Di galli e galline, upupe, civette e altri animali parla la mostra che il Museo Bagatti Valsecchi di Milano dedica a Tino Zuccheri. Artista, designer, grande maestro del vetro e profondo conoscitore della natura. Le sue sculture poetiche sono in esposizione dal 5 giugno al 13 ottobre 2019.
Uccelli di vetro si librano nelle volte di una voliera anomala. Impossibilitate al volo ma ricamate di una poetica artigianalità le sculture di Toni Zuccheri si alzano da terra perché si distanziano da una comune resa artistica della natura. Il Museo Bagatti Valsecchi vede condensarsi nelle sue sale legno, foglie secche, sassi, bronzo, pannocchie, materiali di recupero che si condensano in un’imprevedibile metamorfosi fino a generare corpi Di galli e galline, upupe, civette e altri animali.
Eloquente titolo della mostra che il Museo milanese dedica all’artista di San Vito al Tagliamento (1936-2008), grande interprete della natura, soprattutto animale, trasfigurata in sculture dai tratti favolistici e immaginifici. Anche lo stesso contesto del Bagatti Valsecchi, grazie all’allestimento di Lissoni Associati, prende la forma di una voliera fantastica. Così i piccoli uccellini ricchi di cromie e sfumature materiche, si riconciliano con l’ambiente naturale da cui provengono. I vari materiali di cui sono composti derivano infatti da ambienti naturali in cui l’artista si è imbattuto. Prelevate direttamente sul luogo, questi oggetti ostentano chiaramente la traccia selvatica che le ha formate e solo tramite le mani di Zuccheri vengono ricomposte in una scultura frammentaria. Sintesi di elementi differenti, questi volatiti scolpiti presentano senza timore le trame cromatiche divergenti, punti di sutura approssimativi, spunti di imperfezione calibrati che permettono lo stacco dalla precisione naturale a favore della forza evocativa.
Sembra di percepirli gli anni dell’infanzia nella campagna friulana, l’adolescenza intellettualmente stimolante al fianco, per esempio, di Giacomo Noventa (zio materno e poeta), il precoce interesse per il disegno e l’attenzione alla natura alimentata lo aiutano nel suo incarico alla fornace Venini. In questa occasione Toni sperimenta nuove tecniche, arricchendo la propria formazione grazie allo stretto contatto con i maestri soffiatori e questo conduce alla realizzazione della prima Upupa (1964),al cui corpo in bronzo sono applicate sontuose piume in vetro.
Nello stesso anno Zuccheri espone per la prima volta alla Biennale di Venezia alcune opere realizzate per Venini e prosegue intanto le proprie sperimentazioni artistiche portando a compimento pezzi unici, spesso ispirati al mondo animale, tra cui i curiosi Pesci straccio. Sempre nel 1964 inizia la collaborazione con Gio Ponti per le Vetrate grosse nella Cassa di Risparmio di Padova, per la Chiesa di Santa Maria Annunciata all’Ospedale San Carlo di Milano e per il Bejenkorf Palace di Eindhoven in Olanda. Negli anni Settanta Zuccheri è ormai a lavoro per importanti vetrerie e gallerie, che realizzano con lui mostre e progetti e affina una sempre più spiccata vocazione da designer: collabora, tra le altre, con le vetrerie Barovier & Toso, VeArt, De Majo e dal 1979 disegna gioielli in oro e argento per (la) Giò Caroli. Negli anni Ottanta proseguono le collaborazioni che lo vedono impegnato con aziende come Imperatore, Sardinia Crystal e Form International mentre alla fine del decennio risale l’incontro e il fruttuoso sodalizio con Pino Usicco con il quale realizzerà mostre, happening ed eventi culturali oltre a importanti progetti come quelli legati all’azienda Reggiani.
Toni Zuccheri viene a mancare nel 2008 a settantadue anni.
*Toni Zuccheri, Upupa Puttana