripetute occasioni per fotografare, soprattutto, l’opera del veneziano Carlo Scarpa e le vere e proprie “commesse” per Le Corbusier, Ludwig Mies van der Rohe e, oggi, Alvaro Siza. Si tratta, dunque, di due modalità particolari, potremmo dire un po’ oblique, ma non contraddittorie rispetto al centro poetico della fotografia di Guidi.
Perché la serie che racconta la crescita di Anna, unica figlia del fotografo, è rimasta inedita fin’ora? Cosa ha spinto Guidi a rivelarla in questa mostra?
I ritratti di Anna sono rimasti inediti, con pochissime eccezioni, per la loro ovvia natura privata, ma anche perché non sono riconducibili a sequenze organizzate e limitate nello spazio-tempo, come le più note indagini sul paesaggio italiano. I ritratti si estendono per decenni e riflettono il continuo cambiamento del rapporto tra l’artista e il soggetto rappresentato ed anche l’evolversi dell’atteggiamento, dello sguardo fotografico, di Guidi.
Altre Storie lascia intendere una nuova, meglio inedita, lettura del lavoro fotografico di Guidi, che tipo di criterio si è seguito nella selezione degli scatti esposti? Quali Altre Storie raccontano il suo modo di lavorare?
Volevamo, molto semplicemente, sperimentare qualche variazione al modo ben consolidato di considerare Guidi come grande fotografo del paesaggio, arricchendone l’immagine alle prese con tematiche diverse come quelle dell’ architettura d’autore e del ritratto. Tutto qui: un Guidi un po’ più inedito del solito.
In che modo si è sviluppato il progetto di curatela? Ognuno una sezione o entrambi avete lavorato all’esposizione integrale?
La mostra su due piani ha consentito di dividerla facilmente in due parti: le fotografie d’architettura da una parte e i ritratti di Anna dall’altra. Delle prime si è preso cura chi di architettura si occupa da mezzo secolo (Marco De Michelis) e dei secondi chi li ha visti per la prima volta (Paola Nicolin). Ma la separazione non è stata così impermeabile e, in silenzio, c’è stata molta condivisione.
Informazioni utili
Guido Guidi. Altre Storie
dal 1 aprile al 24 maggio 2019
Viasaterna Arte Contemporanea
via Giacomo Leopardi 32
20123, Milano
[*Guido Guidi, Per Anna 03, 1980, stampa a contatto, cm 14×20, © Guido Guidi, courtesy Viasaterna]