Barocco e baroccheggiante si incontrano a Venaria: la Reggia ospita il grande fotografo americano David LaChapelle. Dal 14 giugno 2018 al 6 gennaio 2020 i suoi Atti Divini sono in esposizione con 70 opere di grande formato.
Atti Divini perché frutto di una composizione sofisticata, dimensioni irreali che nascono da set scenografici tanto precisi quanto impensabili. Divini nel processo creativo di miscelare in un collage sui generis suggerimenti contemporanei e storici, colti e pop, tutto avvolto nella patina lucente di colori scioccanti. Ricetta breve ma eloquente delle opere di David LaChapelle, fotografo americano ormai consacrato come uno degli artisti più celebri del panorama odierno. Lo sciabordare parossistico e paradossale che stride fuori dalle opere dell’artista si ridondano nuovamente quando inseriti in un contesto all’apparenza anomalo per la loro natura come la Reggia di Venaria. Nei corridoi della Citroniera delle Scuderie Juvarriane alle ombre galleggianti e alle sfumature barocche si aggiungono allora 70 opere di grande e grandissimo formato, un paradiso colorato denso e popolato dei personaggi eccessivi di LaChapelle. Soggetti e figure fuori dalla natura, così violentemente scaraventate fuori dal globo che dall’alto del loro divino eccesso fanno da specchio ingannatore per i nostri controversi desideri, per le nostre prime paure.
In questi cieli deliranti icone della contemporaneità sono in grado di irrompere in composizioni rinascimentali, come Rape of Africa (2009) che ritrova Naomi Campbell come una Venere di Botticelli ambientata nelle miniere d’oro dell’Africa o Deluge (2007) in cui LaChapelle rende contemporaneo l’affresco di Michelangelo nella Cappella Sistina. Un’eco anticheggiante si ritrova anche in Land SCAPE (2013) e Gas (2013), progetti di nature morte in cui LaChapelle riunisce oggetti trovati per creare raffinerie di petrolio e le loro stazioni di servizio interconnesse e poi presentarle come reliquie in una terra bonificata dalla natura.
Qual è questo divino che l’artista va ricercando? Si trova forse qui sulla terra? Dei piccoli suggerimenti in tal senso LaChapelle li ha trovati e li riporta in Awakened (2007) e Seismic Shift (2012), opere raffiguranti scene legate alla divinità nel mondo moderno. La rincorsa alla spiritualità è al centro anche dell’ultima serie New World (2017-2019), inedita, che prosegue sulla sentiero mistico che gradualmente si spinge verso derive insolite. Questa volta oggetto di riflessione è il sublime, anima fuoriuscente dalle utopiche scene tropicale figlie dell’inesorabile rinnovamento creativo dell’artista.