Quello dei lavoratori è da sempre stato uno dei soggetti privilegiati da generazioni di artisti, almeno dalla “rivoluzione borghese” dei Seicento. La declinazione “corporativa” di Sironi, quella “sindacale” di Guttuso
Non solo Pellizza da Volpedo, con il suo Quarto stato. Oggi si celebra la festa del lavoro, e ovunque capita di veder citata la celebre opera conservata a Milano al Museo del Novecento, da decenni diventata un vero simbolo in tema di lavoratori e rivendicazioni sociali. Ma il lavoro ovviamente è da sempre stato uno dei soggetti privilegiati da generazioni di artisti, almeno dalla “rivoluzione borghese” dei Seicento: dalla Lattaia di Jan Vermeer, alle Spigolatrici di Jean Francois Millet, ai Cavapietre di Gustave Courbet.
Ma è nel Novecento, con lo strutturarsi delle rivendicazioni e l’accendersi delle tensioni politiche che diventa spesso l’oggetto principe dell’opera di molti artisti: dalla declinazione “corporativa” di Mario Sironi, a quella “sindacale” di Renato Guttuso, fino a quella ironico-pop di Pino Pascali. Eccone una selezione…
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