Maestro eclettico e innovatore della cultura visuale del Novecento, Franco Grignani è un personaggio difficile da confinare in un singolo ambito disciplinare. La retrospettiva che gli dedica il museo M.a.x. di Chiasso, intitolata Franco Grignani (1908-1999). Polisensorialità fra arte, grafica e fotografia, visitabile fino al 15 settembre, può essere l’occasione per cogliere le molteplici sfumature di una produzione eterogenea quanto coerente nell’indagare le possibilità della visione. Restituendo alla sua figura la giusta rotondità di interessi e campi di ricerca, la mostra racconta Grignani attraverso quadri, scatti, manifesti pubblicitari e loghi che ha firmato a seconda dei ruoli impersonati di volta in volta: ora artista, ora fotografo, ma anche art director, grafico e designer. Una raccolta ampia, in cui non mancano pezzi inediti provenienti dall’archivio privato della figlia Manuela Grignani Sirtoli.
A livello espositivo, la scelta dei curatori Mario Piazza e Nicoletta Ossanna Cavadini è stata quella di organizzare il materiale in tre sezioni tematiche: al piano interrato trova posto quella dedicata alla fotografia, mentre al primo piano quelle relative alla grafica e all’arte. Osservando il settore fotografico si può avvertire la gradualità con cui Grignani sia arrivato a definire quell’estetica di forme dinamiche e segni astratti che si è imposta come il suo marchio di fabbrica. Dai primi scatti degli anni ’30, caratterizzati da un rassicurante bianco e nero e da soggetti statici, come tralicci e vallate di montagna, si compie negli anni ’50 il passaggio a una sensibilità nuova, per tecniche e contenuti. Fotogrammi sperimentali ottenuti con sovrimpressioni e doppie esposizioni esplorano un territorio ambiguo e perturbante, nel quale l’immagine sfida i limiti dell’occhio umano e tenta di rappresentare ciò che è al di là del reale. Ne derivano distorsioni, vortici labirintici, figure impossibili che procurano un senso di vertigine e attestano l’interesse dell’autore per i processi cognitivi della percezione.
Con esiti illusionistici che anticipano di qualche anno l’Optical art, lo stesso linguaggio trova ulteriori applicazioni nella grafica e nell’arte. In questi ambiti, come si può vedere nelle rispettive sale, Grignani ha dato prova di una curiosità inesauribile, che lo ha portato a declinare continue variazioni sui temi della linea, del punto, della spirale e, in generale, del dinamismo nell’immagine. Dal celebre marchio Pura Lana Vergine del 1963 fino alla serie pittorica delle Isoplastiche, passando per le campagne pubblicitarie ideate per Alfieri & Lacroix ed Ermenegildo Zegna, la sua produzione trova il proprio tratto di unione nella perfezione delle figure, dove progressioni cadenzate organizzano lo spazio controllandone persino gli intervalli infinitesimali. Complici gli studi giovanili in matematica e architettura, la lente scelta per riuscire a intravedere un orizzonte promettente oltre il visibile porta il filtro dell’ordine e della precisione. «L’esattezza», affermava,«è una componente della lucidità e del dominio del fare: c’è più libertà nella geometria strutturata che non nel fare informe».
Andrea Zaniboni
Franco Grignani (1908-1999). Polisensorialità fra arte, grafica e fotografia
17 febbraio 2019 – 15 settembre 2019
M.a.x. museo, via Dante Alighieri 6, Chiasso (CH)
Orari: martedì – domenica, ore 10.00-12.00 / 14.00-18.00. Lunedì chiuso
Biglietto singolo: 10,00 euro; ridotto: 7 euro